Lecco: 20.500€ per auto mai consegnate, l'accusa cambia in 'truffa'

Si ricomincia da capo, o quasi. Stamani in Tribunale a Lecco è stato nuovamente escusso il docente dell'istituto Fiocchi costituitosi parte civile nel procedimento a carico del collega che lo avrebbe ''fregato'', finito nel frattempo davanti al giudice per appropriazione indebita (art.646 cp). I fatti, risalenti al 2019, si riferiscono all'acquisto di un'autovettura di piccole dimensioni di cui l'insegnante desiderava entrare in possesso, con l'intenzione di potersi muovere più agilmente per le trafficate strade della città.
Peccato che, dopo aver consegnato all'allora collega una somma pari a 20.500 euro non per una, ma per ben due veicoli (non solo per sè, ma anche per i suoi familiari), la parte civile non abbia visto alcuna auto.
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Dopo la denuncia sporta alle autorità si è dunque aperto al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, un procedimento penale a carico dell'ex insegnante del Fiocchi (Attilio G.), assente anche quest'oggi e assistito d'ufficio dall'avvocato Sonia Riva.
''Avevamo un rapporto stretto: ci vedevamo ogni giorno perchè lavoravamo con gli alunni della stessa classe'' ha riferito stamani in aula la vittima, costituitasi nel procedimento tramite l'avvocato Elisa Magnani. ''Gli avevo detto che ero interessato ad un'auto piccola per muovermi qui a Lecco e lui a quel punto mi aveva proposto l'acquisto di un'auto tramite una concessionaria con la quale collaborava, che importava veicoli dalla Germania a prezzo vantaggioso. I soldi glieli ho consegnati un po' alla volta, a titolo prima di acconto e poi di saldo'' ha concluso la parte civile, ricordando appunto come le somme fossero state versate su richiesta dello stesso collega che gli aveva mostrato le fotografie delle autovetture avvalendosi di alcuni siti internet specializzate nei motori. I referenti della concessionaria con sede nell'hinterland milanese, contattati dal docente ''fregato'' gli avrebbero invece riferito di non aver ricevuto alcun acconto da parte del presunto collaboratore. Insomma, non c'è stato modo di portare a termine l'acquisto, nè di rivedere i soldi nel frattempo corrisposti.
Terminata l'escussione della parte offesa, il vice procuratore onorario Mattia Mascaro ha proposto una modifica del capo d'imputazione, contestando all'imputato la truffa aggravata (tenendo conto dell'elevato danno patrimoniale arrecato alla vittima, superiore ai 20mila euro) al posto dell'appropriazione indebita.
A quel punto il giudice, per rendere edotto l'imputato della nuova contestazione a suo carico, ha aggiornato il processo al prossimo 16 luglio, quando l'istruttoria - che era già stata chiusa con tanto di richiesta di condanna a un anno e quattro mesi già formalizzata dal PM - proseguirà.
G.C.
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