Premana: il Ristoro dell’Alpe Premaniga riapre i battenti grazie ad Armida Pomoni… e ai suoi preziosi aiutanti
Circa un’ora di cammino partendo da Premana, attraverso la vecchia mulattiera che si snoda tra i boschi sopra l’abitato del paese dell’Alta Valvarrone, oppure dalla strada agrosilvopastorale, facilmente percorribile anche in mountain bike: questo è lo “sforzo” richiesto a chi voglia raggiungere il Ristoro dell’Alpe Premaniga, situato presso l’omonimo alpeggio. Dopo una bella passeggiata, ad accoglierlo troverà Armida Pomoni, premanese, che dallo scorso dicembre ha assunto la gestione dello splendido ristoro allestito all’interno dello stabile che ospita la cascina dell’alpeggio.
“Era sostanzialmente dal 2010 che avevo questo chiodo fisso, questa idea di gestire un rifugio o un ristoro” ci racconta. Le esperienze vissute come aiutante presso il Rifugio Ca Runcasch (in Valmalenco) nelle estati del 2011 e del 2012 e presso il Rifugio Valbiandino solo un paio di anni fa sono servite proprio come palestra in vista di questa nuova grande “avventura”.
“In estate mi è giunta la notizia che i precedenti gestori avrebbero lasciato al termine della stagione. Dentro di me, avrei voluto subito lanciarmi in questa sfida, ma realisticamente sapevo che fare tutto da sola sarebbe stato impossibile” ci spiega ancora la premanese.
A dicembre, ecco l’occasione inaspettata: Armida apprende che il suo coetaneo (e compaesano) Dionigi – detto Gigi - Gianola sta coltivando da tempo lo stesso desiderio: quello di far funzionare un rifugio.
“Ci siamo trovati una sera a fare quattro chiacchere e in men che non si dica abbiamo preso la decisione definitiva” raccontano i due, ricordando con entusiasmo quei giorni tanto frenetici quanto carichi di euforia e di aspettative. “Fondamentale è stato il supporto che abbiamo ricevuto fin da subito dalle nostre famiglie” ci tiene a ribadire Armida. Tanto è vero che il Ristoro Alpe Premaniga, in funzione dallo scorso 24 marzo, si regge anche sul grande aiuto della sorella Sandra – “addetta” alle torte - e delle nipoti di Armida (che a turno le danno una mano); oltre che sui familiari di Gigi – dalla moglie Bianca ai figli Manuel, Mattia e Patrizia. “Senza il loro aiuto e la loro disponibilità non ce l’avremmo fatta” sottolineano ancora i due.
Per Armida, poi, la possibilità di gestire un ristoro presso l’Alpe Premaniga assume un significato molto speciale, legato alle memorie della sua infanzia e al rapporto che da tanti anni la unisce a quell’alpeggio sui monti di Premana. “Sono sempre stata molto affezionata a questo posto. Da piccola passavo qui tutta l’estate perché i miei genitori erano in alpeggio con le mucche” racconta, spiegando come “gli alpigiani di Premaniga tengono molto alla nostra cascina e la sentono “un po’ loro”, perché tutti hanno contribuito a realizzarla e, con grandi sforzi, l’hanno ristrutturata quando ancora non esisteva la VASP. Perciò, mi sarebbe dispiaciuto molto vederla lì “a far nulla””.
La premanese, perciò, si è proposta innanzitutto di “fornire un servizio e un luogo di aggregazione per gli alpigiani, anche per creare una bella atmosfera e una certa armonia sul nostro alpeggio”. In più, “ho visto un’enorme potenzialità per questo ristoro, anche se temevo che negli ultimi anni avesse perso un po’ di immagine”.
Per ora, invece, a un mese dalla sua apertura il Ristoro dell’Alpe Premaniga sembra funzionare splendidamente. “In tanti accorrono nel weekend per pranzi e cene, ma anche solo per una merenda o per un aperitivo. I premanesi hanno risposto, come da loro solito, alla grande, ma stanno passando già anche un po’ di forestieri” ci racconta Armida.
L’offerta dell’Alpe Premaniga si inserisce in un quadro dove i rifugi e i ristori nel premanese hanno riacquisito slancio e visibilità. Dal Rifugio Ariaàl – che Davide, Lorenzo e Lucia hanno reso davvero un posto rinomato in provincia e non solo - al Casera Vecchia di Varrone – che ha appena cambiato gestione e che registra spesso il “tutto esaurito” nei weekend – fino alle realtà ormai consolidate del Ristoro Giabi e del Ristoro Peter all’Alpe Vegessa. Il tutto in attesa dei lavori di ristrutturazione del Ristoro Malga Artino, presso l’omonima Alpe. Un territorio – quello dell’Alta Valle – che almeno su questo lato sta vivendo dunque una certa “rinascita” dal punto di vista turistico. Un turismo certamente genuino e “slow”, che riscopre il territorio e i legami con le persone che lo vivono.
“Era sostanzialmente dal 2010 che avevo questo chiodo fisso, questa idea di gestire un rifugio o un ristoro” ci racconta. Le esperienze vissute come aiutante presso il Rifugio Ca Runcasch (in Valmalenco) nelle estati del 2011 e del 2012 e presso il Rifugio Valbiandino solo un paio di anni fa sono servite proprio come palestra in vista di questa nuova grande “avventura”.
“In estate mi è giunta la notizia che i precedenti gestori avrebbero lasciato al termine della stagione. Dentro di me, avrei voluto subito lanciarmi in questa sfida, ma realisticamente sapevo che fare tutto da sola sarebbe stato impossibile” ci spiega ancora la premanese.
A dicembre, ecco l’occasione inaspettata: Armida apprende che il suo coetaneo (e compaesano) Dionigi – detto Gigi - Gianola sta coltivando da tempo lo stesso desiderio: quello di far funzionare un rifugio.
“Ci siamo trovati una sera a fare quattro chiacchere e in men che non si dica abbiamo preso la decisione definitiva” raccontano i due, ricordando con entusiasmo quei giorni tanto frenetici quanto carichi di euforia e di aspettative. “Fondamentale è stato il supporto che abbiamo ricevuto fin da subito dalle nostre famiglie” ci tiene a ribadire Armida. Tanto è vero che il Ristoro Alpe Premaniga, in funzione dallo scorso 24 marzo, si regge anche sul grande aiuto della sorella Sandra – “addetta” alle torte - e delle nipoti di Armida (che a turno le danno una mano); oltre che sui familiari di Gigi – dalla moglie Bianca ai figli Manuel, Mattia e Patrizia. “Senza il loro aiuto e la loro disponibilità non ce l’avremmo fatta” sottolineano ancora i due.
Per Armida, poi, la possibilità di gestire un ristoro presso l’Alpe Premaniga assume un significato molto speciale, legato alle memorie della sua infanzia e al rapporto che da tanti anni la unisce a quell’alpeggio sui monti di Premana. “Sono sempre stata molto affezionata a questo posto. Da piccola passavo qui tutta l’estate perché i miei genitori erano in alpeggio con le mucche” racconta, spiegando come “gli alpigiani di Premaniga tengono molto alla nostra cascina e la sentono “un po’ loro”, perché tutti hanno contribuito a realizzarla e, con grandi sforzi, l’hanno ristrutturata quando ancora non esisteva la VASP. Perciò, mi sarebbe dispiaciuto molto vederla lì “a far nulla””.
La premanese, perciò, si è proposta innanzitutto di “fornire un servizio e un luogo di aggregazione per gli alpigiani, anche per creare una bella atmosfera e una certa armonia sul nostro alpeggio”. In più, “ho visto un’enorme potenzialità per questo ristoro, anche se temevo che negli ultimi anni avesse perso un po’ di immagine”.
Per ora, invece, a un mese dalla sua apertura il Ristoro dell’Alpe Premaniga sembra funzionare splendidamente. “In tanti accorrono nel weekend per pranzi e cene, ma anche solo per una merenda o per un aperitivo. I premanesi hanno risposto, come da loro solito, alla grande, ma stanno passando già anche un po’ di forestieri” ci racconta Armida.
“Il lavoro da fare è tanto, ma sono una persona felice perché ho realizzato quello che era il mio sogno da una vita” ci confida ancora. “Il giorno di Pasqua abbiamo tenuto una piccola cerimonia d’inaugurazione, alla presenza del sindaco Elide Codega. Sulle note dell’Inno di Mameli, abbiamo issato il tricolore sul tetto del ristoro e… devo dire che mi sono davvero commossa” ci ha raccontato ancora.
La stagione è appena iniziata, così come la nuova esperienza di Armida, di Gigi e dei loro preziosi aiutanti. Ora, il Ristoro dell’Alpe Premaniga sarà aperto tutti weekend e per l’intero mese di agosto. La prenotazione per pranzi e cene è sempre consigliata.
Alessandro Tenderini