Premana: si rinnova la tradizione del Corpus Domini, con il paese vestito a festa
Un’intera comunità che si mobilita per trasformare il centro storico di Premana in una vera e propria “bomboniera”, ma anche una festa importante per i tanti credenti che popolano “il paese delle lame” o che accorrono in Alta Valle per una ricorrenza sempre molto suggestiva. Sono questi i principali significati della tradizionale cerimonia religiosa del Corpus Domini, appuntamento vissuto da tutto il mondo cattolico e tappa fondamentale del suo calendario liturgico, che nella sua “versione premanese” assume da sempre connotati unici.
La cerimonia di questa mattina si è aperta con la Santa messa solenne in Chiesa parrocchiale, presieduta da don Roberto Bellati - che festeggiava il suo sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale – e accompagnata dalla Corale Santa Cecilia. Giornata di ricorrenza anche per don Matteo Albani – parroco di Premana – che ha raggiunto i venti anni dalla sua ordinazione.
Nella sua omelia, don Roberto ha ribadito la centralità di un momento liturgico che ha il senso di “dare onore e tributare omaggio a Gesù e al Sacramento dell’Eucarestia per riconoscere il senso profondo della vita cristiana”, ammonendo a “non farla diventare folklore” perché “portando Gesù per le strade non facciamo uno spettacolo, ma viviamo la vita del popolo in cammino verso l’eterna patria che ci aspetta”.
Il sacerdote premanese ha in seguito esortato a “rivalutare l’importanza dell’Eucarestia nella nostra vita per celebrarla con maggiore consapevolezza”, parlando di un rito dove “il prete presiede l’assemblea, ma tutti siamo celebranti, in quanto accettiamo di parteciparvi mettendo in gioco la nostra vita, non offrendo un omaggio in maniera distaccata”. Il legame tra celebrazione e vita è stato ulteriormente approfondito da don Roberto, che ha ricordato, da una parte, come “la fede si dice con la vita, con le azioni” e, dall’altra, come “andare a messa ci serve per imparare ad amare come Gesù per vivere una vita fraterna tra di noi”. Perché in fondo – questa la conclusione dell’omelia – solo chi fa il bene è veramente contento.
Al termine della funzione, ha preso il via la caratteristica processione che si snoda tra i vicoli del nucleo storico del paese, lungo un percorso riccamente addobbato con lenzuola, tendaggi, drappi antichi, fiori freschi, oltre a quadri e altri oggetti d’epoca, simboli della tradizione cattolica.
Ogni anno, infatti, ai premanesi che abitano lungo il tracciato della processione spetta l’onere (ma ancor più l’onore) di vestire a festa le vie nelle quali farà il suo passaggio il corpo di Cristo, l’Eucaristia.
A completare un quadro davvero suggestivo e – per certi versi – d’altri tempi ci sono le varie confraternite con le antiche divise che portano stendardi e candelabri, mentre le donne indossano il “cotoon” (il costume tradizionale) e portano sul capo lo “strasciool”, un velo bianco ricamato. Il risultato è un’atmosfera quasi “magica”, che toglie il respiro e sembra proiettare per un attimo in un’altra dimensione e in nuovo paesaggio – fisico ma anche mentale – creato dalla combinazione di giochi di luce, colori, profumo dei fiori e personaggi che sembrano “usciti da un’altra epoca”.
Il Corpo Bandistico San Dionigi ha accompagnato il corteo, al quale hanno preso parte anche il sindaco di Premana Elide Codega e il suo vice Domenico Pomoni, oltre ai bambini della prima comunione e in generale ai tanti fedeli al seguito. La processione si è chiusa in piazza della chiesa, dove si è svolto l’ultimo importante momento di adorazione, con don Roberto che ha infine impartito la benedizione solenne.
La cerimonia di questa mattina si è aperta con la Santa messa solenne in Chiesa parrocchiale, presieduta da don Roberto Bellati - che festeggiava il suo sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale – e accompagnata dalla Corale Santa Cecilia. Giornata di ricorrenza anche per don Matteo Albani – parroco di Premana – che ha raggiunto i venti anni dalla sua ordinazione.
Nella sua omelia, don Roberto ha ribadito la centralità di un momento liturgico che ha il senso di “dare onore e tributare omaggio a Gesù e al Sacramento dell’Eucarestia per riconoscere il senso profondo della vita cristiana”, ammonendo a “non farla diventare folklore” perché “portando Gesù per le strade non facciamo uno spettacolo, ma viviamo la vita del popolo in cammino verso l’eterna patria che ci aspetta”.
Al termine della funzione, ha preso il via la caratteristica processione che si snoda tra i vicoli del nucleo storico del paese, lungo un percorso riccamente addobbato con lenzuola, tendaggi, drappi antichi, fiori freschi, oltre a quadri e altri oggetti d’epoca, simboli della tradizione cattolica.
Ogni anno, infatti, ai premanesi che abitano lungo il tracciato della processione spetta l’onere (ma ancor più l’onore) di vestire a festa le vie nelle quali farà il suo passaggio il corpo di Cristo, l’Eucaristia.
A completare un quadro davvero suggestivo e – per certi versi – d’altri tempi ci sono le varie confraternite con le antiche divise che portano stendardi e candelabri, mentre le donne indossano il “cotoon” (il costume tradizionale) e portano sul capo lo “strasciool”, un velo bianco ricamato. Il risultato è un’atmosfera quasi “magica”, che toglie il respiro e sembra proiettare per un attimo in un’altra dimensione e in nuovo paesaggio – fisico ma anche mentale – creato dalla combinazione di giochi di luce, colori, profumo dei fiori e personaggi che sembrano “usciti da un’altra epoca”.
Il Corpo Bandistico San Dionigi ha accompagnato il corteo, al quale hanno preso parte anche il sindaco di Premana Elide Codega e il suo vice Domenico Pomoni, oltre ai bambini della prima comunione e in generale ai tanti fedeli al seguito. La processione si è chiusa in piazza della chiesa, dove si è svolto l’ultimo importante momento di adorazione, con don Roberto che ha infine impartito la benedizione solenne.
A.Te.