Lecco perduta/426: l’ultima tappa in città del Giro d’Italia è stata nel 1984

Si parla e si commenta del Giro d’Italia in corso, che vede super favorito il già maglia rosa Tadej Pogacar. Lecco è stata scelta quale arrivo di tappa, l’ultima volta, nel 1984. Il traguardo era su via Eremo, in quartiere Germanedo, dove c’era ancora la vasta area verde sulla quale sorgerà il nuovo ed attuale ospedale “Alessandro Manzoni”.
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L'arrivo a Lecco, in via Eremo del Giro d'Italia 1984

Era il Giro d’Italia che terminò all’Arena di Verona con la vittoria di Francesco Moser. Vi sono stati altri arrivi di tappa nel territorio lecchese, dai Piani Resinelli a Barzio, ma non in città. C’è da ricordare anche la cronometro della Brianza, con arrivo a Monticello Brianza, che vedeva nel tracciato il ripido strappo verso il santuario della Madonna del Bosco, ad Imbersago. La parte finale della cronometro era in provincia di Lecco.
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L'arrivo della tappa 1956 davanti al palazzo Gerosa Crotta di corso Martiri

Per quanto riguarda il primo arrivo di tappa a Lecco bisogna risalire all’edizione del Giro 1956. Lo striscione del traguardo era in corso Martiri, davanti al palazzo con i portici Gerosa Crotta. Vinse in volata Giorgio Albani, corridore di Monza che indossava la casacca verde oliva della Legnano.
I lecchesi devono ricordare Vincenzo Torriani, storico organizzatore del Giro, che portò più volte lo striscione d’arrivo nella città e nel territorio. Era nota la sua amicizia con Renato Corbetta, presidente dell’Ente Lecchese Manifestazioni, che più volte Torriani aveva incaricato di ruoli organizzativi per preparare al Sud tappe del Giro del Mediterraneo, da Napoli a Palermo, nonché corse note come la Milano-Torino ed il Giro di Lombardia.
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Vincenzo Torriani e Renato Corbetta, a Lecco, alla partenza del Giro d'Italia 1984

Sempre Corbetta ricordava in un’intervista per i 50 anni dell’ELMA che, grazie a Torriani, vi sono stati altri importanti avvenimenti sportivi nel lecchese, come la 100 chilometri di marcia, con arrivi a Lecco ed a Mandello, e poi l’edizione 1958 delle “Cento corse San pellegrino”, dedicate alle speranze del ciclismo. A Lecco, in viale Turati, si concluse la tappa transitata dal Ghisallo; il giorno dopo si svolse la cronoscalata sino a Barzio.
Nella storia del Giro d’Italia a Lecco la data più importante è quella del 2 giugno 1960, gara a cronometro individuale da Seregno a Lecco, con arrivo in corso Martiri a Pescarenico davanti al bar del popolare tifoso granata e bluceleste Micheletti. Vinse trionfalmente il francese Jacques Anquetil, che si aggiudicò il Giro. La cronometro a Lecco ebbe un’eccezionale rilevanza televisiva (con telecronista il non certo dimenticato Adriano De Zan) perché, per la prima volta, le telecamere fissavano le riprese non solo sul rettilineo d’arrivo ma in altre località precedenti sul tracciato, nelle zone degli allora due ponti stradali lungo l’Adda, al termine del Lario.
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L'arrivo della cronometro in corso Martiri, a Pescarenico, nel 1960
La tappa a cronometro del 1960 si inserì anche nel clima di eccezionale entusiasmo sportivo dei lecchesi, che festeggiavano i blucelesti del presidente Mario Ceppi e dell’allenatore Angelo Piccioli promossi in serie A, unica squadra in quel campionato di una città non capoluogo di provincia. Sulla tribuna d’onore delle autorità all’arrivo della crono in corso Martiri trovò posto la squadra bluceleste, con presidente, allenatore ed altri dirigenti.
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Gino Bartali a Lecco con la squadra San Pellegrino; c'è nella foto anche il massaggiatore lecchese Vittoria Chiappa, tante volte presente al Giro

C’è da ricordare che la tappa lecchese di Monticello Brianza festeggiò un atleta dei tempi d’oro del ciclismo, da sempre legato al territorio lecchese, il grande Fiorenzo Magni, campione dopo Fausto Coppi e Gino Bartali. Lo stesso Fiorenzo Magni è stato anche il mossiere della prima pedalata manzoniana sui luoghi dei Promessi Sposi. Sempre Magni ha convocato gli azzurri del ciclismo negli anni 1966/1967, in vista dei mondiali, nel ritiro di Tartavalle Terme in Valsassina, facendo disputare anche il Gran Premio ciclistico della valle, con partenza ed arrivo a Pasturo, in concomitanza con la Sagra delle Sagre dell’ELMA.
C’è, però, da evidenziare, al termine di questo breve riassunto ciclistico, che il primo Giro di grande corsa a tappe arrivato a Lecco è stato, nel 1954, il Giro della Svizzera. Sul rettilineo del lungolago, in località Brick Caviate vi fu l’arrivo solitario di Donato Zampini, corridore lombardo che ben conosceva le strade lariane. E’ stato il Giro della Svizzera vinto da Fausto Coppi che indossava la maglia iridata di campione del mondo. Da Lecco, piazza Mazzini, il giorno dopo l’arrivo di tappa, partì la cronometro verso Lugano, vinta da Fausto Coppi che si aggiudicò anche il Giro.
Insomma sul traguardo “simbolico” di Lecco è arrivato prima il Giro della Svizzera che quello d’Italia. E’ auspicabile che questo ultimo possa ritrovare prossimamente un traguardo a Lecco. 
Non sono mancati nel Giro d’Italia anche corridori lecchesi che hanno partecipato alla gara a tappe per la maglia rosa e possiamo ricordare Costantino Conti, detto Tino, di Nibionno; il valsassinese di Introbio Massimo Codol; il lecchese Oscar Pozzi, proveniente da una famiglia di tradizione e passione autentiche per le due ruote a pedale.
A.B.
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