Lecco: centinaia al corteo contro la ‘Fiocchi Munizioni’, città 'blindata' e un lascito di scritte ovunque
In tanti questo pomeriggio (un migliaio, probabilmente, alla partenza) – “vegliati” da un massiccio schieramento di forze dell’ordine - hanno accolto l’invito a scendere in piazza e prendere parte al corteo promosso “contro” la Fiocchi Munizioni su iniziativa dell’Assemblea permanente contro le guerre.
“L’Assemblea nasce dall’incontro di individui provenienti da percorsi diversi che, dopo essersi ritrovati in piazza a Lecco per manifestare contro il genocidio in atto a Gaza, hanno sentito l’urgente necessità di costruire una lotta in grado di coniugare alle classiche azioni di testimonianza delle pratiche che sappiano essere, qui ed ora, sabbia negli ingranaggi del militarismo. Una lotta portata avanti in modo non gerarchico e basato sulla condivisione dei vari bagagli di esperienze” ci hanno spiegato i promotori del corteo, manifestando la preoccupazione per il proliferare, a livello internazionale, di numerose guerre.
“Anche a livello nazionale stiamo assistendo ad un inasprimento della mai sopita guerra interna, combattuta dallo Stato attraverso due principali strumenti, il potenziamento dell’apparato tecnologico e il lavoro legislativo volto alla repressione di ogni anche minima forma di ribellione e opposizione alla narrazione ufficiale” hanno spiegato, evidenziando come questo stia avvenendo anche nel conflitto israeliano palestinese.
“Lo Stato di Israele è leader mondiale nelle tecnologie digitali ed ha l’esercito più avanzato al mondo per via del fatto che in oltre settant’anni di occupazione e di genocidio del popolo palestinese le ha potute testare sul campo. Tutto ciò è reso possibile dagli enormi finanziamenti da parte dell’Occidente e dalle strette collaborazioni tra centri di ricerca e università. Tutto questo va a costituire e rafforzare quella cultura della guerra che ci circonda: militari sempre più presenti nelle città, sistemi di videosorveglianza che monitorano costantemente ogni gesto ed ogni ambiente urbano, le nostre vite setacciate da un’infinità di protesi tecnologiche” hanno aggiunto.
“L’assemblea – ha spiegato il gruppo – vuole essere uno strumento che sia presente sul territorio, volto a creare un percorso aperto, orizzontale, condiviso e fuori da logiche di partito, il quale, con costanza e continuità possa costruire riflessioni e mobilitazioni nel lecchese e dintorni. Un contesto aperto a chi ha ben chiaro che è nostra responsabilità ostacolare l’escalation militare in atto, e crede che opporsi alle guerre sia opporsi ad una certa visione di mondo”.
In quest’ottica si pone il corteo odierno: “La Fiocchi Munizioni è la quattordicesima azienda in Italia per autorizzazioni all'esportazioni di armi e munizioni. Nonostante si pubblicizzi per "caccia e sport", in realtà guadagna per il 70 % dal settore "industria e difesa", esportando ovunque proiettilli di vario tipo e calibro, e persino granate da guerra. La piccola provincia lecchese, da gennaio a settembre, ha esportato verso tutto il mondo oltre 100 milioni di euro in armi e munizioni, con un aumento del 25 % rispetto al 2022 e del 70 % rispetto al 2021: non si può restare a guardare. Un corteo nella città in cui la Fiocchi ha la sua sede storica vuole essere solo l'inizio. In questi tempi di guerra, è necessario partire dal qui ed ora per inceppare gli ingranaggi del militarismo mondiale, che vede gli oppressi come pedine belliche sacrificabili. Per non divenire complici delle carneficine che stiamo vivendo in tutto il mondo è necessario agire, nelle proprie terre, contro tutti i produttori di guerra che ci troviamo attorno” hanno concluso.
Il corteo - scortato come detto da un massiccio schieramento di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e personale della Polizia Locale che hanno disposto altresì numerosi blocchi stradali deviando il traffico e presidiando - ha lasciato dietro di sé un'infinata serie di scritte "a tema", realizzate - bombolette alla mano - da partecipanti sensibili evidentemente alla causa della guerra, ma irrispettosi nei confronti della proprietà altrui e della cosa pubblica.
Paura tra i negozianti con molte saracinesche abbassate in città. Emblematica la scelta dell'immobiliare con sede davanti alla Fiocchi: ha addirittura sbarrato le vetrine con delle assi in legno, temendo il peggio.
Arrivati lì i manifestanti - con le fila ingrossate anche dal movimento anarchico - hanno continuato, come lungo la strada, a intervallare slogan e discorsi, in un sit-in dinnanzi alla Polizia in assetto antisommossa, a presidio dell'azienda.
“L’Assemblea nasce dall’incontro di individui provenienti da percorsi diversi che, dopo essersi ritrovati in piazza a Lecco per manifestare contro il genocidio in atto a Gaza, hanno sentito l’urgente necessità di costruire una lotta in grado di coniugare alle classiche azioni di testimonianza delle pratiche che sappiano essere, qui ed ora, sabbia negli ingranaggi del militarismo. Una lotta portata avanti in modo non gerarchico e basato sulla condivisione dei vari bagagli di esperienze” ci hanno spiegato i promotori del corteo, manifestando la preoccupazione per il proliferare, a livello internazionale, di numerose guerre.
“Anche a livello nazionale stiamo assistendo ad un inasprimento della mai sopita guerra interna, combattuta dallo Stato attraverso due principali strumenti, il potenziamento dell’apparato tecnologico e il lavoro legislativo volto alla repressione di ogni anche minima forma di ribellione e opposizione alla narrazione ufficiale” hanno spiegato, evidenziando come questo stia avvenendo anche nel conflitto israeliano palestinese.
“Lo Stato di Israele è leader mondiale nelle tecnologie digitali ed ha l’esercito più avanzato al mondo per via del fatto che in oltre settant’anni di occupazione e di genocidio del popolo palestinese le ha potute testare sul campo. Tutto ciò è reso possibile dagli enormi finanziamenti da parte dell’Occidente e dalle strette collaborazioni tra centri di ricerca e università. Tutto questo va a costituire e rafforzare quella cultura della guerra che ci circonda: militari sempre più presenti nelle città, sistemi di videosorveglianza che monitorano costantemente ogni gesto ed ogni ambiente urbano, le nostre vite setacciate da un’infinità di protesi tecnologiche” hanno aggiunto.
“L’assemblea – ha spiegato il gruppo – vuole essere uno strumento che sia presente sul territorio, volto a creare un percorso aperto, orizzontale, condiviso e fuori da logiche di partito, il quale, con costanza e continuità possa costruire riflessioni e mobilitazioni nel lecchese e dintorni. Un contesto aperto a chi ha ben chiaro che è nostra responsabilità ostacolare l’escalation militare in atto, e crede che opporsi alle guerre sia opporsi ad una certa visione di mondo”.
In quest’ottica si pone il corteo odierno: “La Fiocchi Munizioni è la quattordicesima azienda in Italia per autorizzazioni all'esportazioni di armi e munizioni. Nonostante si pubblicizzi per "caccia e sport", in realtà guadagna per il 70 % dal settore "industria e difesa", esportando ovunque proiettilli di vario tipo e calibro, e persino granate da guerra. La piccola provincia lecchese, da gennaio a settembre, ha esportato verso tutto il mondo oltre 100 milioni di euro in armi e munizioni, con un aumento del 25 % rispetto al 2022 e del 70 % rispetto al 2021: non si può restare a guardare. Un corteo nella città in cui la Fiocchi ha la sua sede storica vuole essere solo l'inizio. In questi tempi di guerra, è necessario partire dal qui ed ora per inceppare gli ingranaggi del militarismo mondiale, che vede gli oppressi come pedine belliche sacrificabili. Per non divenire complici delle carneficine che stiamo vivendo in tutto il mondo è necessario agire, nelle proprie terre, contro tutti i produttori di guerra che ci troviamo attorno” hanno concluso.
Il corteo - scortato come detto da un massiccio schieramento di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e personale della Polizia Locale che hanno disposto altresì numerosi blocchi stradali deviando il traffico e presidiando - ha lasciato dietro di sé un'infinata serie di scritte "a tema", realizzate - bombolette alla mano - da partecipanti sensibili evidentemente alla causa della guerra, ma irrispettosi nei confronti della proprietà altrui e della cosa pubblica.
Paura tra i negozianti con molte saracinesche abbassate in città. Emblematica la scelta dell'immobiliare con sede davanti alla Fiocchi: ha addirittura sbarrato le vetrine con delle assi in legno, temendo il peggio.
Arrivati lì i manifestanti - con le fila ingrossate anche dal movimento anarchico - hanno continuato, come lungo la strada, a intervallare slogan e discorsi, in un sit-in dinnanzi alla Polizia in assetto antisommossa, a presidio dell'azienda.