Lecco, nuovo Piano casa: sostegno agli affitti e un nuovo progetto

Presentato il nuovo Piano casa del Comune di Lecco. Con una premessa da parte dell’assessore al Sociale, Emanuele Manzoni: «Certamente non è un intervento risolutivo di tutti i problemi, ma è un primo passo per far sentire la presenza dell’Amministrazione». In particolare sono quattro le direttrici lungo le quali è indirizzata l’azione della giunta, illustrata nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Civico con l’intervento, accanto all’assessore Manzoni, anche del sindaco Mauro Gattinoni e del presidente di Aler, l’azienda regionale delle cosiddette case popolari, Corrado Zambelli.
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Un primo fronte è quello del sostegno all’affitto per il quale è stata messa a disposizione una cifra complessiva di 120mila euro. Nulla a che vedere, comunque, con gli aiuti concessi durante il periodo della pandemia di Covid. In questo caso si tratta della semplice erogazione di un importo una tantum – 500 euro – agli ultrasettantenni fragili e cioè con un’invalidità del 66%. Sostanzialmente – la sintesi dell’assessore – il regalo di una mensilità d’affitto, secondo la media dei canoni di locazione per questa fascia di persone. Si tratta di una sperimentazione. In futuro, si vedrà.
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Secondo progetto, per una spesa di 350mila euro ottenuti attraverso un bando regionale, è quello denominato “Verso casa” che prevede la ristrutturazione di quattro appartamenti nel rione di Bonacina da destinare a nuclei monogenitoriali e donne sole. Uno dei problemi relativi all’edilizia pubblica residenziale riguarda la vetustà di molte abitazioni che, in attesa di una ristrutturazione e un riammodernamento, restano sfitte. Il Comune ha a disposizione 343 appartamenti, 75 dei quali sono appunto "vuoti" perché ammalorati e in attesa di un recupero. Sono invece 800 quelli di proprietà dell’Aler e anche in questo caso vi è una piccola parte da sistemare.
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E proprio a proposito di patrimonio da riattare, il Comune ha anche messo a punto un progetto che coinvolge il cosiddetto terzo settore, vale a dire enti e associazioni impegnati in campo sociale. Altri 13 appartamenti situati in diversi rioni cittadini saranno affidati appunto al terzo settore per i lavori di ristrutturazione e la successiva locazione, anche in questo caso a soggetti in situazione di bisogno o fragilità secondo una griglia predisposta dagli stessi uffici comunali. Su questo versante, lo stanziamento complessivo è di 270mila euro.
In questo programma si inseriscono naturalmente anche altri interventi già annunciati e finanziati attraverso fonti diverse, tra cui quella dell’ormai famoso Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza): la riconversione della Casa del custode della scuola primaria di Santo Stefano in struttura per ospitare una decina di persone con disabilità; la sistemazione della ex casa “L’orizzonte” in via Legnano dove potranno essere ricavati un paio di appartamenti sempre a uso sociale. I lavori per l’uno e l’altro intervento dovrebbero essere effettuati il prossimo anno. Infine, in agenda vi è anche il riadattamento dell’ex asilo notturno di via dell’Isola a Pescarenico per ospitare senzatetto ma anche lavoratori poveri e persone in fase di uscita da condizioni di marginalità.
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Come detto, gli amministratori pubblici sono consci della limitatezza del Piano rispetto a un problema che anche nella nostra città va facendosi sempre più consistente, alimentato dalla rivoluzione degli affitti brevi: le case riconvertite a uso turistico (abitazioni per vacanze, bed&breakfast, il circuito Airbnb) ma anche gli appartamenti destinati agli universitari (un solo posto letto in città ormai viene a costare anche 700 euro al mese), mentre il mercato più tradizionale, comunque con un’offerta ristretta, ormai è schizzato all’insù (per un quadrilocale è difficile trovare soluzioni per una cifra inferiore ai mille euro mensili). Un ridisegno della mappa abitativa cittadina che finisce con l’espellere fette di popolazione non in grado di sostenere esborsi significativi. Si è parlato di una “fascia grigia” riferendosi a quelle persone che non rientrano nei casi di fragilità conclamata e quindi con parametri di reddito che garantiscono l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, ma nel contempo faticano a tenere il passo con i nuovi costi: le famiglie monoreddito, gli insegnanti, il personale sanitario. Dall’altro lato, il rischio della destinazione turistica del patrimonio edilizio è quello di una città “desertificata”.
Al Comune, tra l’altro, sfugge l’ampiezza del fenomeno che ha bisogno – come ha detto il sindaco Gattinoni – di provvedimenti a livello nazionale, essendo il problema decisamente esteso. E infatti, già da tempo, l’ANCI è mobilitata. Per parte sua, Lecco potrà intavolare un confronto con le associazioni di categoria così come già da mesi è stato promosso il “tavolo casa” con il coinvolgimento dei vari soggetti interessati.
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D.C.
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