Lecco: dal Reddito di cittadinanza all'Assegno di inclusione, -50% di percettori
La presentazione dei dati riguardanti la nuova misura dell’Assegno di inclusione durante la commissione terza di mercoledì sera è stata l’occasione per scattare una fotografia della povertà nella città di Lecco e degli strumenti che dovrebbero contrastarla. Quello dell’inclusione sociale “è un servizio offerto dall’Ambito territoriale di Lecco e gestito dall’Impresa sociale Girasole che si rivolge a 31 Comuni - come ha spiegato Michela Maggi, coordinatrice dell’Ambito - Si è strutturato nella logica di un approccio alla povertà non solo legato all'assenza o alla presenza di un reddito e alla gestione di misure, ma con competenze e uno sguardo sulle situazioni che intercettano i nostri Comuni e grazie ai fondi del Pnrr stiamo allargando il raggio di azione”.
Ad entrare nel dettaglio di queste misure è stata l’assistente sociale Alice Gritti, coordinatrice del servizio. L’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro sono le due misure che da fine 2023 hanno sostituito il Reddito di cittadinanza introdotto nel 2019. L’Assegno di inclusione è destinato ai nuclei famigliari che hanno al loro interno almeno una persona che appartiene alla categoria definita “fragile” dalla normativa, ovvero minori, over 60, persone con disabilità medio grave, persone in condizioni di svantaggio. L’Assegno di inclusione va in continuità con il Reddito di cittadinanza per importo e durata: si protrae per 18 mesi rinnovabili e ha un ammontare composto da una componente variabile che arriva al massimo fino a 500 euro al mese e una componente fissa di 280 euro per coloro che hanno un contratto di affitto. Questa misura vede il coinvolgimento diretto dei servizi sociali del Comune. Diversamente funziona il Supporto per la formazione e il lavoro che non è erogato a nuclei famigliari ma a singoli individui di età compresa tra 18 e 59 anni per una durata di 12 mesi, non rinnovabili. L’erogazione della somma di 350 euro al mese è in questo caso subordinata all’adesione da parte del percettore dell’assegno alle politiche attive per il lavoro, come la dote GOL o i corsi di formazione. La regia di questa misura è gestita dai Centri per l’impiego.
I requisiti per usufruire di queste forme di sostegno al reddito sono diversi, i più significativi riguardano l’Isee che deve essere inferiore a 9.360 euro per l’Assegno di inclusione e a 6mila euro per il Supporto per la formazione e il lavoro, oltre che la cittadinanza, la residenza e il soggiorno. Inoltre, la persona che fa la richiesta non deve aver subito alcun tipo di condanna nei dieci anni precedenti, un requisito che il Reddito di cittadinanza prevedeva solo per reati gravi.
La dottoressa Gritti ha illustrato poi anche l’iter per attivare questi strumenti: la domanda va depositata presso i Caf, i patronati o l’Inps, dove si sottoscrive anche il Patto di attivazione digitale che consiste nella firma di un documento che riporta dati e recapiti dei richiedenti con il quale si autorizzano i Comuni a mettersi in contatto. Infatti, dopo la verifica dei requisiti che avviene da parte dell’Inps, inizia l’erogazione del beneficio il mese successivo alla presentazione della domanda ed entro 120 giorni dalla richiesta i beneficiari devono presentarsi alla chiamata dei servizi sociali per il colloquio conoscitivo. In seguito viene stilato un progetto personalizzato la cui implementazione viene monitorata ogni 90 giorni.
Ma veniamo alla situazione di Lecco: da dicembre 2023 ad oggi sono 145 i nuclei beneficiari dell’Assegno di inclusione e più del 50% ha fatto il primo colloquio con i servizi. Per quanto riguarda la “fragilità” di queste famiglie, il 44,1% ha un over 60 nel proprio nucleo, il 33% una persona con disabilità e il 22,9% dei minori. Sei le persone in condizione di svantaggio.
L’assistente sociale ha segnalato altri dati importanti: l’importo medio dell’assegno erogato a queste famiglie è di 407,53 euro, la composizione media dei nuclei è di 1,7 persone e il 70% dei beneficiari è già conosciuto dei servizi.
Molto significativo il confronto del numero dei beneficiari del Reddito di cittadinanza con quello dei beneficiari delle nuove misure nei rispettivi primi tre mesi di erogazione: 323 contro 175.
“A Lecco ci sono 22mila nuclei famigliari quindi all’epoca il Reddito di cittadinanza riguardava l’1,5% circa delle famiglie, l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro quasi il 50% in meno a fronte di un maggiore impegno richiesto ai servizi sociali. Questo perché le nuove misure hanno una scala di equivalenza molto diversa che, ad esempio, prevede l’esclusione dei maggiorenni e di coloro che hanno un reddito da lavoro. Inoltre, come aveva già evidenziato la Commissione Saraceno, queste misure penalizzano le famiglie con molti minorenni” ha fatto notare l’assessore ai Servizi sociali Emanuele Manzoni, che ha subito riconosciuto la gravità della situazione. “I dati restituiti dal rapporto Istat sulla povertà pubblicato in questi giorni ci dicono che i nuclei in povertà assoluta aumentano e questa condizione riguarda quasi sei milioni di persone. Un quadro che desta preoccupazione anche alla luce del fatto che le nuove misure di sostegno al reddito fanno fatica ad intercettare i nuclei più numerosi, passando da una misura universale come era il reddito di cittadinanza a una più escludente, che paradossalmente penalizza le famiglie numerose”. A fronte di questa situazione il Comune di Lecco si sta attivando per potenziare quei servizi, come Cesea, che mettono in campo degli strumenti in grado di arginare le condizioni di vulnerabilità più grave.
Ad entrare nel dettaglio di queste misure è stata l’assistente sociale Alice Gritti, coordinatrice del servizio. L’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro sono le due misure che da fine 2023 hanno sostituito il Reddito di cittadinanza introdotto nel 2019. L’Assegno di inclusione è destinato ai nuclei famigliari che hanno al loro interno almeno una persona che appartiene alla categoria definita “fragile” dalla normativa, ovvero minori, over 60, persone con disabilità medio grave, persone in condizioni di svantaggio. L’Assegno di inclusione va in continuità con il Reddito di cittadinanza per importo e durata: si protrae per 18 mesi rinnovabili e ha un ammontare composto da una componente variabile che arriva al massimo fino a 500 euro al mese e una componente fissa di 280 euro per coloro che hanno un contratto di affitto. Questa misura vede il coinvolgimento diretto dei servizi sociali del Comune. Diversamente funziona il Supporto per la formazione e il lavoro che non è erogato a nuclei famigliari ma a singoli individui di età compresa tra 18 e 59 anni per una durata di 12 mesi, non rinnovabili. L’erogazione della somma di 350 euro al mese è in questo caso subordinata all’adesione da parte del percettore dell’assegno alle politiche attive per il lavoro, come la dote GOL o i corsi di formazione. La regia di questa misura è gestita dai Centri per l’impiego.
I requisiti per usufruire di queste forme di sostegno al reddito sono diversi, i più significativi riguardano l’Isee che deve essere inferiore a 9.360 euro per l’Assegno di inclusione e a 6mila euro per il Supporto per la formazione e il lavoro, oltre che la cittadinanza, la residenza e il soggiorno. Inoltre, la persona che fa la richiesta non deve aver subito alcun tipo di condanna nei dieci anni precedenti, un requisito che il Reddito di cittadinanza prevedeva solo per reati gravi.
La dottoressa Gritti ha illustrato poi anche l’iter per attivare questi strumenti: la domanda va depositata presso i Caf, i patronati o l’Inps, dove si sottoscrive anche il Patto di attivazione digitale che consiste nella firma di un documento che riporta dati e recapiti dei richiedenti con il quale si autorizzano i Comuni a mettersi in contatto. Infatti, dopo la verifica dei requisiti che avviene da parte dell’Inps, inizia l’erogazione del beneficio il mese successivo alla presentazione della domanda ed entro 120 giorni dalla richiesta i beneficiari devono presentarsi alla chiamata dei servizi sociali per il colloquio conoscitivo. In seguito viene stilato un progetto personalizzato la cui implementazione viene monitorata ogni 90 giorni.
Ma veniamo alla situazione di Lecco: da dicembre 2023 ad oggi sono 145 i nuclei beneficiari dell’Assegno di inclusione e più del 50% ha fatto il primo colloquio con i servizi. Per quanto riguarda la “fragilità” di queste famiglie, il 44,1% ha un over 60 nel proprio nucleo, il 33% una persona con disabilità e il 22,9% dei minori. Sei le persone in condizione di svantaggio.
L’assistente sociale ha segnalato altri dati importanti: l’importo medio dell’assegno erogato a queste famiglie è di 407,53 euro, la composizione media dei nuclei è di 1,7 persone e il 70% dei beneficiari è già conosciuto dei servizi.
Molto significativo il confronto del numero dei beneficiari del Reddito di cittadinanza con quello dei beneficiari delle nuove misure nei rispettivi primi tre mesi di erogazione: 323 contro 175.
“A Lecco ci sono 22mila nuclei famigliari quindi all’epoca il Reddito di cittadinanza riguardava l’1,5% circa delle famiglie, l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro quasi il 50% in meno a fronte di un maggiore impegno richiesto ai servizi sociali. Questo perché le nuove misure hanno una scala di equivalenza molto diversa che, ad esempio, prevede l’esclusione dei maggiorenni e di coloro che hanno un reddito da lavoro. Inoltre, come aveva già evidenziato la Commissione Saraceno, queste misure penalizzano le famiglie con molti minorenni” ha fatto notare l’assessore ai Servizi sociali Emanuele Manzoni, che ha subito riconosciuto la gravità della situazione. “I dati restituiti dal rapporto Istat sulla povertà pubblicato in questi giorni ci dicono che i nuclei in povertà assoluta aumentano e questa condizione riguarda quasi sei milioni di persone. Un quadro che desta preoccupazione anche alla luce del fatto che le nuove misure di sostegno al reddito fanno fatica ad intercettare i nuclei più numerosi, passando da una misura universale come era il reddito di cittadinanza a una più escludente, che paradossalmente penalizza le famiglie numerose”. A fronte di questa situazione il Comune di Lecco si sta attivando per potenziare quei servizi, come Cesea, che mettono in campo degli strumenti in grado di arginare le condizioni di vulnerabilità più grave.
M.V.