L’Ordine degli Architetti in Assemblea: premiati gli iscritti da 35 e 50 anni e lectio magistralis del professore Vincenzo Latina
L’architetto siracusano Vincenzo Latina ospite all’assemblea annuale dell’Ordine degli Architetti di Lecco che si è svolta venerdì 19 aprile presso la sede di via Achille Grandi.
Il professore ha proposto agli associati un’interes- sante lectio magistralis dal titolo ‘L’Architetto Traduttore’, una riflessione sul ruolo dell’architetto e sulla sua evoluzione nel tempo che è stata anche occasione per parlare ‘a cuore aperto’ dei suoi principali progetti, tra cui il suggestivo teatro realizzato all’interno della cava di Lampedusa nel 2022.
A fare gli onori di casa il presidente Anselmo Gallucci, che ha rimarcato l’importanza dell’annuale riunione tra gli iscritti: “Lo scorso anno abbiamo festeggiato i 100 anni di fondazione dell’Or- dine con un evento aperto alla cittadinanza, volto a raccontare la professione dell’architetto anche attraverso gli occhi dei non ad- detti ai lavori. Quest’anno abbiamo voluto rimettere l’architettura al centro dei lavori dell’assemblea, con particolare attenzione al contesto della rigenerazione urbana, un tema che è sempre più presente nei dibattiti sul futuro delle città, Lecco inclusa. Gli inter- venti di trasformazione che si stanno prospettando – ha dichiarato Galluccio – ci interrogano sul rinnovamento e sull’auspicabile mi- glioramento della qualità di vita dei cittadini, anche attraverso il recupero del tessuto urbano lasciato a sé stesso”.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni che ha presenziato all’assemblea: “Il ruolo d’interprete dell’architetto è molto simile a quello del sindaco, inteso come colui che ha il compito di immaginare come sarà la città tra 10 e più anni. Come noto, siamo in fase di revisione del Pgt: già 130 sono le osservazioni pervenute e una quarantina le aree sotto esame. Lecco è sul podio per quanto riguarda i progetti approvati in Lombardia e questo sta dando impulso agli imprenditori e alle idee architettoniche, anche le più originali. A fronte della conversione urbana in corso, l’invito è di accogliere insieme questa sfida, per il bene della città e di chi la vive”.
La parola è quindi passata all’architetto Latina, professore di Composizione Architettonica presso l’Università degli Studi di Catania, che ha dedicato l’incontro all’architetto Ferruccio Favaron, scomparso lo scorso anno. “Traduzione e tradizione hanno in comune il derivare dal verbo ‘tradere’, che vuol dire consegnare. Tradizione è però diverso da tradizionale, perché indica rivoluzione. L’arte, e così l’architettura, è una forma di rivoluzione costante e continua – ha detto Latina – così la città si ricostruisce costantemente attraverso interventi legati all’innesto. Io, nel mio lavoro, mi sono sempre nutrito del sotterra- neo, ovvero la genesi di ciò che costituisce quello che sta in superficie. Tutto ciò che sta nel sottosuolo è ambivalente e suscita idee e creatività nell’immaginario di tanti architetti che io definisco ‘ladri generosi’: rubano le idee ma le arricchiscono, donandole agli altri. Il trasferimento della cultura e della conoscenza, che anche l’architetto compie progettando le sue opere, è traduzione”.
Il professore ha quindi passato in rassegna i suoi principali progetti, raccontandone la genesi, le difficoltà e le soddisfazioni. Dal padiglione dell’Artemision sull’Isola di Ortigia a Siracusa realizzato sopra l’area in cui sorgeva il tempio ionico di Artemide, al Giardino di Artemide nel palazzo comunale, sempre a Siracusa, alle ‘Case Blu’ di Tremilia, fino al sugge- stivo ed emozionante Teatro all’interno della Cava di Lampedusa, affiancato dal memoriale delle migrazioni.
“Un consiglio che vorrei dare – ha detto Latina – è di non affezionarsi mai troppo ad un progetto perché, se la strategia è unica i progetti possono essere tanti e l’impostazione modificarsi. A Lampedusa la richiesta originaria fu quella di creare un giardino fiorito all’interno della cava, un ambiente straordina- rio ma inadatto ad ospitare fiori e piante. Alla fine, è stata pro- prio la bellezza e l’arcaicità del luogo a dirmi cosa fare”.
Il teatro è stato nella cava con un progetto ispirato dall’Infinito di Giacomo Leopardi: “Da dentro la cava non vedi il mare ma lo senti, ne senti l’odore – ha spiegato Latina – provi un infinito di sensazioni, fino allo smarrimento. Strettamente connesso al teatro c’è il memoriale delle migrazioni, tema tristemente attuale per Lampedusa come sappiamo. In una parete di roccia della cava sono stati realizzati 368 fori, uno per ciascun migrante vittima del naufragio del 2013 ed è stata posizionata una delle barche usate per le traversate e poi dismessa all’interno della cava, carbonizzandola con una tecnica giapponese. Ricordo come se fosse ieri l’inaugurazione del teatro, gli amici del Rotary Valle Sabbia di Brescia organizzarono un concerto con uno straordinario piani- sta giapponese, ogni partecipante accese un lumino posizionato poi dentro i fori, creando una costellazione in continuità con il cielo. Questo è un memoriale: quando la comunità si riunisce e si riconosce, riesce a rappresentare qualcosa che diventa comunione” ha concluso Latina, applaudito dai tanti presenti.L’assemblea è stata anche occasione, come da tradizione, per premiare gli architetti iscritti da 35 e più anni. Hanno ritirato il riconoscimento Giulio Pogliani, iscritto da 50 anni, e, per i 35 anni di iscrizione gli architetti Natale Balossi, Diana Barassi, Ivano Bianchi, Nicoletta Canclini, Luca Castelli, Augusta Comi, Giulio De Capitani, Umberto Deola, Marco Luigi Fu- magalli, Ramona Beatrice Lazzaroni, Silvano Molinari, Marida Mozzanica, Piero Aldo Rigamonti, Antonella Sala, Stefano Santambrogio, Anna Tarabini, Luca Tentori, Massimo Valli e Paola Zanier.Tra i premiati, un riconoscimento speciale è andato anche alla storica segretaria, Attilia Gerosa che dopo 12 anni dedicati all’Or- dine con professionalità e passione dal mese di luglio andrà in pensione.
Il professore ha proposto agli associati un’interes- sante lectio magistralis dal titolo ‘L’Architetto Traduttore’, una riflessione sul ruolo dell’architetto e sulla sua evoluzione nel tempo che è stata anche occasione per parlare ‘a cuore aperto’ dei suoi principali progetti, tra cui il suggestivo teatro realizzato all’interno della cava di Lampedusa nel 2022.
A fare gli onori di casa il presidente Anselmo Gallucci, che ha rimarcato l’importanza dell’annuale riunione tra gli iscritti: “Lo scorso anno abbiamo festeggiato i 100 anni di fondazione dell’Or- dine con un evento aperto alla cittadinanza, volto a raccontare la professione dell’architetto anche attraverso gli occhi dei non ad- detti ai lavori. Quest’anno abbiamo voluto rimettere l’architettura al centro dei lavori dell’assemblea, con particolare attenzione al contesto della rigenerazione urbana, un tema che è sempre più presente nei dibattiti sul futuro delle città, Lecco inclusa. Gli inter- venti di trasformazione che si stanno prospettando – ha dichiarato Galluccio – ci interrogano sul rinnovamento e sull’auspicabile mi- glioramento della qualità di vita dei cittadini, anche attraverso il recupero del tessuto urbano lasciato a sé stesso”.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni che ha presenziato all’assemblea: “Il ruolo d’interprete dell’architetto è molto simile a quello del sindaco, inteso come colui che ha il compito di immaginare come sarà la città tra 10 e più anni. Come noto, siamo in fase di revisione del Pgt: già 130 sono le osservazioni pervenute e una quarantina le aree sotto esame. Lecco è sul podio per quanto riguarda i progetti approvati in Lombardia e questo sta dando impulso agli imprenditori e alle idee architettoniche, anche le più originali. A fronte della conversione urbana in corso, l’invito è di accogliere insieme questa sfida, per il bene della città e di chi la vive”.
La parola è quindi passata all’architetto Latina, professore di Composizione Architettonica presso l’Università degli Studi di Catania, che ha dedicato l’incontro all’architetto Ferruccio Favaron, scomparso lo scorso anno. “Traduzione e tradizione hanno in comune il derivare dal verbo ‘tradere’, che vuol dire consegnare. Tradizione è però diverso da tradizionale, perché indica rivoluzione. L’arte, e così l’architettura, è una forma di rivoluzione costante e continua – ha detto Latina – così la città si ricostruisce costantemente attraverso interventi legati all’innesto. Io, nel mio lavoro, mi sono sempre nutrito del sotterra- neo, ovvero la genesi di ciò che costituisce quello che sta in superficie. Tutto ciò che sta nel sottosuolo è ambivalente e suscita idee e creatività nell’immaginario di tanti architetti che io definisco ‘ladri generosi’: rubano le idee ma le arricchiscono, donandole agli altri. Il trasferimento della cultura e della conoscenza, che anche l’architetto compie progettando le sue opere, è traduzione”.
Il professore ha quindi passato in rassegna i suoi principali progetti, raccontandone la genesi, le difficoltà e le soddisfazioni. Dal padiglione dell’Artemision sull’Isola di Ortigia a Siracusa realizzato sopra l’area in cui sorgeva il tempio ionico di Artemide, al Giardino di Artemide nel palazzo comunale, sempre a Siracusa, alle ‘Case Blu’ di Tremilia, fino al sugge- stivo ed emozionante Teatro all’interno della Cava di Lampedusa, affiancato dal memoriale delle migrazioni.
“Un consiglio che vorrei dare – ha detto Latina – è di non affezionarsi mai troppo ad un progetto perché, se la strategia è unica i progetti possono essere tanti e l’impostazione modificarsi. A Lampedusa la richiesta originaria fu quella di creare un giardino fiorito all’interno della cava, un ambiente straordina- rio ma inadatto ad ospitare fiori e piante. Alla fine, è stata pro- prio la bellezza e l’arcaicità del luogo a dirmi cosa fare”.
Il teatro è stato nella cava con un progetto ispirato dall’Infinito di Giacomo Leopardi: “Da dentro la cava non vedi il mare ma lo senti, ne senti l’odore – ha spiegato Latina – provi un infinito di sensazioni, fino allo smarrimento. Strettamente connesso al teatro c’è il memoriale delle migrazioni, tema tristemente attuale per Lampedusa come sappiamo. In una parete di roccia della cava sono stati realizzati 368 fori, uno per ciascun migrante vittima del naufragio del 2013 ed è stata posizionata una delle barche usate per le traversate e poi dismessa all’interno della cava, carbonizzandola con una tecnica giapponese. Ricordo come se fosse ieri l’inaugurazione del teatro, gli amici del Rotary Valle Sabbia di Brescia organizzarono un concerto con uno straordinario piani- sta giapponese, ogni partecipante accese un lumino posizionato poi dentro i fori, creando una costellazione in continuità con il cielo. Questo è un memoriale: quando la comunità si riunisce e si riconosce, riesce a rappresentare qualcosa che diventa comunione” ha concluso Latina, applaudito dai tanti presenti.L’assemblea è stata anche occasione, come da tradizione, per premiare gli architetti iscritti da 35 e più anni. Hanno ritirato il riconoscimento Giulio Pogliani, iscritto da 50 anni, e, per i 35 anni di iscrizione gli architetti Natale Balossi, Diana Barassi, Ivano Bianchi, Nicoletta Canclini, Luca Castelli, Augusta Comi, Giulio De Capitani, Umberto Deola, Marco Luigi Fu- magalli, Ramona Beatrice Lazzaroni, Silvano Molinari, Marida Mozzanica, Piero Aldo Rigamonti, Antonella Sala, Stefano Santambrogio, Anna Tarabini, Luca Tentori, Massimo Valli e Paola Zanier.Tra i premiati, un riconoscimento speciale è andato anche alla storica segretaria, Attilia Gerosa che dopo 12 anni dedicati all’Or- dine con professionalità e passione dal mese di luglio andrà in pensione.