Pasturo: assolta dalla accusa di truffa. Ne diventa vittima
Probabilmente in buona fede, fidandosi di quelli che lei riteneva due amici, aveva acconsentito loro di aprire, in cambio di 150 euro, una PostePay a suo nome che loro avrebbero dovuto utilizzare per la vendita di caschi da moto. In realtà, la scheda era stata usata per compiere una serie di truffe in tutta Italia e la donna si era trovata così al centro di procedimenti giudiziaria in qualità di imputata a rispondere proprio del reato di truffa. Come nel caso del valsassinese, residente a Pasturo, che pensava di avere acquistato una polizza per la sua auto a un prezzo vantaggioso e dopo avere fatto un versamento di 270 euro a un sedicente broker, non aveva più avuto notizie né dell’interlocutore e meno ancora dei suoi soldi o dell’assicurazione.
Questa mattina il giudice Gianluca Piantadosi, allineandosi alla richiesta formulata dalla pubblica accusa, ha sentenziato l'assoluzione ai sensi dell’articolo 530, secondo comma codice di procedura penale perché il fatto non sussiste. Nella circostanza ha anche trasmesso gli atti alla procura affinchè per la coppia napoletana che aveva utilizzato la PostePay dell’imputata odierna si possa valutare una ipotesi di reato di truffa in concorso.
Questa mattina il giudice Gianluca Piantadosi, allineandosi alla richiesta formulata dalla pubblica accusa, ha sentenziato l'assoluzione ai sensi dell’articolo 530, secondo comma codice di procedura penale perché il fatto non sussiste. Nella circostanza ha anche trasmesso gli atti alla procura affinchè per la coppia napoletana che aveva utilizzato la PostePay dell’imputata odierna si possa valutare una ipotesi di reato di truffa in concorso.
S.V.