Premana, 25 aprile: gli esempi di Matteotti e del Tenente Todeschini nel discorso del vicesindaco

Anche la comunità premanese ha reso omaggio – in occasione della Festa della Liberazione – a chi ormai quasi ottant’anni fa si batté con coraggio, e spesso a spese della propria vita, per liberare la nostra patria dal giogo fascista. 
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Le celebrazioni per il 25 aprile si sono aperte con il corteo formato dalle autorità civili, dalle scolaresche e dai rappresentanti delle associazioni e guidato dal Corpo Bandistico San Dionigi, che, a partire dalla Chiesa dell’Immacolata, ha raggiunto la parrocchiale di Premana. Al termine della messa delle 20.30 – celebrata da don Matteo Albani – la cerimonia si è spostata presso il monumento dei Caduti, dove la Banda ha intonato “La leggenda del Piave” e l’Inno di Mameli.
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Tre bambini delle elementari – accompagnati dal capogruppo degli Alpini di Premana, Morris Codega – hanno scandito uno per uno i nomi dei premanesi Caduti nel corso del primo e del secondo conflitto mondiale e della Guerra di Liberazione. “Presente” la risposta corale dei tanti compaesani radunatesi presso il monumento; risposta che testimonia la volontà di mantenere vivo il ricordo di chi ha combattuto per garantire alle generazioni successive una vita libera e degna di questo nome.
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La benedizione importati da don Matteo

Prima della benedizione solenne impartita dallo stesso don Matteo, il vicesindaco Domenico Pomoni ha pronunciato il proprio discorso, che in questo 2024 ha avuto una genesi molto originale. 
“Vi voglio raccontare dell’esperienza che ho vissuto il giorno 11 aprile, in compagnia dei ragazzi e delle ragazze delle classi terze dell’Istituto di Formazione Professionale “Oliver Twist” di Como. Ho avuto la fortuna di partecipare ad un laboratorio con gli studenti e le studentesse, che prevedeva la mia partecipazione come rappresentante istituzionale di un Comune, per parlare loro del 25 aprile. Abbiamo iniziato con una lezione frontale, dove ho parlato loro, in sintesi, dello svolgimento della Seconda Guerra Mondiale, per arrivare poi alla Guerra di Liberazione. La breve lezione si è conclusa con la mia richiesta ai ragazzi, di aiutarmi a scrivere il discorso per il 25 aprile, chiedendo loro di riflettere su 2 domande: Che cos’è la libertà per voi? Cosa vi opprime?” ha spiegato Pomoni, che in seguito ha riportato alcuni degli spunti proposti dai ragazzi dell’Oliver Twist. 
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Domenico Pomoni

Tra questi: 
“Libertà è poter uscire il sabato sera senza un coprifuoco o con il rischio di un attacco militare, libertà di poter uscire a fare una passeggiata senza la paura di non tornare a casa perché professiamo ideologie diverse, pratichiamo religioni diverse, abbiamo carnagioni diverse, per avere un orientamento sessuale diverso da quello che conosciamo classicamente. La libertà è il primo mattone da mettere per costruire la Dignità di una persona.” 

“La lotta per la libertà può essere una delle esperienze più emozionanti e commoventi per un adolescente. [...] È un percorso di crescita, di coraggio e di speranza, che parla del desiderio universale di trovare il proprio posto nel mondo e di vivere una vita autentica e soddisfacente.”

Pomoni ha successivamente aggiunto alcuni spunti personali, sottolineando che “la libertà è un bene sociale che però deve essere trattato bene, che è come un bellissimo fiore di cui prendersi cura, perché ha bisogno di costanti cure, e di non pensare di poter eccedere nella propria libertà se questa va a limitare la libertà degli altri”, oltre che “essere liberi è conservare noi stessi ed il nostro prossimo, grazie alle vite che si sono immolate per sradicare la grande oppressione che il regime totalitario fascista ha instaurato nel nostro paese”.
Infine, due le figure scelte dal vicesindaco premanese quali esempi di lotta e sacrificio per la libertà. In primis, “quella che può essere definita la prima vittima del fascismo. Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, prese la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni del 6 aprile. Il discorso è rimasto famoso sia perché l'oratore denunciò con grande coraggio la nuova serie di violenze, illegalità ed abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni, sia perché 10 giorni dopo, il 10 giugno 1924, venne rapito e assassinato dalla polizia segreta fascista. Matteotti ha obbedito al suo sentimento di libertà, e si è esposto contro tutti per preservarlo”. In secondo luogo, il Tenente Giovanni Battista Todeschini, la cui vicenda è “testimonianza di chi ha obbedito al sentimento di lottare per la libertà fino in fondo, fino a consegnarsi ai fascisti per difendere la vita dei suoi amici, del suo paese, fino a perderla, la vita”.

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Pomoni ha proseguito con un’esortazione rivolta a tutti i presenti: “tocca a noi tutti mettersi in gioco per la democrazia e la libertà, a partire dal diritto e dal dovere che abbiamo di esprimere il nostro voto nelle elezioni, di interessarci della nostra società, di dare ciascuno il proprio contributo”. “La libertà si costruisce e la si mantiene con l’impegno, non con il disinteresse. Viva l’Italia libera!” ha concluso. Mentre il Corpo Bandistico ha chiuso la cerimonia sulle note di “Bella Ciao”.
A.Te.
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