Lecco: il 18 si rievoca il delitto del maestro Paleari
Nell’iniziativa prevista sabato 18 maggio, alle 15.00, nella vallata del Gerenzone, organizzata e promossa dalla Filarmonica “Giuseppe Verdi” fondata nel 1809 a San Giovanni di Lecco, torna alla ribalta il delitto avvenuto fra Laorca e Malavedo nel 1902. Sarà rievocato nell’interpretazione di Francesco D’Alessio e di Ancilla Oggioni, prevista, appunto, nel pomeriggio del 18 con ritrovo nella piazza di fronte al bar Sole, presso il ponte di Malavedo e l’antistante farmacia Cuzzocrea.
La sera del 12 marzo 1902, intorno alle 20.00, il maestro Angelo Paleari tornava dalla frazione di Pomedo, sopra Laorca, lungo la strada provinciale, e venne trovato in condizioni gravissime nel tratto dell’attuale corso Monte San Gabriele, vicino ai numeri civici 43-45. Paleari venne soccorso da passanti, steso a terra in mezzo alla strada, privo di sensi, con una lesione profonda alla testa prodotta da un corpo contundente. Fu subito chiamato il medico di san Giovanni, dott. Caldara, che osservò la ferita dichiarando che non poteva essere causata né da caduta né da altra causa accidentale personale, ma da violenza esterna. Trasportato nella propria abitazione a Panigada di Rancio, il maestro moriva nella notte successiva. Il fatto rimase avvolto da mistero; non furono mai identificati i responsabili.
Il maestro Paleari aveva 49 anni ed era nativo di Monza. Nel suo vasto repertorio di autore spiccava il brano “Il laminatoio di Malavedo”, dedicato alla Lecco industriale. Per quanto trapelato dalle indagini sul delitto, l’aggressione fu, probabilmente, superiore alle intenzioni dell’assalitore che agì per risentimento personale e che intendeva dare al maestro solo una “randellata” di avvertimento, divenuta, purtroppo, più pesante del previsto.
Nel 1951 il Corpo musicale “Giuseppe Verdi”, inaugurando la nuova bandiera e la nuova divisa, volle anche collocare una lapide ricordo sul luogo dove Paleari cinquant’anni prima era stato colpito a morte. Erano tempi di un traffico ben diverso da quello attuale, quando sulla Lecco-Ballabio si poteva allineare una banda e provocare solo il blocco di qualche automezzo o carro con cavalli. La targa è rimasta sino al dicembre 2000, quando il passaggio sempre più intenso di camion e ingombranti ha investito anche la lapide caduta in frammenti con altri detriti e terriccio.
È poi sceso l’oblio del tempo sul tragico evento lungo la strada della Valsassina più che mai tormentata da un traffico paralizzante in attesa della nuova arteria sul fronte viario che sale dalla città di Lecco, versante Belledo e Germanedo. C’è da aggiungere che quando avvenne il delitto Paleari la filarmonica di San Giovanni non era ancora intitolata al librettista dell'Aida: ciò avvenne il 10 maggio 1913, quanto venne celebrato il centenario verdiano. Ora riemerge dalle nebbie del tempo la vicenda di un delitto rimasto oscuro: la rievocazione di sabato 18 maggio porterà qualche novità?
La sera del 12 marzo 1902, intorno alle 20.00, il maestro Angelo Paleari tornava dalla frazione di Pomedo, sopra Laorca, lungo la strada provinciale, e venne trovato in condizioni gravissime nel tratto dell’attuale corso Monte San Gabriele, vicino ai numeri civici 43-45. Paleari venne soccorso da passanti, steso a terra in mezzo alla strada, privo di sensi, con una lesione profonda alla testa prodotta da un corpo contundente. Fu subito chiamato il medico di san Giovanni, dott. Caldara, che osservò la ferita dichiarando che non poteva essere causata né da caduta né da altra causa accidentale personale, ma da violenza esterna. Trasportato nella propria abitazione a Panigada di Rancio, il maestro moriva nella notte successiva. Il fatto rimase avvolto da mistero; non furono mai identificati i responsabili.
Il maestro Paleari aveva 49 anni ed era nativo di Monza. Nel suo vasto repertorio di autore spiccava il brano “Il laminatoio di Malavedo”, dedicato alla Lecco industriale. Per quanto trapelato dalle indagini sul delitto, l’aggressione fu, probabilmente, superiore alle intenzioni dell’assalitore che agì per risentimento personale e che intendeva dare al maestro solo una “randellata” di avvertimento, divenuta, purtroppo, più pesante del previsto.
Nel 1951 il Corpo musicale “Giuseppe Verdi”, inaugurando la nuova bandiera e la nuova divisa, volle anche collocare una lapide ricordo sul luogo dove Paleari cinquant’anni prima era stato colpito a morte. Erano tempi di un traffico ben diverso da quello attuale, quando sulla Lecco-Ballabio si poteva allineare una banda e provocare solo il blocco di qualche automezzo o carro con cavalli. La targa è rimasta sino al dicembre 2000, quando il passaggio sempre più intenso di camion e ingombranti ha investito anche la lapide caduta in frammenti con altri detriti e terriccio.
È poi sceso l’oblio del tempo sul tragico evento lungo la strada della Valsassina più che mai tormentata da un traffico paralizzante in attesa della nuova arteria sul fronte viario che sale dalla città di Lecco, versante Belledo e Germanedo. C’è da aggiungere che quando avvenne il delitto Paleari la filarmonica di San Giovanni non era ancora intitolata al librettista dell'Aida: ciò avvenne il 10 maggio 1913, quanto venne celebrato il centenario verdiano. Ora riemerge dalle nebbie del tempo la vicenda di un delitto rimasto oscuro: la rievocazione di sabato 18 maggio porterà qualche novità?
A.B.
Date evento
sabato, 18 maggio 2024