Presunta diffamazione nel caso Gilardi: in aula parla la “Iena” Nina Palmieri

Si è tenuta quest'oggi al cospetto del giudice Gianluca Piantadosi un'altra udienza della vicenda che vede sul banco degli imputati due giornaliste della trasmissione “Le iene”, Carlotta Bizzari e Giovanna “Nina” Palmieri oltre all'ex badante di Carlo Gilardi, Brahim El Mazoury, tutti accusati di diffamazione nei confronti dell'avvocato Elena Barra, all'epoca dei fatti amministratore di sostegno del professore di Airuno.
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La seduta di oggi, iniziata dopo le 10 e durata sino a pomeriggio inoltrato, ha visto la testimonianza di Nina Palmieri che, come la collega, è stata chiamata dal pubblico ministero Chiara Di Francesco a raccontare come era venuta a conoscenza della storia di Gilardi, quali erano state le persone intervistate, che quadro della situazione si era fatta dell'anziano e delle sue volontà.
Giornalista professionista, autrice dal 2011 e inviata dal 2013 del programma “Le Iene”, Palmieri ha dapprima inquadrato come avviene il lavoro in squadra nella fase di acquisizione e sviluppo di un determinato servizio, passando poi alla raccolta di informazioni e testimonianze.
Come già spiegato dalla collega Bizzarri, il caso del professor Gilardi era stato portato all'attenzione tramite una segnalazione testuale inviata da Brahim El Mazoury, su indicazione della dottoressa Agazzi, a Striscia la notizia e poi inoltrata alle Iene. A questo testo era seguito poi l'audio di 8 minuti che aveva colpito particolarmente le giornaliste. “Era potentissimo” ha detto al giudice.
Incalzata dal magistrato Nina Palmieri ha spiegato quale fosse il materiale a disposizione all'avvio del servizio: l'audio da 8 minuti di Gilardi e quello da 50 con la dottoressa Lanfranconi (precedente amministratore di sostegno), l'esposto di Gilardi verso la Lanfranconi, le interviste a Brahim e alla dottoressa Agazzi, la comunicazione del cambio di residenza del professore presso la casa del badante a Brivio, alcune lettere.
Relativamente alla presunta parte offesa, l'imputata ha spiegato come inizialmente sapesse solamente che era stata nominata da poco amministratore di sostegno mentre nulla circa l'estensione dei suoi poteri e della loro tipologia. E che tre erano stati i contatti diretti con la stessa.
Per quanto riguarda la CTU (Consulente Tecnico d'Ufficio del Tribunale) la conoscenza era avvenuta non direttamente ma attraverso le parole dell'avvocato Silvia Agazzi (che a suo tempo aveva sostenuto l'istanza di revoca dell'amministratore per conto di Gilardi).
Tra le “fonti” indicate, su richiesta del PM, la iena ha elencato Elena Barra che riportava le condizioni di Gilardi in Rsa, e appunto l'avvocato Agazzi che raccontava come l'anziano stesse bene nella struttura ma restasse fermamente contrario al rimanervi.
Terminate le domande del PM, la parola è passata alle difese per un contro-esame veloce. Più articolato, invece, l'intervento dell'avvocato Elena Ammannato (difesa Barra) che ha voluto far collocare temporalmente all'imputata la conoscenza della CTU rispetto al primo servizio, i primi contatti con la Lanfranconi, l'inseguimento del dottor Messina e la prima telefonata al sindaco di Airuno.
Terminata l'escussione il giudice ha rinviato al mese di giugno per l'audizione di 4 testi della difesa.
S.V.
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