“Un treno per Gaza” in sei stazioni presidio per dire “Stop al genocidio”
Da Lecco fino a Monza, l'appello per fermare il genocidio del popolo palestinese corre lungo i binari della ferrovia.
Dalle 17 di oggi e sino alle 19, infatti, un manipolo di sostenitori e simpatizzanti dell'iniziativa “Un treno per Gaza” ha presidiato le stazioni del capoluogo, di Calolziocorte, Cernusco, Osnago, Carnate e appunto lo scalo monzese.
Non particolarmente numerosa la partecipazione che si è concretizzata nell'esposizione di uno striscione con la scritta "Stop al genocidio" e la distribuzione di volantini informativi su quanto sta accadendo in quelle terre con massacri di civili e una brutalità che è diventata sempre più feroce e spaventosa.
A Lecco lo striscione è stato esposto sul marciapiede a ridosso dell'accesso ai binari con affaccio sulla piazza antistante la stazione. A Calolziocorte alcuni volontari hanno appeso lo striscione all'esterno, su una cancellata e hanno distribuito fogli informativi.
A Cernusco i manifestanti si sono posizionati sul marciapiede di fronte alla stazione, che porta al sottopasso e hanno scandidato “Free free Palestine” mentre a Osnago i ragazzi che si occupano di tenere aperta l'aula studio al circolo hanno offerto un the caldo ai presenti.
“Basta con il genocidio del popolo palestinese” questo il messaggio che verrà ribadito. “Il massacro di civili da parte dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza continua ad aumentare in termini di proporzioni e di brutalità, il numero di vittime è ormai giunto a 36000 di cui la maggioranza sono donne e bambini. L’ultima strage in termini di tempo – spiegano i promotori del presidio “diffuso” - è quella compiuta a Rafah che ha visto il bombordamento di un campo profughi provocando la morte di 45 civili, di cui molti arsi vivi, e 200 feriti. La popolazione palestinese è ormai allo stremo, pressata da un attacco militare da cielo e da terra, in condizioni igienico sanitarie devastanti.
L’obiettivo dell’iniziativa è condannare questa strage senza fine, per chiedere un immediato cessate il fuoco in tutta la Palestina e protestare contro il nostro governo complice dello stato israeliano”.
Dalle 17 di oggi e sino alle 19, infatti, un manipolo di sostenitori e simpatizzanti dell'iniziativa “Un treno per Gaza” ha presidiato le stazioni del capoluogo, di Calolziocorte, Cernusco, Osnago, Carnate e appunto lo scalo monzese.
Non particolarmente numerosa la partecipazione che si è concretizzata nell'esposizione di uno striscione con la scritta "Stop al genocidio" e la distribuzione di volantini informativi su quanto sta accadendo in quelle terre con massacri di civili e una brutalità che è diventata sempre più feroce e spaventosa.
A Lecco lo striscione è stato esposto sul marciapiede a ridosso dell'accesso ai binari con affaccio sulla piazza antistante la stazione. A Calolziocorte alcuni volontari hanno appeso lo striscione all'esterno, su una cancellata e hanno distribuito fogli informativi.
A Cernusco i manifestanti si sono posizionati sul marciapiede di fronte alla stazione, che porta al sottopasso e hanno scandidato “Free free Palestine” mentre a Osnago i ragazzi che si occupano di tenere aperta l'aula studio al circolo hanno offerto un the caldo ai presenti.
“Basta con il genocidio del popolo palestinese” questo il messaggio che verrà ribadito. “Il massacro di civili da parte dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza continua ad aumentare in termini di proporzioni e di brutalità, il numero di vittime è ormai giunto a 36000 di cui la maggioranza sono donne e bambini. L’ultima strage in termini di tempo – spiegano i promotori del presidio “diffuso” - è quella compiuta a Rafah che ha visto il bombordamento di un campo profughi provocando la morte di 45 civili, di cui molti arsi vivi, e 200 feriti. La popolazione palestinese è ormai allo stremo, pressata da un attacco militare da cielo e da terra, in condizioni igienico sanitarie devastanti.
L’obiettivo dell’iniziativa è condannare questa strage senza fine, per chiedere un immediato cessate il fuoco in tutta la Palestina e protestare contro il nostro governo complice dello stato israeliano”.