Premana: al via la settimana di LavorAzione 2.0. Grande partecipazione alla serata con Nembrini
Ha preso il via ieri sera - con la serata tenuta dal professore, educatore e saggista Franco Nembrini - la settimana dedicata a LavorAzione 2.0, l’insieme di appuntamenti ed incontri promossi dall’amministrazione comunale di Premana per ragionare assieme a cittadini e imprese sul presente ed il futuro del “paese delle lame”. L’iniziativa riprende quanto fatto nel 2022, quando presso il palasole era stato organizzato un incontro tra aziende e studenti/lavoratori interessati a conoscere le realtà lavorative e le disponibilità occupazionali del territorio. “La proposta era riuscita in parte a far incontrare domanda e offerta di lavoro, anche se non aveva riscosso una grande partecipazione” ci ha spiegato il vicesindaco di Premana, Domenico Pomoni.
L’evento di quest’anno avrà invece un respiro molto più ampio, con un’intera settimana dedicata all’educazione, all’orientamento e al lavoro, in riferimento al contesto premanese. “L’obiettivo è quello di coinvolgere la popolazione e le imprese per creare una maggiore consapevolezza dell’importanza del lavoro quale elemento fondamentale per mantenere sul territorio persone e aziende, tenendo così vivo il paese. Cercheremo di mostrare anche l’importanza dell’impegno del singolo per il bene della propria comunità. Questi elementi sono strettamente intrecciati tra di loro, perché insieme vanno a generare il radicamento e la crescita sociale del paese e della sua popolazione” ha aggiunto ancora Pomoni, unendosi al consigliere comunale Denis Fazzini nell’auspicio che “nasca curiosità, voglia di conoscersi e scoprirsi sia come azienda sia come studente o lavoratore”. E, a giudicare dalle numerosissime presenze registrate ieri sera presso la Chiesa Parrocchiale, pare che la prima risposta da parte dei premanesi sia stata quella nella direzione voluta.
L’incontro, dal titolo “Educare alla vita, educare al lavoro: quali sfide per Premana?”, è stato un’importante occasione di confronto sul tema educativo in senso lato, con una declinazione alla realtà di un paese di montagna come Premana. Franco Nembrini, affiancato da Sara Isacchi – premanese, vicepresidente del Coro Nives, oltre che docente di Storia e Filosofia ed educatrice – in veste di moderatrice, è riuscito magistralmente nel corso della serata ad entrare in contatto con il pubblico, proponendo un racconto e una testimonianza delle sue vicende passate - piuttosto che spiegazioni teoriche e discorsi filosofici – e traendo conclusioni realmente in grado di tracciare un ritratto puntuale della società odierna.
Dopo aver dato al prof. Nembrini “il benvenuto di una comunità che ha a cuore la propria storia e le proprie tradizioni, una comunità campionessa di associazionismo, una comunità di lavoratori, con una tradizione artigianale e industriale di cui va fiera”, Isacchi ha proposto due grandi spunti intorno ai quali ragionare: come si educa alla vita? Come si educa al lavoro?
Attraverso un linguaggio molto colloquiale - fatto anche di esempi simpatici, ironia ed esagerazioni - il prof. Nembrini ha proposto un ragionamento articolato in due parti, riflettendo prima sul significato dell’educazione in senso lato, per poi cercare di identificare le sfide che la generazione dei giovani di oggi sta affrontando e di offrire alcuni spunti alla comunità educante (genitori, insegnanti, educatori).
Il professore ha chiarito innanzitutto l’essenza del concetto di educazione, sottolineando come questa venga dalla testimonianza, dalle azioni di tutti i giorni, dall’esempio. Non da tante parole o discorsi vuoti, non da consigli, ordini, minacce o profezie. “Io ero il quarto di dieci figli, mia mamma era contadina e mio papà operaio nel settore meccanico. Tre parole alla settimana – a turno tra uno dei due – mi bastavano per vivere e imparare a stare al mondo. I miei genitori sono riusciti a educare dieci figli proprio perché non avevano il tempo di farlo” ha raccontato Nembrini. “Io volevo somigliare a mio padre, perché lui conosceva le cose che erano importanti per vivere e, seguendolo, sapevo che sarei diventato un uomo” ha aggiunto, sottolineando che “le cose decisive della vita non si vedono e non si raccontano, ma accadono”.
In seguito, il professore ha identificato il problema della generazione di oggi nel fatto che “i nostri ragazzi pensavo di non avere un valore, di non valere il sacrificio dei propri genitori. Come ogni generazione nella storia, anche quella dei giovani di oggi si pone in contrapposizione e in rotta di collisione con quella precedente. La differenza è che, dopo aver criticato una società che giudicano “brutta”, i nostri ragazzi si convincono di “far schifo” anche loro. Perciò non fanno nulla, se ne stanno chiusi in casa, rivolgono la violenza verso sé stessi”.
Il professore ha spiegato come questa non sia una colpa dei giovani, ma di genitori e adulti tristi, privi di speranza, che sono i primi a vedere solo il brutto e il grigiore del mondo che sta fuori. “I nostri figli sono spaventati dalla nostra paura per la vita e per il male; una paura che impedisce la crescita, la vita e l’educazione” ha affermato Nembrini, esortando al contrario “ad essere uomini e donne veri, vivi e contenti e ad “ammazzare” i figli di speranza e di bellezza, piuttosto che riempirli di consigli e fare di tutto per chiuderli in casa e proteggerli dal male che c’è nel mondo”. “Anche perché” ha aggiunto “là fuori c’è molto più bene, persone in gamba, tanti santi, uomini e donne con i quali andare d’accordo e in cui avere fiducia”.
L’ultima parte della serata si è incentrata invece sui temi dell’umiltà – identificata da Nembrini quale unica virtù necessaria per diventare grandi nella vita – e dell’obbedienza - intesa come adesione al vero, alla realtà. “La nostra è una società malata di pensamento, ma la verità sta fuori, nel mondo reale. Ed è da lì che si impara che la libertà è obbedienza (e non poter fare ciò che si vuole) e che l’obbedienza è libertà”.
Dopo il successo della prima serata, la settimana di LavorAzione 2.0 proseguirà nei prossimi giorni, con le iniziative descritte di seguito.
Nel corso della settimana, i giovanissimi studenti di quarta e quinta elementare saranno accompagnati in un viaggio alla scoperta delle origini del lavoro a Premana – “Viaggio alla radice del nostro lavoro” - grazie alle attività formative proposte dalle insegnanti.
Venerdì 19 aprile, presso il Teatro San Rocco alle ore 21.00, interverrà l’Ing. Francesco Baroni - Country Manager di Gi Group - sul tema: “Il lavoro a Premana: vantaggi, prospettive e competenze”. La serata si svilupperà dentro la tematica del mercato del lavoro in senso generale, per poi scendere più nel dettaglio di un distretto economico come quello premanese, proponendo anche parallelismi tra mondo del lavoro e risvolto sociale nel paese in cui esiste. Ci sarà spazio per un approfondimento sulle figure professionali del domani e sull’esigenza di un paese così piccolo di essere e rimanere competitivo.
Infine, sabato 20 aprile i ragazzi di seconda e terza media dialogheranno con alcune figure professionali premanesi di varia formazione, che lavorano dentro o fuori il paese. La curiosità dei ragazzi troverà risposta nelle varie esperienze proposte, per creare un colloquio originale sul mondo del lavoro e sulla conciliazione con la propria vita privata e anche al servizio per la comunità, visto che quasi tutte le figure ricoprono ruoli anche nell’ambito associativo. La giornata costituirà anche il momento di incontro e confronto tra cittadini e imprese, presso il palasole, dalle ore 9.30 alle ore 17.00. Le aziende avranno la possibilità di presentarsi e raccontarsi a chi verrà a visitare, ma anche di conoscersi in modo più approfondito tra di loro, andando a scoprire e comprendere punti di forza e/o bisogni e sfide comuni. Verrà organizzato un buffet aperto ai giovani studenti delle superiori, mentre i bambini delle elementari proporranno il risultato delle attività didattiche svolte durante la settimana.
“L’intento, oltra a quello di condividere delle posizioni lavorative aperte, com’era stato nella scorsa edizione, sarà quello di abbattere tutti quei preconcetti e luoghi comuni che vedono le aziende di Premana come “scelta infelice o secondaria” da parte di chi entra nel mercato del lavoro o per chi lavora lontano fuori dal paese. La realtà mostra invece delle aziende dinamiche, che hanno implementato tecnologie moderne sia nelle lavorazioni che nello sviluppo digitale di marketing, ricerca e sviluppo” chiariscono ancora Pomoni e Fazzini, invitando nuovamente tutta la popolazione a partecipare.