'Il nemico di Mussolini': il nuovo libro su Matteotti riporta a Parè
Il nuovo, recentissimo libro “Il nemico di Mussolini”, di Marzio Breda e Stefano Caretti, dedicato a Giacomo Matteotti nel centenario della sua tragica scomparsa, riporta a Parè di Valmadrera, località già ampiamente menzionata nella pubblicazione di Mauro Canali, uscita nella primavera del 1997, sempre su Matteotti.
Un quotidiano lariano, nei primi giorni di aprile del 1997, scriveva: “È menzionato 25 volte, nelle pagine del volume “Il delitto Matteotti” di Mauro Canali, Amleto Poveromo, macellaio di Lecco, anni 31, era della Ceka formata da ex arditi alle dirette dipendenze del PNF all’epoca (giugno 1924) del sequestro mortale del parlamentare socialista oppositore del nascente regime...”. Le pagine della pubblicazione del 1997, che scava nel retroscena non solo politico, ma economico, bancario, petrolifero del tragico fatto, menziona Poveromo come vecchia conoscenza di Albino Volpi, fedelissimo di Mussolini. Nel 1923 Amleto Poveromo aveva compiuto una missione segreta in Francia, disponendo di passaporto intestato ad altra persona.
Nella recentissima pubblicazione edita da Solferino si può leggere, a pagina 159: “C’è ancora un macellaio pregiudicato di Lecco, Amleto Poveromo, 31 anni, il cui foglio matricolare ha parecchie analogie con lo stato di servizio degli altri durante la guerra”. Amleto Carlo Giuseppe Poveromo era nato a Lecco, in località Malpensata, nell’aprile 1893; il padre era commesso, la madre stiratrice. I primi contatti con gli arditi e poi la Ceka sono a Milano, negli anni ’20. Poveromo tornò, dopo il 1924, al suo lavoro di macellaio, a Milano, nella zona di Porta Venezia. Nel 1934 si trasferì in Eritrea per nuove attività commerciali. Era tornato in Italia e quasi sicuramente nella primavera 1945 si trovava in Lombardia o in Emilia; è morto a Parma nel giugno 1963, a 60 anni. Le ultime memorie di Poveromo nel lecchese passano da Valmadrera, dove abitava la sorella Luigia, pettinatrice, nata a Lecco, ma residente a Parè sul lungolago vicino a Villa Giulia, divenuta poi il noto ristorante Terrazzo. Nelle testimonianze del 1997 alcuni anziani la ricordavano come una donna sempre elegante. Qualcuno rammentava di aver notato qualche visita del fratello, un tipo atletico.
Nel volume di Mauro Canali del 1997, nella ricostruzione del sequestro Matteotti sul lungo Tevere Arnaldo da Brescia, in Roma, si sottolinea la testimonianza di un’occasionale passante che, pure in lontananza, notò: “Sopraggiunse in quel momento il terzo aggressore, il più robusto...”. Era Poveromo?
Un quotidiano lariano, nei primi giorni di aprile del 1997, scriveva: “È menzionato 25 volte, nelle pagine del volume “Il delitto Matteotti” di Mauro Canali, Amleto Poveromo, macellaio di Lecco, anni 31, era della Ceka formata da ex arditi alle dirette dipendenze del PNF all’epoca (giugno 1924) del sequestro mortale del parlamentare socialista oppositore del nascente regime...”. Le pagine della pubblicazione del 1997, che scava nel retroscena non solo politico, ma economico, bancario, petrolifero del tragico fatto, menziona Poveromo come vecchia conoscenza di Albino Volpi, fedelissimo di Mussolini. Nel 1923 Amleto Poveromo aveva compiuto una missione segreta in Francia, disponendo di passaporto intestato ad altra persona.
Nella recentissima pubblicazione edita da Solferino si può leggere, a pagina 159: “C’è ancora un macellaio pregiudicato di Lecco, Amleto Poveromo, 31 anni, il cui foglio matricolare ha parecchie analogie con lo stato di servizio degli altri durante la guerra”. Amleto Carlo Giuseppe Poveromo era nato a Lecco, in località Malpensata, nell’aprile 1893; il padre era commesso, la madre stiratrice. I primi contatti con gli arditi e poi la Ceka sono a Milano, negli anni ’20. Poveromo tornò, dopo il 1924, al suo lavoro di macellaio, a Milano, nella zona di Porta Venezia. Nel 1934 si trasferì in Eritrea per nuove attività commerciali. Era tornato in Italia e quasi sicuramente nella primavera 1945 si trovava in Lombardia o in Emilia; è morto a Parma nel giugno 1963, a 60 anni. Le ultime memorie di Poveromo nel lecchese passano da Valmadrera, dove abitava la sorella Luigia, pettinatrice, nata a Lecco, ma residente a Parè sul lungolago vicino a Villa Giulia, divenuta poi il noto ristorante Terrazzo. Nelle testimonianze del 1997 alcuni anziani la ricordavano come una donna sempre elegante. Qualcuno rammentava di aver notato qualche visita del fratello, un tipo atletico.
Nel volume di Mauro Canali del 1997, nella ricostruzione del sequestro Matteotti sul lungo Tevere Arnaldo da Brescia, in Roma, si sottolinea la testimonianza di un’occasionale passante che, pure in lontananza, notò: “Sopraggiunse in quel momento il terzo aggressore, il più robusto...”. Era Poveromo?