Polis: i bambini di tre scuole diventano 'Investigatori di Fiumi'
Sono state settimane "movimentate" al campus di Lecco del Politecnico, dove i 96 alunni di quinta, provenienti dalle scuole primarie "G. Oberdan" di Belledo, "N. Sauro" di Germanedo e dall'Istituto "Maria Ausiliatrice”, hanno partecipato con grande con entusiasmo al laboratorio “Investigatori di Fiumi” condotto dai professori Alessio Radice e Laura Longoni dei laboratori di Geologia e Geofisica applicata e Idraulica Montana del Polo territoriale, il quarto appuntamento dell’Università dei bambini "POLIS - la città sostenibile", giunto alla sua quinta edizione grazie al contributo di Fondazione Cariplo e il supporto di Rotary Club Lecco.Calatisi nei panni del Sig. Perché, il professor Radice e Longoni hanno invitato gli alunni a riflettere sull’importanza dell’acqua come bene primario per eccellenza per il nostro pianeta, spiegando loro che la maggior parte delle azioni quotidiane necessarie per la sopravvivenza degli esseri umani, come per esempio bere, coltivare o creare energia, prevede l’utilizzo dei fiumi. I bambini hanno perciò compreso come il rapporto di un territorio con l’acqua sia imprescindibile per imparare a gestire questa risorsa secondo criteri di sostenibilità e come, per lo stesso motivo, i fiumi vadano preservati e tutelati.
Nel corso della lezione i professori hanno introdotto il tema del laboratorio, il rischio idrogeologico, dapprima mostrando come si struttura un corso d’acqua dalla sorgente alla foce e quale sia la differenza tra ruscelli, torrenti e fiumi, offrendo poi una panoramica di immagini di fiumi italiani. I bambini hanno poi appreso l’esistenza di un aspetto molto pericoloso dei fiumi, che, in determinate condizioni ambientali, può determinare la possibilità che possa verificarsi un’alluvione; è stato quindi mostrato nel concreto cos’è un’alluvione e come prevenirla, menzionando la recente esondazione del torrente Caldone di Lecco a causa delle abbondanti piogge. Gli studenti sono stati informati che il rischio di alluvioni è reso ancora più pericoloso in quanto non è solo connesso ai danni che l’acqua può arrecare ma è legato anche all’ingente quantità di detriti, sassi e fango, che vengono trascinati dalla corrente. Tali sedimenti, inoltre, se depositati in quantità eccessiva in un tratto del corso del fiume, possono essere loro stessi causa di un’alluvione, in quanto ostacolo al regolare flusso delle acque.
Al termine della lezione, per meglio comprendere i rischi del dissesto idrogeologico e come combatterlo, il team del Politecnico, mediante la riproduzione in scala ridotta di fiumi e l’utilizzo di sassolini, ha guidato i piccoli partecipanti nelle “olimpiadi dei torrenti” per testare con mano come le caratteristiche del fondo, la pendenza, la portata e la velocità dell’acqua impattino sul flusso dei sedimenti nel fiume. È stata inoltre svolta una dimostrazione didattica sul modello di idraulica montana, costruito qualche anno fa al Polo di Lecco, che rappresenta in piccola scala un bacino idrografico montano.
Dopo questa esperienza pratica di osservazione del fiume riprodotto in laboratorio, consolidata anche da una entusiasta partecipazione attiva, tutti i bambini si sono sentiti responsabili del loro territorio raggiungendo la consapevolezza che, in qualità di cittadini del futuro, esso va sorvegliato, valorizzato e salvaguardato.
L’appuntamento per i piccoli studenti è per il prossimo laboratorio, l’ultimo del percorso che li condurrà dritti verso il diploma di laurea.
Nel corso della lezione i professori hanno introdotto il tema del laboratorio, il rischio idrogeologico, dapprima mostrando come si struttura un corso d’acqua dalla sorgente alla foce e quale sia la differenza tra ruscelli, torrenti e fiumi, offrendo poi una panoramica di immagini di fiumi italiani. I bambini hanno poi appreso l’esistenza di un aspetto molto pericoloso dei fiumi, che, in determinate condizioni ambientali, può determinare la possibilità che possa verificarsi un’alluvione; è stato quindi mostrato nel concreto cos’è un’alluvione e come prevenirla, menzionando la recente esondazione del torrente Caldone di Lecco a causa delle abbondanti piogge. Gli studenti sono stati informati che il rischio di alluvioni è reso ancora più pericoloso in quanto non è solo connesso ai danni che l’acqua può arrecare ma è legato anche all’ingente quantità di detriti, sassi e fango, che vengono trascinati dalla corrente. Tali sedimenti, inoltre, se depositati in quantità eccessiva in un tratto del corso del fiume, possono essere loro stessi causa di un’alluvione, in quanto ostacolo al regolare flusso delle acque.
Al termine della lezione, per meglio comprendere i rischi del dissesto idrogeologico e come combatterlo, il team del Politecnico, mediante la riproduzione in scala ridotta di fiumi e l’utilizzo di sassolini, ha guidato i piccoli partecipanti nelle “olimpiadi dei torrenti” per testare con mano come le caratteristiche del fondo, la pendenza, la portata e la velocità dell’acqua impattino sul flusso dei sedimenti nel fiume. È stata inoltre svolta una dimostrazione didattica sul modello di idraulica montana, costruito qualche anno fa al Polo di Lecco, che rappresenta in piccola scala un bacino idrografico montano.
Dopo questa esperienza pratica di osservazione del fiume riprodotto in laboratorio, consolidata anche da una entusiasta partecipazione attiva, tutti i bambini si sono sentiti responsabili del loro territorio raggiungendo la consapevolezza che, in qualità di cittadini del futuro, esso va sorvegliato, valorizzato e salvaguardato.
L’appuntamento per i piccoli studenti è per il prossimo laboratorio, l’ultimo del percorso che li condurrà dritti verso il diploma di laurea.