Esino: 'ti preoccupavi di garantire sicurezza al paese e non abbiamo potuto garantire la tua'. L'addio a Beghetto
Nel giorno in cui tutto lo Stivale celebra la Festa di Liberazione, la comunità di Esino Lario si è fermata per tributare l'ultimo saluto a Pierluigi Beghetto, quel Gigi residente con moglie e figli a Usmate Velate, ma assessore in Comune e volontario al servizio del paese con più "casacche" strappato improvvisamente alla vita domenica scorsa, sull'uscio di casa, per mano - armata - di un altro membro di quel piccolo borgo tornato così, dalla sera alla mattina, senza volerlo, al centro delle cronache, dopo essersi “fatto un nome” con l'evento internazionale Wikimania.
"Come possiamo stare dentro al dolore, a qualcosa che si ha turbato e scombussolati? Non abbiamo la capacità di stare dentro a ciò che è negativo, a ciò che è dolore, a ciò che è sofferenza, a ciò che è morte. E' qualcosa di sovrumano" ha riconosciuto, nella propria omelia, pronunciata dinnanzi a una platea attonita, il parroco don Carlo Motta, recentemente approdato a Esino da Calco, chiedendo anche come "trovare le parole per arrivare, come una goccia d'acqua, per sanare un attimo quel fuoco che brucia dentro e che diventa lacerante. Tante parole sono state dette, scritte, forse anche troppe. Credo che questo religioso silenzio che si sta creando sia l'atteggiamento più giusto, quello in cui uno riconosce la bellezza della preghiera" ha aggiunto ancora, mentre effettivamente nella piccola parrocchiale di San Vittore si stava creando un'atmosfera quasi sospesa, con gli intervenuti effettivamente in ascolto, consci forse di come, in un momento del genere, non resta altro che il silenzio.
E la fede. Quella fede che, elevando ad esempio Giobbe, citato nelle Letture scelte per il rito funebre, fa davvero ritenere che "alla fine, Dio è l'unica cosa che rimarrà" e che pensare alla morte - come ha aggiunto don Carlo - voglia dire pensare ad un incontro: "Pierluigi è arrivato, noi siamo ancora in cammino".
Cappello d'alpino in testa, fascia tricolore al collo, Piero Pensa - sostenuto dai primi cittadini di altri comuni del territorio nonché da altri rappresentanti istituzionali, come il presidente della Comunità Montana Fabio Canepari - nel prendere la parola per ricordare il proprio assessore, non ha mancato a sua volta di condividere con la comunità alcuni interrogativi. Tra tutti, pensando al male che si è infiltrato, nel disagio, "cosa noi tutti possiamo mettere in campo per costruire un percorso incisivo che aiuti a generare anticorpi?". Domande toste, che richiederanno una riflessione. Da qui la convinzione di poter contare, anche in questo percorso, su Gigi. "Sarai presente e disponibile, da lassù, come lo sei sempre stato".
"Avevi visione a 360 gradi delle problematiche da affrontare e avresti voluto risolverle subito, contemporaneamente. Era come se tu sapessi che la vita è breve e provvisoria" ha altresì aggiunto Maura Dell'Era, rivolgendosi direttamente al collega di Giunta. "Ti preoccupavi di garantire sicurezza al paese e di tutti noi, e noi, purtroppo, con immenso dolore, non abbiamo potuto garantire la tua. Ti ringraziamo per il tempo dedicato agli altri, per l'esempio che hai lasciato, per il bene che ci hai dato e voluto. Anche noi ti abbiamo voluto bene per quello che eri, la tua umanità e i tuoi tanti pregi. Fai in modo che da queste profondo ferite possano sgorgare il coraggio e la forza della positività per andare avanti. Da lassù consola Annalisa che in vita è stata la tua ancora di salvezza ed i tuoi figli, Lorenzo e Daniele. Ciao Gigi. vola libero, questo è solo un arrivederci".
"Come possiamo stare dentro al dolore, a qualcosa che si ha turbato e scombussolati? Non abbiamo la capacità di stare dentro a ciò che è negativo, a ciò che è dolore, a ciò che è sofferenza, a ciò che è morte. E' qualcosa di sovrumano" ha riconosciuto, nella propria omelia, pronunciata dinnanzi a una platea attonita, il parroco don Carlo Motta, recentemente approdato a Esino da Calco, chiedendo anche come "trovare le parole per arrivare, come una goccia d'acqua, per sanare un attimo quel fuoco che brucia dentro e che diventa lacerante. Tante parole sono state dette, scritte, forse anche troppe. Credo che questo religioso silenzio che si sta creando sia l'atteggiamento più giusto, quello in cui uno riconosce la bellezza della preghiera" ha aggiunto ancora, mentre effettivamente nella piccola parrocchiale di San Vittore si stava creando un'atmosfera quasi sospesa, con gli intervenuti effettivamente in ascolto, consci forse di come, in un momento del genere, non resta altro che il silenzio.
E la fede. Quella fede che, elevando ad esempio Giobbe, citato nelle Letture scelte per il rito funebre, fa davvero ritenere che "alla fine, Dio è l'unica cosa che rimarrà" e che pensare alla morte - come ha aggiunto don Carlo - voglia dire pensare ad un incontro: "Pierluigi è arrivato, noi siamo ancora in cammino".
Cappello d'alpino in testa, fascia tricolore al collo, Piero Pensa - sostenuto dai primi cittadini di altri comuni del territorio nonché da altri rappresentanti istituzionali, come il presidente della Comunità Montana Fabio Canepari - nel prendere la parola per ricordare il proprio assessore, non ha mancato a sua volta di condividere con la comunità alcuni interrogativi. Tra tutti, pensando al male che si è infiltrato, nel disagio, "cosa noi tutti possiamo mettere in campo per costruire un percorso incisivo che aiuti a generare anticorpi?". Domande toste, che richiederanno una riflessione. Da qui la convinzione di poter contare, anche in questo percorso, su Gigi. "Sarai presente e disponibile, da lassù, come lo sei sempre stato".
"Avevi visione a 360 gradi delle problematiche da affrontare e avresti voluto risolverle subito, contemporaneamente. Era come se tu sapessi che la vita è breve e provvisoria" ha altresì aggiunto Maura Dell'Era, rivolgendosi direttamente al collega di Giunta. "Ti preoccupavi di garantire sicurezza al paese e di tutti noi, e noi, purtroppo, con immenso dolore, non abbiamo potuto garantire la tua. Ti ringraziamo per il tempo dedicato agli altri, per l'esempio che hai lasciato, per il bene che ci hai dato e voluto. Anche noi ti abbiamo voluto bene per quello che eri, la tua umanità e i tuoi tanti pregi. Fai in modo che da queste profondo ferite possano sgorgare il coraggio e la forza della positività per andare avanti. Da lassù consola Annalisa che in vita è stata la tua ancora di salvezza ed i tuoi figli, Lorenzo e Daniele. Ciao Gigi. vola libero, questo è solo un arrivederci".