In viaggio a tempo indeterminato/322: i pasti contati
Siamo arrivati alla fine del racconto della nostra breve avventura cinese.
"Breve ma intenso" si dice in questi casi.
E non vedo parole migliori per descrivere la lavatrice di sensazioni, esperienze e avventure che abbiamo vissuto in soli 15 giorni.
Il fatto che avessimo poco tempo ci ha fatto vivere ancora più coscienti e presenti ogni istante che avevamo.
"Ci rimangono solo 28 pasti in Cina, non possiamo sprecarli!". Mi disse Paolo il secondo giorno, quando ci era balenata l'idea di mangiare dei noodles in scatola.
Non potevamo accontentarci di qualcosa di mediocre, perché avevamo i "pasti contati".
Credo sia stata quella la chiave di tutto e il motivo per cui quella manciata di giorni si sia trasformata in un concentrato di vita vissuta che è sembrato durare mesi.
La frase di Paolo, a pensarci bene, è così concreta e diretta che dovrebbe essere presa come una massima da seguire per vivere al meglio e non sprecare momenti preziosi.
Se quando nasciamo ci dicessero "Ti rimangono XXXXXX giorni, non sprecarli" credo che vivremmo diversamente. E chissà, forse il mondo sarebbe un posto migliore per tutti.
Ma torniamo alla Cina che merita sicuramente una chiusura di capitolo degna di quello che abbiamo vissuto.
Che poi, io parlo di Cina, ma la realtà è che la porzione di Paese che abbiamo conosciuto è solo una minima percentuale. È un po' come parlare di Italia e aver visitato solo Mandello del Lario. Senza nulla togliere a Mandello, non credo che si possa dire rappresenti tutto il Paese.
Allo stesso modo, lo Yunnan, la regione in cui ci siamo concentrati, non è tutta la Cina.
La seconda nazione più popolosa del mondo, che copre un territorio pressoché infinito e che al suo interno presenta una varietà culturale, etnica e naturale impressionante, non può essere certo capita in miseri 15 giorni.
E a farmi rendere conto di questa enorme complessità sono stati i cinesi stessi o meglio, i commenti sotto i nostri video.
Poi parlerò anche del modo in cui così tanti cinesi parlanti cinese e che vivono in Cina, siano venuti a conoscenza dell'esistenza dei nostri video in italiano.
Quella è tutta un'altra storia folle e per ora mi vorrei concentrare sul contenuto di un commento in particolare.
Sotto il video in cui parlavamo dell'inaspettata riservatezza e timidezza con cui eravamo stati approcciati, qualcuno scriveva in inglese: "Ha sorpreso anche me la pacatezza degli abitanti dello Yunnan. E pensare che io vivo nel Sichuan, la regione accanto, e qui siamo molto più estroversi."
Quelle poche righe sono bastate per farmi realizzare che una generalizzazione, quando si parla di un Paese, che sia la Cina, il Vietnam o la Turchia, è sempre impossibile.
Ma la tentazione di fare un riassunto e di tirare le somme è troppo forte per essere repressa. Sarà per quello che abbiamo fatto un video di 35 minuti solo per parlare di quello che abbiamo imparato in Cina?
Dall'aria gelida dei monti a 3300 metri, alle palme e il caldo umido del sud, passando per monasteri da fiaba e piatti di noodles che hanno sconvolto le nostre papille gustative.
Ma se dovessi riassumere con una sola parola tutta la nostra esperienza cinese direi: spiazzante.
Ci ha spiazzato trovarci davanti un Paese che a livello tecnologico è avanti anni luce da tutti quelli che abbiamo visitato finora.
Ci ha spiazzato notare così tanta cura, pulizia e armonia nonostante la quantità di persone.
Ci ha spiazzato pagare tutto senza usare mai banconote e dormire in hotel con in camera distributori di giochi per adulti.
Ci ha spiazzato vedere le principali catene di brand internazionali e pochissimi negozi di "cianfrusaglie".
Ci ha spiazzato circondarci di così tanta gente con addosso abiti tradizionali noleggiati e fare la coda per accendere gli incensi nei templi.
Ci ha spiazzato renderci conto che quel poco che credevamo di conoscere della Cina era impreciso o addirittura sbagliato.
E il fatto che siamo rimasti spiazzati per così tante cose, alla fine ci ha conquistati.
È anche per questo che viaggiamo, per far cadere certe nostre convinzioni.
Se trovassimo sempre tutto quello che ci aspettiamo, sai che noia?
Ma la Cina non ha smesso di spiazzarci nemmeno quando ce ne siamo andati.
Prima di tutto perché è stato piuttosto traumatico uscire da quella bolla e attraversare il confine con il Laos, un Paese così radicalmente diverso.
E poi a spiazzarci sono arrivati quei commenti a cui accennavo prima.
A un certo punto abbiamo iniziato a notare un numero sempre crescente di commenti scritti in cinese sotto i nostri video.
Il che ci ha fatto molto piacere, anche perché erano tutti piuttosto positivi e incoraggianti.
Ma qualcosa di strano doveva essere successo perché YouTube in Cina non funziona. Per avere accesso ai contenuti serve una VPN cioè un sistema che permetta di "schermare" la posizione della propria connessione e risultare così collegati da un Paese diverso.
Il mistero quindi si infittiva.
Finché una ragazza non ci manda un messaggio privato e svela l'arcano.
Qualcuno ha pubblicato i nostri video su un social chiamato Bilibili, praticamente l'equivalente di YouTube ma versione cinese.
I video sono stati tutti sottotitolati in cinese e sulle copertine ci sono le nostre facce con scritte in cinese.
Ovviamente non abbiamo idea di chi sia stato a farlo e lì per lì la cosa ci ha fatto anche sorridere.
A quanto pare quei video hanno fatto addirittura milioni di visualizzazioni e così in molti sono venuti sul nostro canale YouTube a lasciarci commenti.
Vuoi vedere che forse ci converrebbe imparare il cinese e fare video in lingua?
"Breve ma intenso" si dice in questi casi.
E non vedo parole migliori per descrivere la lavatrice di sensazioni, esperienze e avventure che abbiamo vissuto in soli 15 giorni.
Il fatto che avessimo poco tempo ci ha fatto vivere ancora più coscienti e presenti ogni istante che avevamo.
"Ci rimangono solo 28 pasti in Cina, non possiamo sprecarli!". Mi disse Paolo il secondo giorno, quando ci era balenata l'idea di mangiare dei noodles in scatola.
Non potevamo accontentarci di qualcosa di mediocre, perché avevamo i "pasti contati".
Credo sia stata quella la chiave di tutto e il motivo per cui quella manciata di giorni si sia trasformata in un concentrato di vita vissuta che è sembrato durare mesi.
La frase di Paolo, a pensarci bene, è così concreta e diretta che dovrebbe essere presa come una massima da seguire per vivere al meglio e non sprecare momenti preziosi.
Se quando nasciamo ci dicessero "Ti rimangono XXXXXX giorni, non sprecarli" credo che vivremmo diversamente. E chissà, forse il mondo sarebbe un posto migliore per tutti.
Ma torniamo alla Cina che merita sicuramente una chiusura di capitolo degna di quello che abbiamo vissuto.
Che poi, io parlo di Cina, ma la realtà è che la porzione di Paese che abbiamo conosciuto è solo una minima percentuale. È un po' come parlare di Italia e aver visitato solo Mandello del Lario. Senza nulla togliere a Mandello, non credo che si possa dire rappresenti tutto il Paese.
Allo stesso modo, lo Yunnan, la regione in cui ci siamo concentrati, non è tutta la Cina.
La seconda nazione più popolosa del mondo, che copre un territorio pressoché infinito e che al suo interno presenta una varietà culturale, etnica e naturale impressionante, non può essere certo capita in miseri 15 giorni.
E a farmi rendere conto di questa enorme complessità sono stati i cinesi stessi o meglio, i commenti sotto i nostri video.
Poi parlerò anche del modo in cui così tanti cinesi parlanti cinese e che vivono in Cina, siano venuti a conoscenza dell'esistenza dei nostri video in italiano.
Quella è tutta un'altra storia folle e per ora mi vorrei concentrare sul contenuto di un commento in particolare.
Sotto il video in cui parlavamo dell'inaspettata riservatezza e timidezza con cui eravamo stati approcciati, qualcuno scriveva in inglese: "Ha sorpreso anche me la pacatezza degli abitanti dello Yunnan. E pensare che io vivo nel Sichuan, la regione accanto, e qui siamo molto più estroversi."
Quelle poche righe sono bastate per farmi realizzare che una generalizzazione, quando si parla di un Paese, che sia la Cina, il Vietnam o la Turchia, è sempre impossibile.
Ma la tentazione di fare un riassunto e di tirare le somme è troppo forte per essere repressa. Sarà per quello che abbiamo fatto un video di 35 minuti solo per parlare di quello che abbiamo imparato in Cina?
Dall'aria gelida dei monti a 3300 metri, alle palme e il caldo umido del sud, passando per monasteri da fiaba e piatti di noodles che hanno sconvolto le nostre papille gustative.
Ma se dovessi riassumere con una sola parola tutta la nostra esperienza cinese direi: spiazzante.
Ci ha spiazzato trovarci davanti un Paese che a livello tecnologico è avanti anni luce da tutti quelli che abbiamo visitato finora.
Ci ha spiazzato notare così tanta cura, pulizia e armonia nonostante la quantità di persone.
Ci ha spiazzato pagare tutto senza usare mai banconote e dormire in hotel con in camera distributori di giochi per adulti.
Ci ha spiazzato vedere le principali catene di brand internazionali e pochissimi negozi di "cianfrusaglie".
Ci ha spiazzato circondarci di così tanta gente con addosso abiti tradizionali noleggiati e fare la coda per accendere gli incensi nei templi.
Ci ha spiazzato renderci conto che quel poco che credevamo di conoscere della Cina era impreciso o addirittura sbagliato.
E il fatto che siamo rimasti spiazzati per così tante cose, alla fine ci ha conquistati.
È anche per questo che viaggiamo, per far cadere certe nostre convinzioni.
Se trovassimo sempre tutto quello che ci aspettiamo, sai che noia?
Ma la Cina non ha smesso di spiazzarci nemmeno quando ce ne siamo andati.
Prima di tutto perché è stato piuttosto traumatico uscire da quella bolla e attraversare il confine con il Laos, un Paese così radicalmente diverso.
E poi a spiazzarci sono arrivati quei commenti a cui accennavo prima.
A un certo punto abbiamo iniziato a notare un numero sempre crescente di commenti scritti in cinese sotto i nostri video.
Il che ci ha fatto molto piacere, anche perché erano tutti piuttosto positivi e incoraggianti.
Ma qualcosa di strano doveva essere successo perché YouTube in Cina non funziona. Per avere accesso ai contenuti serve una VPN cioè un sistema che permetta di "schermare" la posizione della propria connessione e risultare così collegati da un Paese diverso.
Il mistero quindi si infittiva.
Finché una ragazza non ci manda un messaggio privato e svela l'arcano.
Qualcuno ha pubblicato i nostri video su un social chiamato Bilibili, praticamente l'equivalente di YouTube ma versione cinese.
I video sono stati tutti sottotitolati in cinese e sulle copertine ci sono le nostre facce con scritte in cinese.
Ovviamente non abbiamo idea di chi sia stato a farlo e lì per lì la cosa ci ha fatto anche sorridere.
A quanto pare quei video hanno fatto addirittura milioni di visualizzazioni e così in molti sono venuti sul nostro canale YouTube a lasciarci commenti.
Vuoi vedere che forse ci converrebbe imparare il cinese e fare video in lingua?
Angela (e Paolo)