Lecco, occupazione suolo: il TAR dà ragione al Comune
Nuovo capitolo della saga dei tavolini. Questa volta la partita volge a favore del Comune.
"Con sentenza pubblicata oggi, il TAR Lombardia - Milano in parte ha dichiarato inammissibili e in parte ha respinto i ricorsi presentati contro il Comune di Lecco da un pubblico esercizio, che pretendeva di mantenere i tavolini in piazza Cermenati, in difformità dai criteri generali adottati dall’Ente e non avendo un affaccio diretto sulla piazza" fanno sapere infatti da Palazzo Bovara.
Più in generale, la sentenza sottolinea l’impossibilità di vantare diritti consolidati a fronte dell’entrata in vigore di un nuovo regolamento: una concessione precedente, ormai scaduta, effettuata per ragioni legate al periodo Covid o a precedenti prassi in materia, non può costituire motivo di mantenimento della situazione precedente, in quanto l’atto non produce più i suoi effetti e l’adozione di un nuovo regolamento - come nel caso del Comune di Lecco - è idoneo a travolgere le situazioni giuridiche adottate in conformità a un diverso assetto normativo".
“Quando i giudici del TAR hanno affrontato più approfonditamente la questione - sottolinea l’Amministrazione comunale - sono emerse le ragioni del Comune e la correttezza degli atti della Giunta e del Consiglio. Per l’occupazione del suolo, la città di Lecco si è dotata di un nuovo sistema di regole che, nella sua ultima versione approvata nel novembre 2023, è stato votato all’unanimità dal Consiglio Comunale: l’obiettivo era e resta sempre quello di bilanciare lo spazio a disposizione dei cittadini con quello a disposizione dei pubblici esercizi. Questo era il nostro impegno e da qui ripartiamo per continuare ad essere una città che cresce”.
"Con sentenza pubblicata oggi, il TAR Lombardia - Milano in parte ha dichiarato inammissibili e in parte ha respinto i ricorsi presentati contro il Comune di Lecco da un pubblico esercizio, che pretendeva di mantenere i tavolini in piazza Cermenati, in difformità dai criteri generali adottati dall’Ente e non avendo un affaccio diretto sulla piazza" fanno sapere infatti da Palazzo Bovara.
"La sentenza, confermando la correttezza dell'agire amministrativo del Comune, quale Ente imparziale nel disciplinare l'utilizzo del suolo pubblico, ha riconosciuto corretto il criterio dell’affaccio diretto, per il quale "occorre precisare che è una nozione ampiamente utilizzata in questa materia ed ha una sua logica comprensibile in quanto risponde alla necessità di garantire la possibilità di un servizio tempestivo agli avventori ed è di facile intuibilità per gli avventori stessi, i quali spesso scelgono il posto nel quale sedersi non solo in considerazione della collocazione dei tavoli ma anche dei servizi e dei prezzi che offre il locale di riferimento che, per tali ragioni, dev’essere quello più vicino".
Più in generale, la sentenza sottolinea l’impossibilità di vantare diritti consolidati a fronte dell’entrata in vigore di un nuovo regolamento: una concessione precedente, ormai scaduta, effettuata per ragioni legate al periodo Covid o a precedenti prassi in materia, non può costituire motivo di mantenimento della situazione precedente, in quanto l’atto non produce più i suoi effetti e l’adozione di un nuovo regolamento - come nel caso del Comune di Lecco - è idoneo a travolgere le situazioni giuridiche adottate in conformità a un diverso assetto normativo".
“Quando i giudici del TAR hanno affrontato più approfonditamente la questione - sottolinea l’Amministrazione comunale - sono emerse le ragioni del Comune e la correttezza degli atti della Giunta e del Consiglio. Per l’occupazione del suolo, la città di Lecco si è dotata di un nuovo sistema di regole che, nella sua ultima versione approvata nel novembre 2023, è stato votato all’unanimità dal Consiglio Comunale: l’obiettivo era e resta sempre quello di bilanciare lo spazio a disposizione dei cittadini con quello a disposizione dei pubblici esercizi. Questo era il nostro impegno e da qui ripartiamo per continuare ad essere una città che cresce”.