Lecco: dopo una vita a scuola, i coniugi Teresa e Francesco sono mancati a 9 giorni l'uno dall'altra
L'ultimo saluto gli è stato tributato ieri pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Castello, la stessa dove soltanto il 24 maggio scorso, con i figli Pasquale e Monica, aveva detto addio alla moglie. Francesco Scarmozzino e Teresa Chimirri sono scomparsi a nove giorni di distanza l'uno dall'altra. E se lei si è spenta lentamente, consumata dalla malattia, lui è mancato invece improvvisamente: si è sentito male dopo aver accompagnato il nipotino - che porta il suo nome - all'asilo. Dissezione dell'aorta, hanno decretato i medici dell'ospedale Manzoni che hanno provato a salvarlo, senza riuscirci.
Aveva 76 anni, sei in più di quella consorte che, nell'ormai lontano 1998, lo aveva "trascinato" a Lecco. Teresa, insegnante di educazione artistica, era stata infatti la prima della famiglia ad approdare al nord, risultando assegnataria di una cattedra, a Pasturo e Cremeno, in Valsassina. Francesco, che aveva mosso i primi passi nel mondo del lavoro esercitando la stessa professione per poi inserirsi invece nell'ambiente delle segreterie scolastiche, era rimasto nella "loro" Calabria, con i due bambini, auspicando in un ricongiungimento, "a casa". Così non è stato e se lei non è più riuscita a scendere, ottenendo nel 1994 il sognato posto di ruolo alla don Ticozzi, dove è rimasta poi fino alla pensione, è stato lui a farsi poi trasferire nel capoluogo manzoniano, concludendo così, dopo anni, la carriera all'Istituto Fiocchi. Insieme vivevano a Castello, in via ai Pini.
"La mamma - racconta Monica - era estrosa, anche in casa trovava una soluzione a tutto. Papà brontolava, ma poi faceva tutto ciò che lei chiedeva".
"Lui - aggiunge - era un appassionato di tennis. Da sempre giocava con gli amici, in doppio e non, al tennis club di Valmadrera".
"Papà - sottolinea ancora Pasquale - aveva fatto la scuola d'arte e ha sempre amato dipingere". Svariate le mostre sul territorio a cui Francesco Scarmozzino ha partecipato, ad Acquate, a Valgreghentino, al Lavello a Calolzio... Pescarenico uno dei suoi soggetti del cuore, da qualunque prospettiva, in qualunque condizione meteo.
Ma nella sua ampia produzione non mancano nemmeno i ritratti - "ognuno di noi - sottolinea Monica, in riferimento ai parenti più stretti - ha il suo. Manca solo quello del nipotino..." - e tante tele ispirate al Cammino di Santiago.
"Negli ultimi anni lo ha percorso, nelle sue diverse vie, per ben sei volte. Aveva iniziato con un amico di Vimercate, poi con il tempo aveva portato altre persone, piccoli gruppetti. La mamma con le altre mogli spesso lo ha raggiunto per percorrere insieme l'ultimo tratto". Ora, come già nel 1998 arrivando a Lecco, è stato lui a raggiungere lei. Per sempre.
Aveva 76 anni, sei in più di quella consorte che, nell'ormai lontano 1998, lo aveva "trascinato" a Lecco. Teresa, insegnante di educazione artistica, era stata infatti la prima della famiglia ad approdare al nord, risultando assegnataria di una cattedra, a Pasturo e Cremeno, in Valsassina. Francesco, che aveva mosso i primi passi nel mondo del lavoro esercitando la stessa professione per poi inserirsi invece nell'ambiente delle segreterie scolastiche, era rimasto nella "loro" Calabria, con i due bambini, auspicando in un ricongiungimento, "a casa". Così non è stato e se lei non è più riuscita a scendere, ottenendo nel 1994 il sognato posto di ruolo alla don Ticozzi, dove è rimasta poi fino alla pensione, è stato lui a farsi poi trasferire nel capoluogo manzoniano, concludendo così, dopo anni, la carriera all'Istituto Fiocchi. Insieme vivevano a Castello, in via ai Pini.
"La mamma - racconta Monica - era estrosa, anche in casa trovava una soluzione a tutto. Papà brontolava, ma poi faceva tutto ciò che lei chiedeva".
"Lui - aggiunge - era un appassionato di tennis. Da sempre giocava con gli amici, in doppio e non, al tennis club di Valmadrera".
"Papà - sottolinea ancora Pasquale - aveva fatto la scuola d'arte e ha sempre amato dipingere". Svariate le mostre sul territorio a cui Francesco Scarmozzino ha partecipato, ad Acquate, a Valgreghentino, al Lavello a Calolzio... Pescarenico uno dei suoi soggetti del cuore, da qualunque prospettiva, in qualunque condizione meteo.
Ma nella sua ampia produzione non mancano nemmeno i ritratti - "ognuno di noi - sottolinea Monica, in riferimento ai parenti più stretti - ha il suo. Manca solo quello del nipotino..." - e tante tele ispirate al Cammino di Santiago.
"Negli ultimi anni lo ha percorso, nelle sue diverse vie, per ben sei volte. Aveva iniziato con un amico di Vimercate, poi con il tempo aveva portato altre persone, piccoli gruppetti. La mamma con le altre mogli spesso lo ha raggiunto per percorrere insieme l'ultimo tratto". Ora, come già nel 1998 arrivando a Lecco, è stato lui a raggiungere lei. Per sempre.
A.M.