Lecco: gli alunni del Parini entrano in carcere a Pescarenico
Gli studenti dell’Istituto G. Parini in visita alla casa circondariale di Pescarenico ritrovano un’esperienza di alto valore formativo a coronamento del loro percorso di educazione alla legalità.
Già proposta in passato con ottimo riscontro dagli insegnanti del Dipartimento di Scienze Giuridiche ed Economiche dell’istituto di via Badoni, l’opportunità di visitare il penitenziario cittadino mancava agli alunni del Parini da quando l’emergenza pandemica ne aveva precluso l’accesso ai visitatori esterni. Nel frattempo nell’organizzazione della struttura è sopraggiunta la nomina della nuova direttrice d.ssa Luisa Mattina, succeduta alla precedente d.ssa Antonina D’Onofrio, mentre gli studenti hanno continuato ad impegnarsi in un percorso educativo articolato sul triennio incentrato sulla legalità e sulla giustizia, di cui la visita della struttura carceraria rappresenta il punto d’arrivo finale. In particolare, alle classi terze viene proposto un percorso di approfondimento sulla giustizia minorile tenuto dagli avvocati penalisti delle camere penali di Como e Lecco, mentre le classi quarte effettuano un’uscita presso il tribunale cittadino assistendo ad alcune udienze dopo avere seguito una lezione di approfondimento sul processo penale tenuta dagli avvocati.
L’avvicinamento alla realtà della detenzione costituisce quindi il momento conclusivo del percorso, ispirato dalla consapevolezza che la scuola svolge un ruolo fondamentale nel prevenire il disagio e la devianza giovanili e nel promuovere la cultura della legalità. L’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi a riflettere sulle conseguenze di scelte sbagliate, ma anche indurli a rivedere pregiudizi e stereotipi sedimentati riguardo la realtà carceraria e i detenuti, divenendo maggiormente consapevoli dei vissuti difficili e delle fragilità che spesso sono alla base dei reati che prevedono condanne a pene minori, sviluppando un atteggiamento di ascolto e imparando non a giustificare, ma a comprendere, e soprattutto ad avere chiara la finalità rieducativa della pena.
Protagonisti dell’esperienza di giovedì scorso 11 aprile sono stati gli studenti delle classi 5 A Turismo e 5 A Relazioni Internazionali Marketing, accompagnati dalle professoresse Daniela Monaco e Immacolata Rigolino. Dopo avere visitato alcuni spazi del carcere, gli studenti hanno avuto la possibilità di incontrare i detenuti e interagire con loro, formulando agli stessi alcuni quesiti e ascoltando le loro testimonianze rispetto agli errori commessi, spesso legati a vissuti faticosi e complicati, ma anche al proprio desiderio di provare a cogliere la seconda opportunità cui l’esperienza carceraria dovrà aprire le porte.
“Si tratta di un’esperienza a cui i ragazzi si accostano con sensibilità e capacità di emozionarsi – osserva la prof.ssa Daniela Monaco – e anche per questo particolarmente significativa nella ricaduta educativa. Il nostro ringraziamento va quindi, per l’accoglienza ricevuta, oltre che alla direttrice della Casa Circondariale, alle altre figure che operano all’interno della struttura e che abbiamo avuto modo di incontrare: dall’educatrice alle insegnanti, che testimoniano l’importanza dell’istruzione come opportunità di riscatto, fino al medico, agli agenti di polizia penitenziaria e al sacerdote, che accompagnano i detenuti nel loro delicato percorso. Il nostro grazie va inoltre agli avvocati Terraneo e Pelizzari che ci hanno seguito in questa esperienza sollecitando nei nostri ragazzi la consapevolezza di come la detenzione debba rappresentare anzitutto un’opportunità di recupero finalizzata al reinserimento nella società”.
Già proposta in passato con ottimo riscontro dagli insegnanti del Dipartimento di Scienze Giuridiche ed Economiche dell’istituto di via Badoni, l’opportunità di visitare il penitenziario cittadino mancava agli alunni del Parini da quando l’emergenza pandemica ne aveva precluso l’accesso ai visitatori esterni. Nel frattempo nell’organizzazione della struttura è sopraggiunta la nomina della nuova direttrice d.ssa Luisa Mattina, succeduta alla precedente d.ssa Antonina D’Onofrio, mentre gli studenti hanno continuato ad impegnarsi in un percorso educativo articolato sul triennio incentrato sulla legalità e sulla giustizia, di cui la visita della struttura carceraria rappresenta il punto d’arrivo finale. In particolare, alle classi terze viene proposto un percorso di approfondimento sulla giustizia minorile tenuto dagli avvocati penalisti delle camere penali di Como e Lecco, mentre le classi quarte effettuano un’uscita presso il tribunale cittadino assistendo ad alcune udienze dopo avere seguito una lezione di approfondimento sul processo penale tenuta dagli avvocati.
L’avvicinamento alla realtà della detenzione costituisce quindi il momento conclusivo del percorso, ispirato dalla consapevolezza che la scuola svolge un ruolo fondamentale nel prevenire il disagio e la devianza giovanili e nel promuovere la cultura della legalità. L’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi a riflettere sulle conseguenze di scelte sbagliate, ma anche indurli a rivedere pregiudizi e stereotipi sedimentati riguardo la realtà carceraria e i detenuti, divenendo maggiormente consapevoli dei vissuti difficili e delle fragilità che spesso sono alla base dei reati che prevedono condanne a pene minori, sviluppando un atteggiamento di ascolto e imparando non a giustificare, ma a comprendere, e soprattutto ad avere chiara la finalità rieducativa della pena.
Protagonisti dell’esperienza di giovedì scorso 11 aprile sono stati gli studenti delle classi 5 A Turismo e 5 A Relazioni Internazionali Marketing, accompagnati dalle professoresse Daniela Monaco e Immacolata Rigolino. Dopo avere visitato alcuni spazi del carcere, gli studenti hanno avuto la possibilità di incontrare i detenuti e interagire con loro, formulando agli stessi alcuni quesiti e ascoltando le loro testimonianze rispetto agli errori commessi, spesso legati a vissuti faticosi e complicati, ma anche al proprio desiderio di provare a cogliere la seconda opportunità cui l’esperienza carceraria dovrà aprire le porte.
“Si tratta di un’esperienza a cui i ragazzi si accostano con sensibilità e capacità di emozionarsi – osserva la prof.ssa Daniela Monaco – e anche per questo particolarmente significativa nella ricaduta educativa. Il nostro ringraziamento va quindi, per l’accoglienza ricevuta, oltre che alla direttrice della Casa Circondariale, alle altre figure che operano all’interno della struttura e che abbiamo avuto modo di incontrare: dall’educatrice alle insegnanti, che testimoniano l’importanza dell’istruzione come opportunità di riscatto, fino al medico, agli agenti di polizia penitenziaria e al sacerdote, che accompagnano i detenuti nel loro delicato percorso. Il nostro grazie va inoltre agli avvocati Terraneo e Pelizzari che ci hanno seguito in questa esperienza sollecitando nei nostri ragazzi la consapevolezza di come la detenzione debba rappresentare anzitutto un’opportunità di recupero finalizzata al reinserimento nella società”.