Lecco: cerimonia del 2 giugno, con il saluto ai sindaci uscenti e l'appello al voto. Medaglia d'Oro a una vittima del terrorismo

Cerimonia del 2 Giugno a ridosso della chiamata alla urne quella di quest'anno, con i discorsi tanto del sindaco Mauro Gattinoni tanto del vice presidente vicario della Provincia Mattia Micheli influenzati così "dal momento". 
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Il sindaco Mauro Gattinoni, il Prefetto Sergio Pomponio e il vice presidente della Provincia Mattia Micheli sul palco di piazza Garibaldi

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L'intervento del primo cittadino - aperto con il ricordo di Guido Puccio, a cui la platea ha riservato un applauso spontaneo - è ruotato attorno a tre parole (diverse da quelle dalla canzone dei primi anni 2000 di Valeria Rossi): Pace, Europa e Democrazia. La Pace, ha detto il borgomastro dal palco di piazza Garibaldi, si costruisce con il dialogo, costante. L'Europa, ne è garante. "Serve più Europa, non meno Europa" ha così sottolineato il Gattinoni politico, ribaltando un assunto del centrodestra, per poi rivolgere ai cittadini un appello alla partecipazione, al voto, sostenendo come la chiamata alle urne per rinnovare la composizione del parlamento europeo rappresenti "un appuntamento con la storia". Lo aveva già detto venerdì ai diciottenni lecchesi, consegnando loro, dallo stesso palco, una copia della Costituzione.
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Anche in quell'occasione aveva citato l'articolo 48 della Carta, lo stesso ripreso oggi, per ribadire come in Democrazia, il voto sia un dovere civico, per infine invocare la parte istituzionale dell'uditorio - con il senatore Tino Magni e l'europarlamentare Pietro Fiocchi in prima fila attorniati dai rappresentanti del territorio in Regione e dai sindaci della nostra Provincia, molti dei quali alla loro ultima uscita prima della scedenza del mandato - a mettere i giovani al centro dell'agire politico.
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Nicolò Farinato

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Giuseppe Buonopane

Per Mattia Micheli, il 2 Giugno oggi "assume un valore ancora più profondo, un valore molto più particolare alla luce delle crescenti tensioni a livello internazionale e ad una crescente disaffezione alla partecipazione alla vita democratica a livello nazionale. Per questo vogliamo richiamare i valori repubblicani della nostra Costituzione con uno sguardo non soltanto alla Festa della Repubblica, ma anche al contesto che stiamo vivendo. Per essere una comunità più forte e più solidale abbiamo bisogno di guardare al passato e di rifarci a valori nobili e solidi, come quelli dei nostri Padri costituenti che, per primi, furono in grado di ricostruire il nostro Paese dalle macerie della guerra, con uno sguardo attento alla realtà locale e all'Europa, avendo ben chiaro in testa che la nostra Repubblica come tutte le democrazie liberali è un processo in continua evoluzione e non una reliquia da tenere in una teca. E’ una scelta, una conquista che va mantenuta ogni giorno esercitando scelte ma ascoltando anche le ragioni di chi non la pensa come noi. È infatti nei valori di unità, coesione, valorizzazione delle differenze e partecipazione che contraddistinguono la nostra Repubblica, che dobbiamo trovare la forza per superare le difficoltà contingenti, rimanere al passo con i tempi ed essere pronti a cogliere le sfide future. Oggi più che mai - ha sostenuto - la consapevolezza della nostra italianità costituisce una risposta spontanea e diffusa ai cambiamenti e alle trasformazioni politiche, sociali ed economiche che la velocità dei nuovi mezzi di comunicazione, l'apertura delle frontiere e dei mercati portano nel mondo contemporaneo. Un mondo contemporaneo nel quale dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani" ha aggiunto, con uno slogan.
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"Questa festa rappresenta la giusta occasione per riflettere su cosa per noi rappresentano le istituzioni repubblicane e ricordare quanto sia importante la partecipazione alla vita democratica di ciascuno di noi. Questa festa è l’emblema della Repubblica, che è nella storia degli italiani e garanzia della loro libertà, è una eredità che dobbiamo valorizzare quotidianamente, consapevoli delle nostre radici più profonde che poggiano su quei valori fondamentali che sono citati nella prima parte della nostra carta costituzionale; valori che non sono mai stati messi in discussione e negati. La forza del nostro Paese è nelle donne e negli uomini che ogni giorno hanno la libera possibilità, concessa dall’Istituzione repubblicana, di pensare, agire, comunicare, credere, sognare, interrogarsi e decidere quale contributo portare in maniera fattiva alla Res Pubblica, una casa comune che è di tutti".
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Mario Milani

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Alfonso Scorzelli

Alle elezioni ha guardato anche il Prefetto Sergio Pomponio, dopo aver dato lettura del messaggio del Presidente della Repubblica. Lo ha fatto dedicando l'ultimo dei ringraziamenti espressi - prima di proporre una sua riflessione sulla nuova idea dell'uomo espressa dalla nostra Costituzione, citando altresì diversi Padri costituenti - ai 13 primi cittadini della nostra Provincia non ricandidati dopo essere giunti alla scadenza del loro mandato. Ha voluto citarli per nome, a uno a uno, rendendo così omaggio al loro impegno in favore della comunità. 
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Il Prefetto con parte dei sindaci arrivati a fine mandato e non ricandidati

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La stessa comunità - in senso ampio - che ha poi "salutato" i sei lecchesi insigniti quest'anno di onorificenza: il Cavaliere Ufficiale Nicolò Farinato (residente a Valmadrera) e i Cavalieri Alfonso Scorzelli (Missaglia, fino a qualche anno fa, ora a Pescara) e Nicolino Ombrosi (Oggiono), tutti appartenenti all'Arma dei Carabinieri nonché i lecchesi Giuseppe Buonopane della Finanza (Cavaliere) e il dottor Mario Milani, "autorità" nel Soccorso Alpino (Cavaliere). 
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Nicolino Ombrosi

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Paolo Arcilesi

Consegnata poi la Medaglia d'Oro alla Vittima del Terrorismo Paolo Arcilesi, oggi residente a Monticello Brianza, ferito durante una missione in Afghanistan nell'agosto 2011. 
Ritirata infine del vicesindaco di Verderio dalle mani del Prefetto la Miniatura del nuovo stemma comunale.
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Lo stemma del Comune di Verderio

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La cerimonia, allietata dalla Fanfara dei Bersaglieri "Guido Colombo" di Lecco - diretta da Luca Losa - si era aperta, alla presenza anche di una festosa delegazione di bimbi, oltre al picchetto d'onore e ai delegati di svariate associazioni combattentistiche e non - sul lungolago Isonzo con l'alzabandiera.

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Si chiuderà poi in serata con il tradizionale concerto, spostato da piazza Garibaldi a sala don Ticozzi per le incertezze legate al meteo.
A.M.
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