Primaluna: tanti spunti nell’incontro aperto alla cittadinanza sulla tangenziale. Micheli definisce “storico” il primo passaggio fatto

Il progetto noto comunemente come “Tangenziale di Primaluna” – tecnicamente, la progettualità “Sp 62 della Valsassina: costruzione della variante stradale in Comune di Primaluna” – è una questione ormai da molto tempo al centro del dibattito a livello istituzionale, oltre che – ovviamente - oggetto di attenzione da parte dei cittadini del comune valsassinese e degli abitanti della Valle in generale.
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Così, ieri sera l’amministrazione locale insieme con la Provincia di Lecco ha organizzato presso il Salone Cineteatro un incontro aperto alla cittadinanza, occasione per illustrare l’opera – grazie alla presenza dei progettisti – e per discutere eventuali dubbi e perplessità.
Il sindaco Mauro Artusi – presente insieme ai suoi omonimi di Cortenova, Sergio Galperti, e di Taceno, Alberto Nogara - ha introdotto l’incontro, sottolineando come la tangenziale costituirà “un’opera importante per tutta la Valle, che aspettavamo da molto tempo”, e anticipando come “ora ci siamo con il progetto definitivo”. 
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Mattia Micheli, Fabio Valsecchi e Luca Piacentini

Dopo di lui – sempre dal lato politico – il vicepresidente e consigliere delegato alla viabilità di Villa Locatelli Mattia Micheli ha sottolineato come il progetto della tangenziale sia “un lavoro che riguarda l’intera provincia di Lecco”, oltre che “un qualcosa che parte da lontano e che è frutto di anni di dialogo e di collaborazione tra le amministrazioni ai vari livelli. Ora, abbiamo un tracciato molto migliorato rispetto alle prime proposte e questo è il risultato di tanti incontri e confronti successivi”. 
“L’opera risolverà delle problematiche annose per la Valsassina (la riduzione del traffico nell’angusto centro abitato di Primaluna, ndr), assolvendo funzioni locali e sovracomunali, e porterà benefici a tutto il territorio” ha aggiunto infine il vicepresidente.
Spazio poi alla voce dei progettisti, con l'Ing Luca Piacentini – il professionista incaricato per la redazione del progetto – ad illustrare l’opera, coadiuvato dall’Ing. Fabio Valsecchi, tecnico per l’ente provinciale. Il primo ha voluto evidenziare alcuni dei pregi principali – dal punto di vista tecnico e ambientale - del tracciato, quali: il fatto che il percorso della tangenziale correrà per molti tratti al limite di un’ampia fascia boscata (che si estende lungo il Pioverna e che “ospita” al suo interno la pista ciclopedonale) e la possibilità che si è avuta di tenere in molti punti il tracciato “basso” rispetto al piano di campagna (mitigandone dunque l’impatto visivo, acustico e paesaggistico). Piacentini ha in seguito ribadito la cura che è stata messa sia nell’attenuare l’impatto ambientale dell’opera, sia nel garantire l’accessibilità al tracciato e la continuità delle viabilità e dei percorsi preesistenti (strade minori, ciclabile, ippovie, …), grazie a sottovia e viabilità parallele. Da questo punto di vista “abbiamo cercato di inserire e contestualizzare al meglio il nuovo tracciato sul territorio, integrandolo con l’ambiente e con quanto già esisteva dal punto di vista viabilistico e urbanistico”. 
“Chiaramente” ha precisato il vicepresidente Micheli “l’impatto zero non esiste, anche se abbiamo provato ad alleggerirlo il più possibile”.
Dal canto suo, l’Ing. Valsecchi ha ribadito il processo partecipativo che sta alla base di un’opera “nata da strumenti tecnici e urbanistici e migliorata dall’apporto e supporto delle amministrazioni locali e della popolazione”. 
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“Abbiamo cercato di tenere conto di tutto” ha aggiunto “e ora siamo al progetto definitivo, che, salvo ultime valutazioni e scelte di dettaglio, costituirà la proposta che verrà presentata a Regione Lombardia, per essere oggetto di VIA (Valutazione Impatto Ambientale, ndr) e di PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, ndr)”. “Quest’ultimo tipo di valutazione tiene conto di un’amplissima gamma di aspetti” ha precisato il tecnico della Provincia “perciò, dovrebbe essere garanzia per i cittadini da una parte di un’analisi onnicomprensiva della questione, che tenga conto di tutti i possibili impatti, delle ricadute e dei vincoli; dall’altra, del fatto che si otterrà un risultato adeguato e in linea con le aspettative”.
Spazio, infine, agli interventi dei cittadini, che hanno posto “sotto indagine” tre punti del nuovo tracciato (e le relative soluzioni adottate dai preposti).
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Il primo riguarda il ponte in corrispondenza della zona del campo di sportivo di Barcone, che aveva recentemente subito una modifica progettuale (nell’immagine: in rosso il tracciato pensato in un primo momento, in verde la nuova, e probabilmente definitiva, proposta). A tal proposito, le “richieste” di alcuni di “raddrizzare” il tracciato per evitare il passaggio in corrispondenza di alcune cascine è stato “bocciato” per questioni tecniche (raggi di curvatura troppo elevati e impossibilità normativa di costruire un ponte quasi longitudinale al tracciato del Pioverna). 
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Altre osservazioni sono state mosse a proposito della zona industriale raggiunta attualmente da Via XXV Aprile, per la quale si auspicava il collocamento di una rotatoria nei suoi pressi, al posto di quella pensata invece per Via Stoppani. In questo caso, i progettisti hanno spiegato come la posizione della rotatoria sia stata attentamente valutata sulla base dei volumi di traffico previsti, precisando come un accesso per la zona industriale in oggetto sia comunque stato previsto. Allo stesso tempo, si sono tuttavia riservati di compiere ulteriori sopralluoghi e valutazioni, ringraziando per gli spunti forniti. 
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Ultimo “punto caldo” riguarda la rotonda nel centro di Cortabbio, che collegherebbe “strada vecchia” e “strada nuova” fino a che non verrà completato anche il secondo lotto della tangenziale. Ricordiamo infatti che, con i finanziamenti attualmente a disposizione (22 milioni di euro sui circa 30 totali) la “corsa” della tangenziale si concluderà in località Merla per ricollegarsi alla Sp 62 nel bel mezzo dell’abitato Cortabbio. La preoccupazione emersa dagli interventi di alcuni cittadini è che l’area possa diventare eccessivamente trafficata, considerati anche il concetto sempre molto vago dal punto di vista temporale del termine “provvisorietà”. 
Piacentini e Valsecchi hanno in questo caso voluto chiarire che, in primo luogo, non ci sarà un incremento di traffico e che, come secondo aspetto, “lo studio è complessivo e siamo convinti che si potrà realizzare l’opera nella sua interezza”. Mentre Micheli ha definito “storico” il primo passo fatto, con l’avvio dei lavori per il primo lotto funzionale previsto per la seconda metà del 2025. 
A proposito di iter e tempi, ecco lo schema. Entro la fine di maggio, verrà presentata l’istanza formale a Regione Lombardia per il PAUR. Da quel momento, ci vorrà circa un anno per ricevere i procedimenti autorizzativi, poi ancora qualche mese per le procedure di esproprio, cessioni bonarie e simili, mentre nel frattempo saranno mobilitati i finanziamenti necessari. Una volta ottenuti “fondi e terreni”, si procederà con i lavori, il cui avvio è previsto dunque dopo la metà del prossimo anno.
Sul tema delle specifiche questioni e richieste dei singoli, è stato sottolineato come non sia chiaramente possibile “accontentare tutti”, mentre si è guardato prioritariamente ad “un interesse generale per la Valle”. Le scelte di dettaglio verranno fatte sulla base dei singoli casi, all’interno di una fascia - molto ampia - di tutela e di salvaguardia del territorio e, ovviamente, nel rispetto dei vincoli normativi e tecnici.
A.Te.
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