Malgrate: cena comunitaria pasquale con rituale ebraico
A Malgrate l'attesa della Pasqua si vive anche... a tavola, in salsa ebraica. La Parrocchia di San Leonardo guidata da don Andrea Lotterio - "padre" di numerose iniziative, tra le altre, nel segno dell'interscambio religioso - ha infatti voluto organizzare per giovedì 21 marzo in Oratorio la Haggadah di Pesach, riproponendo il rituale della cena pasquale ebraica in cui, sostanzialmente, affonda le radici la "nostra" Messa.Una cinquantina i convitati, che hanno condiviso un menù dai forti tratti simbolici: il pane azzimo (non lievitato, emblema della debolezza e della miseria del popolo costretto in schiavitù dall'Egitto), la zampa arrostita di agnello in ricordo del sacrificio, l'uovo sodo e le erbe amare, rispettivamente rappresentazione della vita eterna e delle difficoltà patite dagli Ebrei fino alla loro liberazione, nonchè l'haroset, un composto di mele grattuggiate, noci e cannella che riporta alla mente il cemento e la malta che gli oppressi dovevano preparare, e infine l'aceto (in alternativa acqua salata o succo di limone), a indicare l'amarezza della schiavitù.Immancabile anche il vino, da versare in quattro coppe secondo i termini che in Esodo 6,6-7 si usano per indicare la liberazione: "Vi farò uscire, vi salverò, vi libererò, vi prenderò" (la terza richiama quella sollevata da Gesù nell'Ultima Cena, dopo aver spezzato il pane). Il tutto scandito da preghiere e canti, con don Andrea a seguire con cura ogni passaggio."È un'iniziativa che piace sempre molto, che ci aiuta a vivere la Quaresima in modo diverso ma comunque profondo, riflettendo sulle origini della nostra fede" ha commentato il parroco di Malgrate, che in passato ha proposto la Haggadah di Pesach anche in altre comunità e in vari gruppi Scout, riscuotendo sempre consensi.Nel paese alle porte di Lecco, tra l'altro, la cena si era svolta anche la settimana precedente ma in versione ridotta, con i bambini di quarta del catechismo e i loro genitori. Un bel modo, insomma, certamente non scontato, di vivere la Quaresima tornando all'essenziale, alle origini, a ciò che conta davvero.