Calolzio: addio al 'decano' Walter Ferretti, ferroviere e artista di 101 anni
Solo lo scorso 9 aprile aveva partecipato personalmente, accompagnato dal fratello Alberto e dalle educatrici della RSA Madonna della Fiducia, alla cerimonia di inaugurazione di quella che è stata la sua ultima mostra.
All'età di 101 anni, si è spento Walter Ferretti, il "decano" di Calolziocorte o, come lo aveva definito l'assessore ai servizi sociali Tina Balossi, "il nonno di tutti".
Eppure nel capoluogo della Val San Martino, Ferretti, originario di Fabriano, in provincia di Ancona, ha trascorso solo l'ultimo tratto della sua lunga (e densa) vita.
Padre operaio nelle ferrovie e madre casalinga, primo di cinque figli, tutti maschi tranne una sorellina, durante la seconda guerra mondiale Walter venne arruolato quale giovane aviere e fatto poi prigioniero in Grecia. Deportato dapprima in Germania, venne infine trasferito dai nazisti, quale internato militare in uno dei campi di lavoro della Polonia. Liberato dai russi, fu costretto poi a rimanere nei territori occupati fino al 1946, con il ritorno a Fabriano, dove, per "reinventarsi", inizialmente, accettava praticamente tutti i lavori. Anni dopo il trasferimento a Lecco, grazie a un concorso delle ferrovie: divenne così macchinista.
Solo raggiunta l'età della pensione, Ferretti ha coltivato poi la passione per la pittura frequentando vari corsi all'Accademia di Brera. Suggestivi i paesaggi immortalati lungo l'Adda, diventati per lui luoghi del cuore. E a proposti di cuore, già 70enne, ha anche infilato la fede al dito, dopo aver incontrato l'anima gemella nella sua Isidra - "Isi" - professoressa di italiano, sposata in gran segreto, senza nemmeno avvisare i famigliari, rimastagli al fianco fino al 2013.
"Il suo vissuto è stato ricco di avventure e sfide, tutte affrontate con coraggio e tanta forza. La vita gli ha dato e tolto, ma lui non si è mai perso d'animo: ha saputo andare avanti prendendo il buono da ogni situazione e queste vicissitudini lo hanno reso un uomo esperto e maturo. La sua testimonianza è un prezioso patrimonio di tradizioni e di valori per tutti, in particolare i nostri giovani" aveva detto, in occasione della festa per il 101esimo compleanno, l'assessore Balossi, presente personalmente anche all'inaugurazione della mostra del mese scorso al Lavello, nel corso della quale l'artista aveva, con poche parole, ribadito l'intenzione di non voler vendere i suoi quadri, una parte dei quali esposti proprio presso la RSA di cui, fino a oggi, è stato ospite.
Lascia i fratelli Alberto, Sebastiano e Bruno con le rispettive famiglie.
I funerali si terranno venerdì 24 maggio, alle 10.45, nella chiesa di San Francesco, a Lecco.
All'età di 101 anni, si è spento Walter Ferretti, il "decano" di Calolziocorte o, come lo aveva definito l'assessore ai servizi sociali Tina Balossi, "il nonno di tutti".
Eppure nel capoluogo della Val San Martino, Ferretti, originario di Fabriano, in provincia di Ancona, ha trascorso solo l'ultimo tratto della sua lunga (e densa) vita.
Padre operaio nelle ferrovie e madre casalinga, primo di cinque figli, tutti maschi tranne una sorellina, durante la seconda guerra mondiale Walter venne arruolato quale giovane aviere e fatto poi prigioniero in Grecia. Deportato dapprima in Germania, venne infine trasferito dai nazisti, quale internato militare in uno dei campi di lavoro della Polonia. Liberato dai russi, fu costretto poi a rimanere nei territori occupati fino al 1946, con il ritorno a Fabriano, dove, per "reinventarsi", inizialmente, accettava praticamente tutti i lavori. Anni dopo il trasferimento a Lecco, grazie a un concorso delle ferrovie: divenne così macchinista.
Solo raggiunta l'età della pensione, Ferretti ha coltivato poi la passione per la pittura frequentando vari corsi all'Accademia di Brera. Suggestivi i paesaggi immortalati lungo l'Adda, diventati per lui luoghi del cuore. E a proposti di cuore, già 70enne, ha anche infilato la fede al dito, dopo aver incontrato l'anima gemella nella sua Isidra - "Isi" - professoressa di italiano, sposata in gran segreto, senza nemmeno avvisare i famigliari, rimastagli al fianco fino al 2013.
"Il suo vissuto è stato ricco di avventure e sfide, tutte affrontate con coraggio e tanta forza. La vita gli ha dato e tolto, ma lui non si è mai perso d'animo: ha saputo andare avanti prendendo il buono da ogni situazione e queste vicissitudini lo hanno reso un uomo esperto e maturo. La sua testimonianza è un prezioso patrimonio di tradizioni e di valori per tutti, in particolare i nostri giovani" aveva detto, in occasione della festa per il 101esimo compleanno, l'assessore Balossi, presente personalmente anche all'inaugurazione della mostra del mese scorso al Lavello, nel corso della quale l'artista aveva, con poche parole, ribadito l'intenzione di non voler vendere i suoi quadri, una parte dei quali esposti proprio presso la RSA di cui, fino a oggi, è stato ospite.
Lascia i fratelli Alberto, Sebastiano e Bruno con le rispettive famiglie.
I funerali si terranno venerdì 24 maggio, alle 10.45, nella chiesa di San Francesco, a Lecco.