Allergie: individuazione e cura. Intervista al dottor Marco Dubini della Clinica Diagnostica
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Occhi che lacrimano, prurito insistente al palato, tosse e starnuti frequenti fino al respiro che fischia e a una oppressione toracica. Sono tutti campanelli d'allarme di una possibile allergia, in forma più o meno grave ma meritevoli di un approfondimento.
Ma allergia a cosa?
Ne parliamo con il dottor Marco Dubini, specialista in allergologia e immunologia clinica, in forza presso la Clinica Diagnostica di Carnate.
Dottor Dubini, facciamo subito chiarezza. Si nasce “allergici” a qualcosa o lo si diventa oppure si ha una predisposizione che, per svariate ragioni si può manifestare nel corso della vita? Inquinamento e cattiva alimentazione possono essere cause scatenanti di una forma allergica?
Le allergie sono tra le patologie più diffuse nella popolazione e possono iniziare già dai primi anni di vita. C’è sempre una fase che viene detta di sensibilizzazione, quando la persona incontra per la prima volta l’allergene, e poi alle successive esposizioni può manifestare i sintomi. C’è una importante predisposizione genetica che porta allo sviluppo di allergie nei diversi componenti della stessa famiglia. L’ambiente influenza non solo la gravità delle manifestazioni allergiche ma favorisce o meno lo sviluppo dell’allergia stessa. L’inquinamento ambientale, ma anche l’esposizione a un numero sempre maggiore di sostanze diverse, favorisce lo sviluppo delle allergie, e gli ultimi studi ormai hanno dimostrato come l’effetto dell’ambiente non è solo diretto nelle persone esposte, ma anche nei futuri discendenti attraverso delle modifiche che vengono chiamate epigenetiche.
Ci sono un'età giusta e un periodo particolare dell'anno durante i quali è meglio sottoporsi alla visita per individuare una eventuale allergia? E, soprattutto, i sintomi devono essere in corso di manifestazione o si può agire preventivamente?
È possibile eseguire visita e test si possono eseguire al bisogno, non serve né che ci sia una manifestazione e meno ancora è necessario attendere una stagione, sfatiamo il mito che i test per i pollini non possono essere eseguiti in primavera. Se ci sono situazioni che si palesano con una certa gravità allora si agisce preventivamente ma le tempistiche non vanno a inficiare i risultati dei test. I test vanno ripetuti quando c’è una modifica dei sintomi, ad esempio quando cambia il periodo dei sintomi respiratori oppure quando si aggiunge un ulteriore alimento che scatena i sintomi.
Partiamo dalle allergie che intaccano l'apparato respiratorio. Come si manifestano e come si diagnosticano?
I sintomi più comuni sono rinorrea, ostruzione nasale, fastidiose oculoriniti e nei casi più gravi anche difficoltà a respirare e peso al petto, fino all'attacco di asma bronchiale.
Per individuare le cause, unitamente alla visita si effettuano i prick test per allergeni inalanti, con l'applicazione di gocce di estratti sulla cute e una minima pressione con una lancetta. I risultati si riescono ad avere in una ventina di minuti.
Nei casi più complessi si prescrivono esami del sangue per comprendere verso quale inalante si riscontra allergia: graminacee, betulle, cipressi, ... Negli ultimi anni è possibile utilizzare metodiche d’avanguardia con lo studio degli allergeni ricombinanti che mi permettono di prevedere anche l’efficacia di una eventuale immunoterapia specifica verso l’allergene.
Quando si sospetta asma si eseguono dei test di funzionalità respiratoria, come la spirometria, che consente di misurare la massima capacità espiratoria forzata.
Per quanto riguarda le allergie da contatto, quale è il percorso cui viene sottoposto il paziente?
In questi casi possiamo avere dermatiti da contatto, allergiche o irritative.
Per individuarne le cause si effettuano dei test cutanei, attraverso speciali cerotti (patch) che rilasciano sostanze sulla pelle. In base alla reazione si comprende quale è la sostanza o le sostanze coinvolte . Si parla di allergie con meccanismi lenti di manifestazione, l'esito non è immediato e serve attendere 72/96 ore per la lettura dei test. Si possono avere allergie a sostanze di uso comune: nichel, metalli, prodotti per cerette, coloranti, conservanti.
Come si diagnostica e si tratta l'allergia da farmaci?
Le reazioni avverse ai farmaci sono difficili da studiare perché bisogna capire se c’era una malattia già in corso, se si tratta di effetti collaterali, se è un effetto dovuto alla dose del medicinale. Anche l'identificazione del medicinale è complessa perchè possono esserci interazioni tra più medicinali all'origine di tutto. Il medico deve raccogliere tutte le informazioni possibili e fare una indagine anamnestica molto accurata. Una volta in possesso dei dati si prescrivono esami del sangue e si può procedere alla prescrizione di un esame d’avanguardia come il test di attivazione dei basofili. In base ai risultati abbiamo la possibilità di indirizzare il paziente in strutture specializzate.
Infine, le allergie alimentari. In questo caso quale è il percorso e può essere necessario l'intervento anche di qualche altro specialista?
Si procede innanzitutto in sede di visita con i prick test cutanei, che sono i test di primo livello. In caso di positività o se il sospetto di allergia alimentare è forte si passa a un esame di secondo livello che sono esami del sangue. I risultati arrivano in 3-4 settimane, nel frattempo il paziente redige il cosiddetto “diario dei sintomi” che consente di monitorare la sintomatologia. Gli esami ematici permettono anche di individuare la proteina che causa reazione crociate tra più alimenti o tra alimenti e inalanti (pollini, acari della polvere,…). Se poi la situazione è complessa ed è necessario un intervento sull'alimentazione in generale, allora entra in gioco il nutrizionista così da costruire un percorso sinergico e personalizzato sui bisogni del paziente. Percorso che siamo in grado di offrire internamente alla struttura.
Nel corso degli anni le allergie si sono modificate? Si possono prevenire?
Si è assistito negli anni a un aumento in generale delle allergie, sia per un amento dei fattori genetici predisponenti, sia per una diffusione dell’uso di sostanze che in passato non conoscevamo. Ad esempio poco fa abbiamo riscontrato il primo caso europeo di allergia a un dolcificante molto usato in Giappone e ultimamente anche da noi.
L'asma, che è tra le più gravi forme di allergia respiratoria, ha una incidenza in crescita in modo preoccupante.
Prevenire un’allergia vorrebbe dire evitare, o quantomeno ridurre, l'esposizione agli allergeni in modo tale che non si sviluppi il fenomeno di sensibilizzazione: per le allergie agli inalanti non bisognerebbe esporsi a determinati ambienti, per gli alimenti bisognerebbe evitare certi cibi,...
Una vita salubre, come alimentazione, attività fisica, esposizione ambientale povera di agenti irritanti e inquinanti, oltre che allergizzanti, è la migliore forma preventiva.
Ma allergia a cosa?
Ne parliamo con il dottor Marco Dubini, specialista in allergologia e immunologia clinica, in forza presso la Clinica Diagnostica di Carnate.
Dottor Dubini, facciamo subito chiarezza. Si nasce “allergici” a qualcosa o lo si diventa oppure si ha una predisposizione che, per svariate ragioni si può manifestare nel corso della vita? Inquinamento e cattiva alimentazione possono essere cause scatenanti di una forma allergica?
Le allergie sono tra le patologie più diffuse nella popolazione e possono iniziare già dai primi anni di vita. C’è sempre una fase che viene detta di sensibilizzazione, quando la persona incontra per la prima volta l’allergene, e poi alle successive esposizioni può manifestare i sintomi. C’è una importante predisposizione genetica che porta allo sviluppo di allergie nei diversi componenti della stessa famiglia. L’ambiente influenza non solo la gravità delle manifestazioni allergiche ma favorisce o meno lo sviluppo dell’allergia stessa. L’inquinamento ambientale, ma anche l’esposizione a un numero sempre maggiore di sostanze diverse, favorisce lo sviluppo delle allergie, e gli ultimi studi ormai hanno dimostrato come l’effetto dell’ambiente non è solo diretto nelle persone esposte, ma anche nei futuri discendenti attraverso delle modifiche che vengono chiamate epigenetiche.
Ci sono un'età giusta e un periodo particolare dell'anno durante i quali è meglio sottoporsi alla visita per individuare una eventuale allergia? E, soprattutto, i sintomi devono essere in corso di manifestazione o si può agire preventivamente?
È possibile eseguire visita e test si possono eseguire al bisogno, non serve né che ci sia una manifestazione e meno ancora è necessario attendere una stagione, sfatiamo il mito che i test per i pollini non possono essere eseguiti in primavera. Se ci sono situazioni che si palesano con una certa gravità allora si agisce preventivamente ma le tempistiche non vanno a inficiare i risultati dei test. I test vanno ripetuti quando c’è una modifica dei sintomi, ad esempio quando cambia il periodo dei sintomi respiratori oppure quando si aggiunge un ulteriore alimento che scatena i sintomi.
Partiamo dalle allergie che intaccano l'apparato respiratorio. Come si manifestano e come si diagnosticano?
I sintomi più comuni sono rinorrea, ostruzione nasale, fastidiose oculoriniti e nei casi più gravi anche difficoltà a respirare e peso al petto, fino all'attacco di asma bronchiale.
Per individuare le cause, unitamente alla visita si effettuano i prick test per allergeni inalanti, con l'applicazione di gocce di estratti sulla cute e una minima pressione con una lancetta. I risultati si riescono ad avere in una ventina di minuti.
Nei casi più complessi si prescrivono esami del sangue per comprendere verso quale inalante si riscontra allergia: graminacee, betulle, cipressi, ... Negli ultimi anni è possibile utilizzare metodiche d’avanguardia con lo studio degli allergeni ricombinanti che mi permettono di prevedere anche l’efficacia di una eventuale immunoterapia specifica verso l’allergene.
Quando si sospetta asma si eseguono dei test di funzionalità respiratoria, come la spirometria, che consente di misurare la massima capacità espiratoria forzata.
Per quanto riguarda le allergie da contatto, quale è il percorso cui viene sottoposto il paziente?
In questi casi possiamo avere dermatiti da contatto, allergiche o irritative.
Per individuarne le cause si effettuano dei test cutanei, attraverso speciali cerotti (patch) che rilasciano sostanze sulla pelle. In base alla reazione si comprende quale è la sostanza o le sostanze coinvolte . Si parla di allergie con meccanismi lenti di manifestazione, l'esito non è immediato e serve attendere 72/96 ore per la lettura dei test. Si possono avere allergie a sostanze di uso comune: nichel, metalli, prodotti per cerette, coloranti, conservanti.
Come si diagnostica e si tratta l'allergia da farmaci?
Le reazioni avverse ai farmaci sono difficili da studiare perché bisogna capire se c’era una malattia già in corso, se si tratta di effetti collaterali, se è un effetto dovuto alla dose del medicinale. Anche l'identificazione del medicinale è complessa perchè possono esserci interazioni tra più medicinali all'origine di tutto. Il medico deve raccogliere tutte le informazioni possibili e fare una indagine anamnestica molto accurata. Una volta in possesso dei dati si prescrivono esami del sangue e si può procedere alla prescrizione di un esame d’avanguardia come il test di attivazione dei basofili. In base ai risultati abbiamo la possibilità di indirizzare il paziente in strutture specializzate.
Infine, le allergie alimentari. In questo caso quale è il percorso e può essere necessario l'intervento anche di qualche altro specialista?
Si procede innanzitutto in sede di visita con i prick test cutanei, che sono i test di primo livello. In caso di positività o se il sospetto di allergia alimentare è forte si passa a un esame di secondo livello che sono esami del sangue. I risultati arrivano in 3-4 settimane, nel frattempo il paziente redige il cosiddetto “diario dei sintomi” che consente di monitorare la sintomatologia. Gli esami ematici permettono anche di individuare la proteina che causa reazione crociate tra più alimenti o tra alimenti e inalanti (pollini, acari della polvere,…). Se poi la situazione è complessa ed è necessario un intervento sull'alimentazione in generale, allora entra in gioco il nutrizionista così da costruire un percorso sinergico e personalizzato sui bisogni del paziente. Percorso che siamo in grado di offrire internamente alla struttura.
Nel corso degli anni le allergie si sono modificate? Si possono prevenire?
Si è assistito negli anni a un aumento in generale delle allergie, sia per un amento dei fattori genetici predisponenti, sia per una diffusione dell’uso di sostanze che in passato non conoscevamo. Ad esempio poco fa abbiamo riscontrato il primo caso europeo di allergia a un dolcificante molto usato in Giappone e ultimamente anche da noi.
L'asma, che è tra le più gravi forme di allergia respiratoria, ha una incidenza in crescita in modo preoccupante.
Prevenire un’allergia vorrebbe dire evitare, o quantomeno ridurre, l'esposizione agli allergeni in modo tale che non si sviluppi il fenomeno di sensibilizzazione: per le allergie agli inalanti non bisognerebbe esporsi a determinati ambienti, per gli alimenti bisognerebbe evitare certi cibi,...
Una vita salubre, come alimentazione, attività fisica, esposizione ambientale povera di agenti irritanti e inquinanti, oltre che allergizzanti, è la migliore forma preventiva.