Casargo in festa: Bortolo 'Meo' Piatti ha compiuto 100 anni
20 marzo 1924–20 marzo 2024: un intero secolo di storia quello che Bortolo Piatti – detto “Meo” – residente a Narro (frazione di Casargo) e cittadino più anziano di tutto il Comune, ha raggiunto pochi giorni fa.
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Per l’occasione, la sua unica figlia Lorena – tanto affezionata al papà, che definisce “Super Meo” – ha organizzato ieri una grande festa a sorpresa presso il Ristorante Belvedere di Narro, alla quale hanno preso parte tutti i famigliari di Bortolo (l’amatissima sorella ha raggiunto l’Alta Valle per l’occasione, trasportata con l’ambulanza dall’istituto di Lecco in cui risiede), oltre a tanti compaesani, al sindaco di Casargo Antonio Pasquini e al comandante della stazione dei Carabinieri Luigi Taricco.
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Una giornata davvero speciale quella che Lorena ha voluto dedicare al suo straordinario papà, nato a Indovero ormai – appunto - cento anni fa. Primo di sette fratelli, grandissimo lavoratore, ha fatto “di tutto” nella sua vita. Ha lasciato a lungo il suo paese natale per motivi di lavoro, trasferendosi nel milanese a lavorare per la ditta Lobo.
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“Il richiamo ai suoi luoghi d’origine è stato sempre acceso e molto forte - ricorda Lorena - tanto che a quei tempi salivamo a Narro ogni singolo weekend. Qui poteva dedicarsi alle sue passioni: aggiustare e sistemare ogni cosa, fare l’orto e seguire con grande fedeltà la sua amatissima squadra del cuore, il Milan”.
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Ha sposato Luciana dopo un lunghissimo fidanzamento. “Non si decideva mai a farlo e a comprare casa, perché lui – pessimista di natura – ha sempre sostenuto che sarebbe morto giovane” spiega ancora Lorena. Appena ha potuto, Meo è andato in pensione, non tanto per non lavorare (anzi non ha mai smesso, tra una cosa e l’altra), ma perché il clima e l’aria di Milano lo opprimevano. Oggi continua a vivere con la moglie presso quella dimora di Narro che ha sistemato interamente con le sue mani.
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“Mio papà è un mito!” afferma ancora con entusiasmo la figlia. “È ancora lucidissimo, fa la spesa tutti i giorni, cucina, segue la cronaca, “studia” le bollette, sistema i rifiuti, pulisce i pavimenti, supporta la moglie e in generale gestisce tutte le faccende di casa. È la colonna portante della famiglia”. Ancora oggi, per nipoti e pronipoti, la casa che unisce, riunisce e accomuna tutti è proprio quella dei nonni a Narro. La stessa piccola frazione di Casargo dove ieri “Super Meo” Bortolo Piatti ha festeggiato un traguardo davvero straordinario, insieme a un’intera comunità che gli vuole bene.
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“Papà è una persona anche solitaria e di poche parole, ma molto corretta e dignitosa” aggiunge ancora Lorena. “Non ama la confusione, ma ha apprezzato molto la sorpresa, che è davvero ben riuscita”.
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Bortolo Piatti con il comandante dei Carabinieri Luigi Taricco e il sindaco Antonio Pasquini
Per l’occasione, la sua unica figlia Lorena – tanto affezionata al papà, che definisce “Super Meo” – ha organizzato ieri una grande festa a sorpresa presso il Ristorante Belvedere di Narro, alla quale hanno preso parte tutti i famigliari di Bortolo (l’amatissima sorella ha raggiunto l’Alta Valle per l’occasione, trasportata con l’ambulanza dall’istituto di Lecco in cui risiede), oltre a tanti compaesani, al sindaco di Casargo Antonio Pasquini e al comandante della stazione dei Carabinieri Luigi Taricco.
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"Meo" con i tre nipoti
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Una giornata davvero speciale quella che Lorena ha voluto dedicare al suo straordinario papà, nato a Indovero ormai – appunto - cento anni fa. Primo di sette fratelli, grandissimo lavoratore, ha fatto “di tutto” nella sua vita. Ha lasciato a lungo il suo paese natale per motivi di lavoro, trasferendosi nel milanese a lavorare per la ditta Lobo.
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“Il richiamo ai suoi luoghi d’origine è stato sempre acceso e molto forte - ricorda Lorena - tanto che a quei tempi salivamo a Narro ogni singolo weekend. Qui poteva dedicarsi alle sue passioni: aggiustare e sistemare ogni cosa, fare l’orto e seguire con grande fedeltà la sua amatissima squadra del cuore, il Milan”.
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Ha sposato Luciana dopo un lunghissimo fidanzamento. “Non si decideva mai a farlo e a comprare casa, perché lui – pessimista di natura – ha sempre sostenuto che sarebbe morto giovane” spiega ancora Lorena. Appena ha potuto, Meo è andato in pensione, non tanto per non lavorare (anzi non ha mai smesso, tra una cosa e l’altra), ma perché il clima e l’aria di Milano lo opprimevano. Oggi continua a vivere con la moglie presso quella dimora di Narro che ha sistemato interamente con le sue mani.
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La poesia che Lorena ha voluto dedicare al papà
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“Papà è una persona anche solitaria e di poche parole, ma molto corretta e dignitosa” aggiunge ancora Lorena. “Non ama la confusione, ma ha apprezzato molto la sorpresa, che è davvero ben riuscita”.
A.Te.