Lecco: l'ambientalismo di destra, contro le 'follie ecologiste'
«Non dobbiamo fare come abbiamo fatto per la cultura e lasciare che la sinistra si impadronisca dei temi ambientali. Sarebbe l’errore più grande». E quindi occorre un ambientalismo di destra, con uno sguardo differente: perché dall’altra parte c’è soltanto ideologia. «Perché se l’ambientalismo sono Greta Thunberg o “Ultima Generazione”, allora è chiaro che un cittadino non ne voglia sapere» e pertanto la destra deve garantire un approccio più “pragmatico”.
Così, Francesco Giubilei, astro in ascesa tra gli opinionisti di destra, fondatore di “Nazione futura”, movimento che della nuova destra italiana vuole essere un “think tank”, un laboratorio di pensiero. Giubilei è stato ospite eri sera, all’Ostello di San Giovanni a Lecco per presentare il suo libro “Follie ecologiste” che mette sotto accusa i movimenti ecologisti e le politiche ambientaliste adottate dall’Unione europea. A fare gli onori di casa, il consigliere regionale Giacomo Zamperini e l’europarlamentare Pietro Fiocchi, entrambi di “Fratelli d’Italia”. A introdurre, Luca Rosania, coordinatore territoriale lecchese di “Nazione futura”.
Una questione politica. E infatti l’incontro è stato molto politico: più propaganda che argomentazioni tecniche. Del resto, l’uditorio, sostanzialmente tutto di Fratelli d’Italia, lo consentiva e probabilmente lo esigeva.
Giubilei ha parlato di falso ecologismo, di tante ipocrisie e di ambientalismo ideologico a proposito del piano promosso dall’Unione europea e conosciuto come “Green deal”, talmente ideologico che «a un certo punto qualcuno si chiede se dietro non ci siano degli interessi. Del resto, abbiamo avuto il “Qatargate” e magari fra qualche anno scopriremo il “Chinagate”». Ci sono molte cose che non tornano, per esempio sull’auto elettrica, sul divieto per le auto a benzina e diesel entro il 2035 a cominciare dal via libera ai cosiddetti e-fuels tedeschi e la bocciatura dei biocarburanti italiani.
Come sul fronte degli approvvigionamenti energetici: con la guerra in Ucraina si è ridotta la dipendenza con la Russia per cercare altre fonti: «E’ giusto diversificare, ma non è che i nuovi Paesi ai quali ci rivolgiamo si comportino meglio della Russia: l’Algeria per esempio. E soprattutto stiamo passando dalla padella alla brace, dalla Russia alla Cina. Proprio per le auto elettriche: abbiamo stabilito la transizione ecologica e poi ci siamo accorti di non avere la filiera: non solo le materie prime, ma che le fabbrica per la trasformazione».
Ironia sulle conferenze dell’Onu sui cambiamenti climatici che si tengono in Paesi non propriamente ecologisti (Egitto, Dubai, la prossima in Azerbaigian) e dove naturalmente si lavora con l’aria condizionata «sparata a palla», ironia sul governo spagnolo che promuove un evento ambientale e i ministri ci vanno in aereo e in auto blu, per poi farsi fotografare sulle biciclette elettriche.
In quanto a “Ultima generazione” – il movimento che per richiamare l’attenzione sul cambiamento climatico imbratta monumenti e blocca la circolazione delle auto - i suoi militanti vanno contro il senso civico e la cultura della bellezza che dovrebbero essere i punti di riferimento della nostra società: «Eppure vengono protetti. Dai giornalisti, dai politici, dagli opinion leader. “Sono solo dei ragazzi”, si dice».
Soprattutto, però, l’ambientalismo del “no” a tutto è pericoloso perché ostacola anche la realizzazione di quelle opere di prevenzione necessarie per evitare catastrofi naturali. Come ha dimostrato l’alluvione in Emilia Romagna, dovuto sì alle piogge abbondanti ma anche alla mancata pulizia dei letti dei fiumi. Come dimostra la gestione dei rifiuti a Roma.
Quindi, Giubilei ha indicato tre direttrici per una politica di destra sui temi ambientali. Primo: tenere a cuore i ceti più deboli abbandonati dalla sinistra e che le politiche europee non considerano imponendo riconversioni ecologiche che un ricco può permettersi e un lavoratore comune no. Secondo: tutelare i nostri piccoli imprenditori che sono l’ossatura del nostro sistema produttivo e che certo non possono sobbarcarsi le spese di una grande azienda; niente green-tax e niente plastic-tax che tra l’altro va a colpire un settore che funziona: siamo all’avanguardia nel settore del riciclo; niente tasse, quindi, ma incentivare i comportamenti virtuosi e ciò anche sulle rinnovabili: se vanno bene i pannelli solari sui tetti, sono controproducenti i parchi eolici che distruggono il paesaggio. E quindi, mediare. Terzo: una visione dell’uomo che non deve essere considerato nemico della natura ma che con la natura deve saper convivere.
Sono i temi – ha concluso Giubilei – per i quali ci chiamano negazionisti che è la tipica maniera per non ascoltarci.
Del resto «l’Europa ci dice quali case abitare, quali auto guidare e anche cosa mettere nel piatto».
Fiocchi aveva cominciato il suo intervento parlando un esperimento fatto con l’intelligenza artificiale alla quale sono state chieste possibili soluzioni per l’emergenza ambientale, ricevendo quale risposta la necessità eliminare sette miliardi di persone dalla terra: «Avevamo inserito una serie di dati, ma non la clausola che non fosse consentito lo sterminio di sette miliardi di persone…». Se la guerra in Ucraina ha poi cambiato molte prospettive, se l’Europa è comunque necessaria perché «l’Italia da solo non può affrontare la globalizzazione», va detto che la stessa Europa oggi nel mondo non ha alcun peso politico.
E se Giubilei, stroncando l’utilità delle conferenze Onu sul clima, rilevava come in quelle sedi fossero assenti i leader dei grandi Paesi inquinatori (Russia, Cina, India), Fiocchi ha raccontato di come, tempo fa, «in Cina fossero gasati per avere inaugurato la più grande centrale a carbone, necessaria per funzionare la più grande azienda di produzione di pannelli solari da vendere in Europa».
Infine, se è vero che l’ambiente è l’obiettivo numero uno, nel contempo dobbiamo ricordarci delle nostre aziende e dei posti di lavoro.
La contraddittorietà degli ambientalisti “ideologici”, secondo Fiocchi è del resto evidente: «Promuovono iniziative perché si metta al bando il consumo di carne di agnello a Pasqua. Ma sono gli stessi che difendono il lupo che si mangia gli agnelli…». E allora – secondo Zamperini - «quando vedete qualcuno che imbratta un monumento o blocca una strada mandatelo a cagare» pur aggiungendo che sul fronte ambientale si debba «operare tutti assieme, perché la lotta ambientale non è di sinistra, ma riguarda tutti» citando i cacciatori «che mentre gli altri, i finti ambientalisti, si riempiono la bocca, sono i primi ad andare a pulire i boschi perché davvero amano la loro terra. Quei boschi che nessuno cura più, così come si abbandonano i pascoli e le terre alte perché quell’agricoltura non conviene più. Soprattutto se l’Europa impone regole che un piccolo agricoltore non è in grado di sostenere. Così, finisce che andiamo a comprare il grano all’estero, in Paesi che inquinano di più, ma che garantiscono prezzi più vantaggiosi».
Così, Francesco Giubilei, astro in ascesa tra gli opinionisti di destra, fondatore di “Nazione futura”, movimento che della nuova destra italiana vuole essere un “think tank”, un laboratorio di pensiero. Giubilei è stato ospite eri sera, all’Ostello di San Giovanni a Lecco per presentare il suo libro “Follie ecologiste” che mette sotto accusa i movimenti ecologisti e le politiche ambientaliste adottate dall’Unione europea. A fare gli onori di casa, il consigliere regionale Giacomo Zamperini e l’europarlamentare Pietro Fiocchi, entrambi di “Fratelli d’Italia”. A introdurre, Luca Rosania, coordinatore territoriale lecchese di “Nazione futura”.
«E’ una questione politica – ha sottolineato Giubilei – perché le nuove generazioni ormai sono post-ideologiche e votano chi ritengono sia più sensibile all’ambiente».
Una questione politica. E infatti l’incontro è stato molto politico: più propaganda che argomentazioni tecniche. Del resto, l’uditorio, sostanzialmente tutto di Fratelli d’Italia, lo consentiva e probabilmente lo esigeva.
Giubilei ha parlato di falso ecologismo, di tante ipocrisie e di ambientalismo ideologico a proposito del piano promosso dall’Unione europea e conosciuto come “Green deal”, talmente ideologico che «a un certo punto qualcuno si chiede se dietro non ci siano degli interessi. Del resto, abbiamo avuto il “Qatargate” e magari fra qualche anno scopriremo il “Chinagate”». Ci sono molte cose che non tornano, per esempio sull’auto elettrica, sul divieto per le auto a benzina e diesel entro il 2035 a cominciare dal via libera ai cosiddetti e-fuels tedeschi e la bocciatura dei biocarburanti italiani.
Come sul fronte degli approvvigionamenti energetici: con la guerra in Ucraina si è ridotta la dipendenza con la Russia per cercare altre fonti: «E’ giusto diversificare, ma non è che i nuovi Paesi ai quali ci rivolgiamo si comportino meglio della Russia: l’Algeria per esempio. E soprattutto stiamo passando dalla padella alla brace, dalla Russia alla Cina. Proprio per le auto elettriche: abbiamo stabilito la transizione ecologica e poi ci siamo accorti di non avere la filiera: non solo le materie prime, ma che le fabbrica per la trasformazione».
Ironia sulle conferenze dell’Onu sui cambiamenti climatici che si tengono in Paesi non propriamente ecologisti (Egitto, Dubai, la prossima in Azerbaigian) e dove naturalmente si lavora con l’aria condizionata «sparata a palla», ironia sul governo spagnolo che promuove un evento ambientale e i ministri ci vanno in aereo e in auto blu, per poi farsi fotografare sulle biciclette elettriche.
In quanto a “Ultima generazione” – il movimento che per richiamare l’attenzione sul cambiamento climatico imbratta monumenti e blocca la circolazione delle auto - i suoi militanti vanno contro il senso civico e la cultura della bellezza che dovrebbero essere i punti di riferimento della nostra società: «Eppure vengono protetti. Dai giornalisti, dai politici, dagli opinion leader. “Sono solo dei ragazzi”, si dice».
Soprattutto, però, l’ambientalismo del “no” a tutto è pericoloso perché ostacola anche la realizzazione di quelle opere di prevenzione necessarie per evitare catastrofi naturali. Come ha dimostrato l’alluvione in Emilia Romagna, dovuto sì alle piogge abbondanti ma anche alla mancata pulizia dei letti dei fiumi. Come dimostra la gestione dei rifiuti a Roma.
Quindi, Giubilei ha indicato tre direttrici per una politica di destra sui temi ambientali. Primo: tenere a cuore i ceti più deboli abbandonati dalla sinistra e che le politiche europee non considerano imponendo riconversioni ecologiche che un ricco può permettersi e un lavoratore comune no. Secondo: tutelare i nostri piccoli imprenditori che sono l’ossatura del nostro sistema produttivo e che certo non possono sobbarcarsi le spese di una grande azienda; niente green-tax e niente plastic-tax che tra l’altro va a colpire un settore che funziona: siamo all’avanguardia nel settore del riciclo; niente tasse, quindi, ma incentivare i comportamenti virtuosi e ciò anche sulle rinnovabili: se vanno bene i pannelli solari sui tetti, sono controproducenti i parchi eolici che distruggono il paesaggio. E quindi, mediare. Terzo: una visione dell’uomo che non deve essere considerato nemico della natura ma che con la natura deve saper convivere.
Sono i temi – ha concluso Giubilei – per i quali ci chiamano negazionisti che è la tipica maniera per non ascoltarci.
Del resto «l’Europa ci dice quali case abitare, quali auto guidare e anche cosa mettere nel piatto».
Delle politiche europee ha parlato Fiocchi affermando che il peso politico dei Verdi in questi anni è stato enorme e ha indirizzato le politiche europee e soltanto la mobilitazione della destra è riuscito a evitare il peggio. Per esempio sull’efficientamento delle case.
Fiocchi aveva cominciato il suo intervento parlando un esperimento fatto con l’intelligenza artificiale alla quale sono state chieste possibili soluzioni per l’emergenza ambientale, ricevendo quale risposta la necessità eliminare sette miliardi di persone dalla terra: «Avevamo inserito una serie di dati, ma non la clausola che non fosse consentito lo sterminio di sette miliardi di persone…». Se la guerra in Ucraina ha poi cambiato molte prospettive, se l’Europa è comunque necessaria perché «l’Italia da solo non può affrontare la globalizzazione», va detto che la stessa Europa oggi nel mondo non ha alcun peso politico.
E se Giubilei, stroncando l’utilità delle conferenze Onu sul clima, rilevava come in quelle sedi fossero assenti i leader dei grandi Paesi inquinatori (Russia, Cina, India), Fiocchi ha raccontato di come, tempo fa, «in Cina fossero gasati per avere inaugurato la più grande centrale a carbone, necessaria per funzionare la più grande azienda di produzione di pannelli solari da vendere in Europa».
Infine, se è vero che l’ambiente è l’obiettivo numero uno, nel contempo dobbiamo ricordarci delle nostre aziende e dei posti di lavoro.
Proprio a questo proposito, Zamperini ha parlato di «obiettivi europei irrealizzabili perché dovremmo scarificare le nostre aziende, la nostra agricoltura, la nostra vita»
La contraddittorietà degli ambientalisti “ideologici”, secondo Fiocchi è del resto evidente: «Promuovono iniziative perché si metta al bando il consumo di carne di agnello a Pasqua. Ma sono gli stessi che difendono il lupo che si mangia gli agnelli…». E allora – secondo Zamperini - «quando vedete qualcuno che imbratta un monumento o blocca una strada mandatelo a cagare» pur aggiungendo che sul fronte ambientale si debba «operare tutti assieme, perché la lotta ambientale non è di sinistra, ma riguarda tutti» citando i cacciatori «che mentre gli altri, i finti ambientalisti, si riempiono la bocca, sono i primi ad andare a pulire i boschi perché davvero amano la loro terra. Quei boschi che nessuno cura più, così come si abbandonano i pascoli e le terre alte perché quell’agricoltura non conviene più. Soprattutto se l’Europa impone regole che un piccolo agricoltore non è in grado di sostenere. Così, finisce che andiamo a comprare il grano all’estero, in Paesi che inquinano di più, ma che garantiscono prezzi più vantaggiosi».
D.C.