Calolzio: una mostra 'giovane' risveglia culturalmente il Lavello
Quella allestita questo fine settimana al Monastero di Santa Maria del Lavello, a Calolziocorte, è una mostra da vedere, certo, ma anche da ascoltare. L'audioguida - termine polveroso, che richiama a registratore e cuffiette quando invece qui ognuno fa da sé inquadrando con lo smartphone, di installazione in installazione, il QR Code associato - è indispensabile non solo per conoscere l'artista, ma anche per entrare in connessione con il suo lavoro, per capire quell'essenziale che è invisibile agli occhi, come, in altro contesto, è già stato detto ma che in tema arte, soprattutto se contemporanea, giovanile e - a suo modo, per qualche verso - di rottura o di denuncia, ben calza, sempre.
E' il tema stesso scelto quale filo conduttore della collettiva - Storie d'Identità - a richiedere per l'appunto una narrazione, per dare un senso ed un significato - senza scomodare Eco - ad uno spuntone di ferro o a un biberon rosa, di quelli con cui da piccini si nutrono le bambole, rotto, appoggiato su un cumulo di terra.
Opere all'apparenza criptiche, ma che in realtà esplorano legami con luoghi e affetti, trasmettono messaggi, anche forti, come la lavatrice incastonata in una nicchia o il rilevatore incassato in una “botola”, pronto a "impazzire" qualora si superi di una determinata soglia di tolleranza la media delle temperature raggiunte in questo periodo in un decennio elevato a termine di paragone. "Cose" che debbono essere spiegate, insomma.
Ma anche due bambini ritratti di spalle con colori sgargianti mentre fissano il mare o la foto in bianco e nero di una partita di scacchi hanno indubbiamente un "perché" che merita di essere esplorato, per andare oltre la passeggiata di sala in sala, entrando nel mood di una proposta nuova per Calolziocorte e per la Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello, come riconosciuto anche ieri sera, all'inaugurazione della mostra, dal sindaco Marco Ghezzi ma anche dagli interlocutori istituzionali intervenuti, a partire dal vicepresidente della Provincia Mattia Micheli, passando poi alla Presidente del Parco Adda Nord Francesca Rota e al sottosegretario di Regione Lombardia Mauro Piazza, tutti soddisfatti della proposta, "firmata" - nella nuova veste di curatrice - dalla consigliera delegata Silvia Bosio, affiancata dalla giovane Roberta Gatto.
Il primo cittadino, in particolare, tornando sulle vicissitudini che nel recente passato hanno interessato la Fondazione, ha parlato di "Storie d'Identità" come già degli altri eventi organizzati dalla stessa Bosio, come di progetti utili per rendere il Lavello culturalmente attivo e un "pò più fresco".
E l'apertura ai giovani è stata rimarcata anche da Micheli, ricordando il coinvolgimento delle scuole, con diverse classi del Rota invitate al Monastero già nella prima delle tre giornate.Si è soffermata sugli artisti la Presidente Rota, parlando di pensiero e poesia applicati al loro lavoro. Ha concordato con lei, poi, Piazza, nel rimarcare come faccia bene il sindaco Ghezzi a lasciare carta bianca a Silvia e come la Fondazione stia rinascendo con grande attualità, attraverso iniziative di livello, tasselli importanti per la rivalorizzazione di un luogo che racconta la storia del nostro territorio, come da parole della numero uno del Parco.
Un luogo che ora torna a vivere, attirando - come ieri sera - un (nutrito) pubblico nuovo. Anche grazie a radici poste su un piedistallo e sinuose scritte "Love".
***
Storie d'Identità sarà visitabile fino a domenica 7 aprile.
In ingresso libero, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 20.
In mostra operedi Alberto Amigoni, Battista Tritto, Fabrizio Colombo, Collettivo A., Giada Castelnuovo, Giardini Da Vinci, Giovanni Tedesco, Giulia Sorrentino, Matteo Colombo, Omar Meijer, Roberta Gatto, Sempo, Stefano Besana e Thomas Losa.
L'esposizione è organizzata dal Comune di Calolzio, con il patrocinio della Provincia di Lecco e della Fondazione Monastero Santa Maria del Lavello.
Opere all'apparenza criptiche, ma che in realtà esplorano legami con luoghi e affetti, trasmettono messaggi, anche forti, come la lavatrice incastonata in una nicchia o il rilevatore incassato in una “botola”, pronto a "impazzire" qualora si superi di una determinata soglia di tolleranza la media delle temperature raggiunte in questo periodo in un decennio elevato a termine di paragone. "Cose" che debbono essere spiegate, insomma.
Ma anche due bambini ritratti di spalle con colori sgargianti mentre fissano il mare o la foto in bianco e nero di una partita di scacchi hanno indubbiamente un "perché" che merita di essere esplorato, per andare oltre la passeggiata di sala in sala, entrando nel mood di una proposta nuova per Calolziocorte e per la Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello, come riconosciuto anche ieri sera, all'inaugurazione della mostra, dal sindaco Marco Ghezzi ma anche dagli interlocutori istituzionali intervenuti, a partire dal vicepresidente della Provincia Mattia Micheli, passando poi alla Presidente del Parco Adda Nord Francesca Rota e al sottosegretario di Regione Lombardia Mauro Piazza, tutti soddisfatti della proposta, "firmata" - nella nuova veste di curatrice - dalla consigliera delegata Silvia Bosio, affiancata dalla giovane Roberta Gatto.
Il primo cittadino, in particolare, tornando sulle vicissitudini che nel recente passato hanno interessato la Fondazione, ha parlato di "Storie d'Identità" come già degli altri eventi organizzati dalla stessa Bosio, come di progetti utili per rendere il Lavello culturalmente attivo e un "pò più fresco".
E l'apertura ai giovani è stata rimarcata anche da Micheli, ricordando il coinvolgimento delle scuole, con diverse classi del Rota invitate al Monastero già nella prima delle tre giornate.Si è soffermata sugli artisti la Presidente Rota, parlando di pensiero e poesia applicati al loro lavoro. Ha concordato con lei, poi, Piazza, nel rimarcare come faccia bene il sindaco Ghezzi a lasciare carta bianca a Silvia e come la Fondazione stia rinascendo con grande attualità, attraverso iniziative di livello, tasselli importanti per la rivalorizzazione di un luogo che racconta la storia del nostro territorio, come da parole della numero uno del Parco.
Un luogo che ora torna a vivere, attirando - come ieri sera - un (nutrito) pubblico nuovo. Anche grazie a radici poste su un piedistallo e sinuose scritte "Love".
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Storie d'Identità sarà visitabile fino a domenica 7 aprile.
In ingresso libero, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 20.
In mostra operedi Alberto Amigoni, Battista Tritto, Fabrizio Colombo, Collettivo A., Giada Castelnuovo, Giardini Da Vinci, Giovanni Tedesco, Giulia Sorrentino, Matteo Colombo, Omar Meijer, Roberta Gatto, Sempo, Stefano Besana e Thomas Losa.
L'esposizione è organizzata dal Comune di Calolzio, con il patrocinio della Provincia di Lecco e della Fondazione Monastero Santa Maria del Lavello.
A.M.