Lecco perduta/418: quando Cassin doveva scalare il K2
K2, la seconda vetta della terra per altezza: è la montagna conquistata dagli italiani con la storica spedizione guidata da Ardito Desio nel 1954. Si torna a parlarne perché nell’anniversario dei 70 anni vi sarà una scalata promossa dal Club Alpino Italiano, nel 150° della sua fondazione: sarà una cordata tutta al femminile, con donne italiane e pakistane.
Nella spedizione vittoriosa che raggiunse, con Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, la vetta del K2 il 31 luglio 1954 doveva esserci anche il lecchese Riccardo Cassin. Quest’ultimo, nel 1953, aveva raggiunto, con Ardito Desio, il Pakistan per un viaggio di ricognizione, durato tre mesi, lungo il ghiacciaio Baltoro e le primi pendici di quella che è divenuta la montagna degli italiani. La spedizione del 1954 vide la direzione di Ardito Desio, ma l’assenza di Cassin che, secondo una visita medica dell’apposita commissione, era stato ritenuto insufficiente con una generica valutazione. Cassin, come è noto, ha sempre dichiarato di essere stato escluso dal K2 con motivazioni infondate.
Così è avvenuto che quando a Cortina d’Ampezzo, nell’agosto 1994, quarant’anni dopo la conquista del K2, venne festeggiata tale storica impresa nella cittadina natale di Lino Lacedelli, venne invitato anche Riccardo Cassin. Le immagini del TG2 lo ripresero che sfilava in corteo tra i due conquistatori del K2 Compagnoni e Lacedelli. Era la dimostrazione del ruolo che si riconosceva al “grande vecchio dell’alpinismo lecchese”.
Quarant’anni dopo tutti i superstiti della spedizione avevano raccolto l’invito di raggiungere Cortina per celebrare l’evento; mancava solo Walter Bonatti trattenuto da precedenti impegni nell’isola di Capri.
Achille Compagnoni e Lino Lacedelli piantarono le bandiere d’Italia e Pakistan sulla vetta del K2, ma il successo storico venne realizzato anche grazie all’eccezionale sforzo compiuto da Walter Bonatti e dal pakistano Amir Mahdi, che trasportarono sino a 8000 metri, rischiando la vita, le bombole d’ossigeno fondamentali per l’arrivo in vetta della cordata.
Nel 1954 la spedizione ha rappresentato per l’Italia un’occasione di rilancio della Nazione, dopo la fine tragica della guerra 1945. Ardito Desio, capo della spedizione, venne ricevuto nella primavera 1954, prima della partenza per il K2, dall’allora presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi che sottolineò il ruolo di bandiera d’Italia della spedizione per tutto il mondo. Il film “Italia K2”, girato da Mario Fantin, fece rivivere l’atmosfera di un’impresa nazionale che è andata ben oltre il fatto alpinistico, coinvolgendo tutta la comunità italiana in patria e all’estero.
La spedizione delle donne sul K2 del prossimo mese di giugno sarà coordinata da Agostino Da Potenza. Ha un profondo significato e valore tecnico, scientifico e sportivo questa spedizione tutta il femminile dove si trovano ragazze che stanno emergendo in una realtà locale non sempre facile. La presentazione della spedizione è avvenuta a Milano, presente il ministro al turismo Daniela Santanché. L’obiettivo della spedizione, è stato sottolineato dal presidente del CAI nazionale, Antonio Montani, è salire la via percorsa 70 anni or sono dei rocciatori di Ardito Desio, lungo lo Sperone Abruzzi, sino alla vetta di 8611 metri.
La spedizione al K2 deve ricordare anche il sacrificio della guida alpina Mario Puchoz, nativo di Courmayeur che, mentre si trovava al campo 2, a circa 6.000 metri di quota, cominciò ad avvertire qualche malessere e le sue condizioni si aggravarono improvvisamente i giorni successivi, nonostante le cure del medico, il dottor Guido Pagani. Puchoz è deceduto sulle pendici del K2 la notte del 31 giugno. La città di Courmayeur ha collocato una statua in sua memoria nella piazza Abbé Henry e gli ha dedicato una via.
Nei diversi servizi televisivi mandati in onda dalla RAI TV nel quarantesimo anniversario della conquista del K2 vi è stato anche quello, “denso di orgoglio di campanile”, dove si sottolineava che erano “quasi tutti lombardi” i conquistatori del K2. In verità erano solo 3 rocciatori su 12: Compagnoni di Santa Caterina Valfurva; Bonatti di Monza; Gallotti di Milano. Avrebbe dovuto esserci, appunto, anche il lecchese Riccardo Cassin, che sarà ben presente con altri Ragni alla storica conquista del McKinley, in Alaska 1961, celebrando il centenario dell’Unità nazionale d’Italia, con un’impresa che ebbe risonanza mondiale.
La conquista del K2 ebbe una straordinaria risonanza in tutto il territorio nazionale: si moltiplicarono le vie, le piazze, i cippi, le baite, le aeree verdi pubbliche dedicate al K2 e a Lecco venne, con tale denominazione, contrassegnato il nuovo locale di avanguardia, con novità di luci soffuse e divanetti rosso fuoco, sul lungolago, nelle vicinanze della Torre Viscontea.
Nella spedizione vittoriosa che raggiunse, con Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, la vetta del K2 il 31 luglio 1954 doveva esserci anche il lecchese Riccardo Cassin. Quest’ultimo, nel 1953, aveva raggiunto, con Ardito Desio, il Pakistan per un viaggio di ricognizione, durato tre mesi, lungo il ghiacciaio Baltoro e le primi pendici di quella che è divenuta la montagna degli italiani. La spedizione del 1954 vide la direzione di Ardito Desio, ma l’assenza di Cassin che, secondo una visita medica dell’apposita commissione, era stato ritenuto insufficiente con una generica valutazione. Cassin, come è noto, ha sempre dichiarato di essere stato escluso dal K2 con motivazioni infondate.
Così è avvenuto che quando a Cortina d’Ampezzo, nell’agosto 1994, quarant’anni dopo la conquista del K2, venne festeggiata tale storica impresa nella cittadina natale di Lino Lacedelli, venne invitato anche Riccardo Cassin. Le immagini del TG2 lo ripresero che sfilava in corteo tra i due conquistatori del K2 Compagnoni e Lacedelli. Era la dimostrazione del ruolo che si riconosceva al “grande vecchio dell’alpinismo lecchese”.
Quarant’anni dopo tutti i superstiti della spedizione avevano raccolto l’invito di raggiungere Cortina per celebrare l’evento; mancava solo Walter Bonatti trattenuto da precedenti impegni nell’isola di Capri.
Achille Compagnoni e Lino Lacedelli piantarono le bandiere d’Italia e Pakistan sulla vetta del K2, ma il successo storico venne realizzato anche grazie all’eccezionale sforzo compiuto da Walter Bonatti e dal pakistano Amir Mahdi, che trasportarono sino a 8000 metri, rischiando la vita, le bombole d’ossigeno fondamentali per l’arrivo in vetta della cordata.
Nel 1954 la spedizione ha rappresentato per l’Italia un’occasione di rilancio della Nazione, dopo la fine tragica della guerra 1945. Ardito Desio, capo della spedizione, venne ricevuto nella primavera 1954, prima della partenza per il K2, dall’allora presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi che sottolineò il ruolo di bandiera d’Italia della spedizione per tutto il mondo. Il film “Italia K2”, girato da Mario Fantin, fece rivivere l’atmosfera di un’impresa nazionale che è andata ben oltre il fatto alpinistico, coinvolgendo tutta la comunità italiana in patria e all’estero.
La spedizione delle donne sul K2 del prossimo mese di giugno sarà coordinata da Agostino Da Potenza. Ha un profondo significato e valore tecnico, scientifico e sportivo questa spedizione tutta il femminile dove si trovano ragazze che stanno emergendo in una realtà locale non sempre facile. La presentazione della spedizione è avvenuta a Milano, presente il ministro al turismo Daniela Santanché. L’obiettivo della spedizione, è stato sottolineato dal presidente del CAI nazionale, Antonio Montani, è salire la via percorsa 70 anni or sono dei rocciatori di Ardito Desio, lungo lo Sperone Abruzzi, sino alla vetta di 8611 metri.
La spedizione al K2 deve ricordare anche il sacrificio della guida alpina Mario Puchoz, nativo di Courmayeur che, mentre si trovava al campo 2, a circa 6.000 metri di quota, cominciò ad avvertire qualche malessere e le sue condizioni si aggravarono improvvisamente i giorni successivi, nonostante le cure del medico, il dottor Guido Pagani. Puchoz è deceduto sulle pendici del K2 la notte del 31 giugno. La città di Courmayeur ha collocato una statua in sua memoria nella piazza Abbé Henry e gli ha dedicato una via.
Nei diversi servizi televisivi mandati in onda dalla RAI TV nel quarantesimo anniversario della conquista del K2 vi è stato anche quello, “denso di orgoglio di campanile”, dove si sottolineava che erano “quasi tutti lombardi” i conquistatori del K2. In verità erano solo 3 rocciatori su 12: Compagnoni di Santa Caterina Valfurva; Bonatti di Monza; Gallotti di Milano. Avrebbe dovuto esserci, appunto, anche il lecchese Riccardo Cassin, che sarà ben presente con altri Ragni alla storica conquista del McKinley, in Alaska 1961, celebrando il centenario dell’Unità nazionale d’Italia, con un’impresa che ebbe risonanza mondiale.
La conquista del K2 ebbe una straordinaria risonanza in tutto il territorio nazionale: si moltiplicarono le vie, le piazze, i cippi, le baite, le aeree verdi pubbliche dedicate al K2 e a Lecco venne, con tale denominazione, contrassegnato il nuovo locale di avanguardia, con novità di luci soffuse e divanetti rosso fuoco, sul lungolago, nelle vicinanze della Torre Viscontea.
A.B.