Lecco: in 360 per l'open day del depuratore. 'Razionalizzare' la parola d'ordine per LRH

Ogni giorno, noi lecchesi, consumiamo qualcosa come 150 litri di acqua ciascuno, a fronte di un uso raccomandato di 100 litri. In occasione del World Water Day, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e prevista all'interno delle direttive dell'Agenda 21 per invitare a riflettere sull’importanza vitale delle risorse idriche e sulle azioni necessarie a conservarle per il futuro, Lario Reti Holding nella mattinata odierna ha aperto le porte alla cittadinanza del depuratore di via Bruno Buozzi.
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360 i "ticket" - gratuiti - messi a disposizione, andati tutti sold out a riprova dell'interesse di adulti - ma anche tanti ragazzi - al tema, coinvolgendo poi anche i più piccoli con laboratori a loro dedicati promossi nel corso della mattinata. 
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Tra i primi gruppi a visitare l'impianto, anche quello costituito da una nutrita delegazione di sindaci o loro delegati, nonché di di rappresentanti di enti, con Marco Bonaiti presidente di ATO e Francesca Rota, al vertice tanto di SILEA tanto del Parco Adda Nord. 
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Anche gli amministratori, dunque - chi per la prima volta, chi approfittando dell'occasione per un "ripasso" - hanno così avuto la possibilità di vedere da vicino come i reflui vengono trattati, dall'ingresso al depuratore alla re-immissione dell'acqua "lavorata" in natura, per poi concorrere al taglio del nastro della mostra allestita per illustrare gli interventi più importanti in corso, per migliorare ulteriormente il servizio.
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Lelio Cavallier

"Quella odierna è una iniziativa che parte da lontano" ha affermato il Presidente di Lario Reti Holding  Lelio Cavallier, decisamente soddisfatto anche dell'incontro proposto nei giorni scorsi al Politecnico alla presenza, tra gli altri, quale relatore, del professor Giuliacci.
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"Lo scopo è far capire alla gente tutto il lavoro che c'è dietro. Si è soliti dare per scontato che si apre il rubinetto e arriva l'acqua. Ma già per arrivare a quel livello, il lavoro è enorme. La fase successiva è quella di portare via l'acqua usata nelle case e portarla in impianti come questo. Purtroppo in Provincia di Lecco abbiamo ancora 28 impianti di depurazione. A Milano - per dare un termine di paragone - ce ne sono due in tutta la città. Impianti grossi vuol dire impatto energetico molto inferiore e soprattutto qualità dell'acqua scaricata superiore. Per cui è questo l'impegno che Lario Reti dovrà portare avanti nei prossimi anni, per razionalizzare tutto il sistema depurativo della Provincia".
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A cominciare anche dal nuovo impianto di Lecco. "Non chiamiamolo depuratore di Lecco. Solo il primo modulo riguarderà Lecco" puntualizza Cavallier. "L'impianto verrà autorizzato e costruito per 180 mila abitanti equivalenti. Solo il primo modulo da 60 coprirà le esigenze della città. Poi devono arrivare a questo nuovo impianto i reflui di Mandello del Lario, della Valsassina (tutti i comuni che attendono all'impianto di Barzio e Ballabio) e, nell'ultima fase, quelli dell'attuale depuratore di Valmadrera (dove conferiscono 24-25 comuni). Per cui sarà l'impianto del nord della Provincia, non l'impianto di Lecco. Anche perché non sarà neanche ubicato a Lecco" la chiosa, con riferimento all'ex Cava Mossini, luogo "prescelto" e in relazione al quale "stiamo facendo tutte le analisi. Alcune - già portate a termine - hanno confermato la positività del sito. Ci stanno autorizzando delle prove penetrometriche sul terreno e quando avremo tutti i dati geologici inizierà il vero iter autorizzativo. L'impianto - ha tenuto a rimarcare il Presidente - partirà già per essere autorizzato per 180 mila abitanti equivalenti".

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45 milioni il costo ipotizzato per il primo lotto. Tempistiche? "Abbiamo stimato di poter arrivare alla fine dell'impianto entro 9 anni sul primo modulo, poi gli altri a seguire ma saranno molto più veloci perché saranno già autorizzati".
A.M.
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