I dolori del giovane Gagliardi
L’ennesimo sermone di Roberto Gagliardi (link per chi ha tempo da perdere) nasconde in maniera maldestra la reale circostanza che vede Forza Italia capitolare ai piedi degli alleati. Soprattutto della Lega che pur in caduta libera come consensi e col segretario di fatto “blindato” dai suoi governatori, continua a fare l’asso pigliatutto. Anche grazie alla debolezza di Fratelli d’Italia e del suo coordinatore Alessandro Negri al quale premeva solo ottenere la candidatura a sindaco di Oggiono.
Nei fatti Forza Italia non conta nulla nel lecchese. E in questo – ahi come duole – dobbiamo dare ragione a Mauro Piazza al quale va riconosciuto il fiuto politico e la spregiudicatezza con cui negozia con gli alleati.
Piazza ha due necessità ben precise: tentare di far confermare Massimo Panzeri a Merate e Alessandra Hofmann a Monticello non tanto per il piccolo comune quanto per restare alla guida della Provincia.
Se perdesse la posizione di Merate sarebbe a rischio la riconferma della Hofmann, soprattutto se a vincere nella seconda città del lecchese fosse Mattia Salvioni, candidato della sinistra.
Senza troppa fatica Piazza ha riportato al tavolo delle trattative il giovane Gagliardi, facendogli balenare la possibilità di concedergli qualche assessore o di essere disposto a restituirgli uno dei tre consiglieri di Lecco passati con lui nella Lega.
Insomma un po’ di ceci, per quanto ben serviti, al fine di ottenere la firma sotto un comunicato congiunto di pieno sostegno a Massimo Panzeri la cui situazione è quella oggettivamente più in bilico.
Naturalmente chi ha avuto il coraggio di leggere il documento di cui sopra si sarà sorpreso nel rilevare quante volte sta scritta la frase “pari dignità”. Per Gagliardi la pari dignità è mettersi in corda dietro Lega e Fratelli d’Italia e raccogliere qualche consigliere qua e là.
Le astuzie seminarili, evidentemente non hanno costituito bagaglio politico. E nemmeno l’esperienza maturata con Michela Vittoria Brambilla, abilissima nell’essere sempre dalla parte giusta.
Resta da capire una volta firmato il documento congiunto quale uomo vestirà a Merate la casacca azzurra. Forse Ruggero Riva, non proprio un recordman di preferenze o Fabio Tamandi, pur sprovvisto di tessera.
O nessuno. Basta la bandierina al giovane Gagliardi.
Nei fatti Forza Italia non conta nulla nel lecchese. E in questo – ahi come duole – dobbiamo dare ragione a Mauro Piazza al quale va riconosciuto il fiuto politico e la spregiudicatezza con cui negozia con gli alleati.
Piazza ha due necessità ben precise: tentare di far confermare Massimo Panzeri a Merate e Alessandra Hofmann a Monticello non tanto per il piccolo comune quanto per restare alla guida della Provincia.
Se perdesse la posizione di Merate sarebbe a rischio la riconferma della Hofmann, soprattutto se a vincere nella seconda città del lecchese fosse Mattia Salvioni, candidato della sinistra.
Senza troppa fatica Piazza ha riportato al tavolo delle trattative il giovane Gagliardi, facendogli balenare la possibilità di concedergli qualche assessore o di essere disposto a restituirgli uno dei tre consiglieri di Lecco passati con lui nella Lega.
Insomma un po’ di ceci, per quanto ben serviti, al fine di ottenere la firma sotto un comunicato congiunto di pieno sostegno a Massimo Panzeri la cui situazione è quella oggettivamente più in bilico.
Naturalmente chi ha avuto il coraggio di leggere il documento di cui sopra si sarà sorpreso nel rilevare quante volte sta scritta la frase “pari dignità”. Per Gagliardi la pari dignità è mettersi in corda dietro Lega e Fratelli d’Italia e raccogliere qualche consigliere qua e là.
Le astuzie seminarili, evidentemente non hanno costituito bagaglio politico. E nemmeno l’esperienza maturata con Michela Vittoria Brambilla, abilissima nell’essere sempre dalla parte giusta.
Resta da capire una volta firmato il documento congiunto quale uomo vestirà a Merate la casacca azzurra. Forse Ruggero Riva, non proprio un recordman di preferenze o Fabio Tamandi, pur sprovvisto di tessera.
O nessuno. Basta la bandierina al giovane Gagliardi.
Claudio Brambilla