Eluana Englaro: Lucchina risarcirà 175mila € alla Regione (anticipati a Beppino). "Tenuta in vita per etica personale"
L'allora direttore della sanità lombarda Carlo Lucchina dovrà risarcire la Regione di una somma pari a quanto versato a favore di Beppino Englaro costretto a portare la figlia Eluana in Friuli per interompere i trattamenti sanitari che la tenevano in stato di coma vegetativo da oltre 17 anni.Lo ha stabilito la Corte dei Conti che ha condannato l'ex DG in appello a rifondere all'erario 175mila euro "anticipati" a suo tempo dall'ente, ritenendo che lo stesso avesse agito secondo una "concezione personale ed etica del diritto alla salute" negando così l'interruzione che il papà aveva chiesto in base alla storica sentenza del 2007 della Cassazione che stabiliva come ogni individuo potesse rifiutare le culi alle quali era sottoposto se ritenute insostenibili e degradanti.
Su queste basi nel 2008 la Corte di Appello di Milano aveva autorizzato l'interruzione delle cure sulla donna lecchese, vittima di un gravissimo incidente stradale e che a suo tempo aveva quasi quarant'anni, poco meno della metà trascorsi in un letto di ospedale in coma.
Beppino Englaro in qualità di tutore chiese a suoi tempo la sospensione dell'alimentazione ma Lucchina si "oppose" firmando una nota in cui si diceva che alle strutture sanitarie afferiva la cura compresa la nutrizione. Ragion per cui la sospensione della cura avrebbe portato i sanitari a venire meno ai loro obblighi professionali.
Il papà non si era fermato e si era rivolto al tribunale amministrativo regionale che aveva accolto la richiesta senza che ci fosse però alcuna applicazione della sentenza e alla fine Eluana era stata trasferita in ambulanza in Fiuli (con scene rimaste memorabili fuori dalla clinica Talamoni) dove era morta il 9 febbraio 2009.
La Regione era stata condannata a pagare 175mila euro alla famiglia Englaro per i danni che aveva subito. Cifra che ora toccherà all'ex direttore generale rifondere.
Su queste basi nel 2008 la Corte di Appello di Milano aveva autorizzato l'interruzione delle cure sulla donna lecchese, vittima di un gravissimo incidente stradale e che a suo tempo aveva quasi quarant'anni, poco meno della metà trascorsi in un letto di ospedale in coma.
Beppino Englaro in qualità di tutore chiese a suoi tempo la sospensione dell'alimentazione ma Lucchina si "oppose" firmando una nota in cui si diceva che alle strutture sanitarie afferiva la cura compresa la nutrizione. Ragion per cui la sospensione della cura avrebbe portato i sanitari a venire meno ai loro obblighi professionali.
Il papà non si era fermato e si era rivolto al tribunale amministrativo regionale che aveva accolto la richiesta senza che ci fosse però alcuna applicazione della sentenza e alla fine Eluana era stata trasferita in ambulanza in Fiuli (con scene rimaste memorabili fuori dalla clinica Talamoni) dove era morta il 9 febbraio 2009.
La Regione era stata condannata a pagare 175mila euro alla famiglia Englaro per i danni che aveva subito. Cifra che ora toccherà all'ex direttore generale rifondere.