Lecco: pestaggio al bar, un anno e 6 mesi a un magrebino

L’avvocato di parte civile Richard Martini, a fronte dei pesanti danni subiti dal proprio assistito e della onerosità delle cure cui ha dovuto sottoporsi, ha chiesto per l’imputato, accusato di una feroce aggressione avvenuta a Lecco nel marzo 2021, la condanna secondo i termini di legge e un risarcimento pari a 30mila euro.

Una richiesta parzialmente accolta dal giudice Gianluca Piantadosi che, nella prima mattinata di oggi, ha emesso sentenza di condanna a carico di Amza Labiad, marocchino senza fissa dimora, classe 1990, già gravato da precedenti. Portato in aula dalla polizia penitenziaria, è ritornato in carcere gravato da una pena a un anno e sei mesi di reclusione, oltre al risarcimento dei danni patrimoniali e non da quantificarsi davanti al giudice civile con riconoscimento alla persona offesa di una provvisionale di 10mila euro e la refusione alla stessa delle spese processuali sostenute quantificate in poco più di 3.400 euro.

Per Labiad la pubblica accusa aveva proposto una condanna a 2 anni e 2 mesi mentre la difesa si era battuta per l’assoluzione, in primis sostenendo la legittima difesa, ritenendo inverosimili i racconti della vittima e della testimone, o in subordine il minimo della pena.

I fatti risalgono al marzo 2021. L’imputato aveva raggiunto la vittima in compagnia di un’amica (ex fidanzata della parte civile e all’epoca dei fatti legata sentimentalmente a Labiad) presso un bar di corso Promessi Sposi.

Per cause non chiare, l’imputato improvvisamente aveva dato in escandescenze spintonando la donna e aggredendo il giovane con una ferocia tale, tra calci e pugni, da fargli perdere diversi denti e da renderlo una maschera di sangue. L’arrivo delle forze dell’ordine aveva messo fine all’aggressione, con il trasporto in ospedale del giovane, già invalido civile, che aveva rimediato un mese di prognosi.
S.V.
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