Drug Valley 2022: sgominata un'organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti fra Lecco e la Valsassina. 5 arresti
Si chiama ''Drug Valley 2022'' l'operazione della Squadra Mobile della Questura di Lecco che - coordinata dalla locale Procura della Repubblica - ha consentito di sgominare un giro di spaccio da parte di un'organizzazione operante nei territori di Lecco, Ballabio, Cremeno, Barzio e Cassina Valsassina. Emesse nella giornata di ieri, cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, con un sesto indagato gravato dalla misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L'attività investigativa - sviluppatasi in un arco temporale che va dal mese di giugno 2022 al mese di luglio 2023, condotta con attività tecniche (intercettazioni telefoniche), tabulati telefonici, servizi di osservazione e controllo finalizzati ai sequestri di sostanza stupefacente e da numerosi acquirenti escussi a sommarie informazioni testimoniali - ha evidenziato un allarmante fenomeno legato al consumo e soprattutto allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina messa in essere da più soggetti criminali formati da cittadini albanesi e italiani operanti fra la città capoluogo e la Valsassina. Numerosi infatti gli acquirenti escussi a sommarie informazioni che hanno confermato quanto contestato agli indagati.
L'attività di indagine - illustrata in questi minuti in una conferenza stampa in Questura alla presenza anche del procuratore capo Ezio Domenico Basso - ha consentito di evidenziare, in capo agli indagati, tanto la notevole capacità di approvvigionamento in grado di soddisfare quotidiane ed ingenti richieste, quanto l'attitudine a creare una folta schiera di clientela, idonea a garantire un costante introito di rilevantissime somme di denaro, circostanze evidentemente indicative di elevata esperienza professionale e di dedizione totale all'attività in parola da parte degli spacciatori.
Un'attività protrattasi per un anno che ha altresì permesso di confermare le iniziali ipotesi investigative a carico dei soggetti resisi responsabili di numerosissimi reati ex art.73 D.P.R. 309/90.
Messe in luce anche altre ipotesi accusatorie nei confronti in particolare di uno dei soggetti dimoranti in Valsassina al quale sono stati contestati i reati di estorsione e minaccia per aver costretto uno degli acquirenti di droga a vendere l'immobile di proprietà per riscuotere il debito. Allo stesso soggetto viene anche contestato il reato di favoreggiamento per l'immigrazione clandestina e concorso con un connazionale nel reato di falso ideologico commesso da privato, per avere organizzato un matrimonio falso, celebrato all'unico scopo di regolarizzare la posizione di immigrato clandestino complice dell'uomo, il quale costringeva sempre un acquirente di droga ad una promessa di matrimonio.
Il cittadino straniero, insieme ai propri complici, dopo aver costretto l'acquirente di droga a ripianare i debiti con la vendita forzata di un immobile, incassava il denaro dissimulando l'operazione di recupero credito attraverso false fatturazioni di opere edili mai realizzate utilizzando la società di un complice con sede nel comune di Padova. Quindi il soggetto straniero dapprima, tramite bonifici, accreditava la somma di denaro, frutto della vendita dell'immobile, sul conto corrente della società veneta e successivamente trasferita sul conto corrente di una banca in Lituania intestato ad un ulteriore complice.
Il contesto generale così prospettato ha portato alla luce un quadro di quella che è una vera e propria rete di commercio e spaccio della cocaina, riconducibile al gruppo criminale.
Le testimonianze raccolte dagli assuntori lasciano trasparire con quanta spregiudicatezza e disinvoltura abbiano agito gli indagati, probabilmente certi di una sicura impunità, convinzione maturata dopo anni di indisturbata attività criminale.
Inoltre, traspariva il timore da parte degli stessi assuntori di subire eventuali ritorsioni. Infatti, erano terrorizzati all'idea che il gruppo criminale venisse a saperlo poiché alcuni di loro avevano fama di girare armati e di usarle per recuperare i propri crediti dai debitori più reticenti.
La competente Autorità Giudiziaria, sulla base degli elementi raccolti, ha emesso complessive cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti dei componenti del gruppo criminale, che sono state eseguite dagli agenti della Polizia di Stato di Lecco -Squadra Mobile nella giornata ieri, mercoledì 13 marzo.
L'attività investigativa - sviluppatasi in un arco temporale che va dal mese di giugno 2022 al mese di luglio 2023, condotta con attività tecniche (intercettazioni telefoniche), tabulati telefonici, servizi di osservazione e controllo finalizzati ai sequestri di sostanza stupefacente e da numerosi acquirenti escussi a sommarie informazioni testimoniali - ha evidenziato un allarmante fenomeno legato al consumo e soprattutto allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina messa in essere da più soggetti criminali formati da cittadini albanesi e italiani operanti fra la città capoluogo e la Valsassina. Numerosi infatti gli acquirenti escussi a sommarie informazioni che hanno confermato quanto contestato agli indagati.
L'attività di indagine - illustrata in questi minuti in una conferenza stampa in Questura alla presenza anche del procuratore capo Ezio Domenico Basso - ha consentito di evidenziare, in capo agli indagati, tanto la notevole capacità di approvvigionamento in grado di soddisfare quotidiane ed ingenti richieste, quanto l'attitudine a creare una folta schiera di clientela, idonea a garantire un costante introito di rilevantissime somme di denaro, circostanze evidentemente indicative di elevata esperienza professionale e di dedizione totale all'attività in parola da parte degli spacciatori.
Un'attività protrattasi per un anno che ha altresì permesso di confermare le iniziali ipotesi investigative a carico dei soggetti resisi responsabili di numerosissimi reati ex art.73 D.P.R. 309/90.
Messe in luce anche altre ipotesi accusatorie nei confronti in particolare di uno dei soggetti dimoranti in Valsassina al quale sono stati contestati i reati di estorsione e minaccia per aver costretto uno degli acquirenti di droga a vendere l'immobile di proprietà per riscuotere il debito. Allo stesso soggetto viene anche contestato il reato di favoreggiamento per l'immigrazione clandestina e concorso con un connazionale nel reato di falso ideologico commesso da privato, per avere organizzato un matrimonio falso, celebrato all'unico scopo di regolarizzare la posizione di immigrato clandestino complice dell'uomo, il quale costringeva sempre un acquirente di droga ad una promessa di matrimonio.
Il cittadino straniero, insieme ai propri complici, dopo aver costretto l'acquirente di droga a ripianare i debiti con la vendita forzata di un immobile, incassava il denaro dissimulando l'operazione di recupero credito attraverso false fatturazioni di opere edili mai realizzate utilizzando la società di un complice con sede nel comune di Padova. Quindi il soggetto straniero dapprima, tramite bonifici, accreditava la somma di denaro, frutto della vendita dell'immobile, sul conto corrente della società veneta e successivamente trasferita sul conto corrente di una banca in Lituania intestato ad un ulteriore complice.
Il contesto generale così prospettato ha portato alla luce un quadro di quella che è una vera e propria rete di commercio e spaccio della cocaina, riconducibile al gruppo criminale.
Le testimonianze raccolte dagli assuntori lasciano trasparire con quanta spregiudicatezza e disinvoltura abbiano agito gli indagati, probabilmente certi di una sicura impunità, convinzione maturata dopo anni di indisturbata attività criminale.
Inoltre, traspariva il timore da parte degli stessi assuntori di subire eventuali ritorsioni. Infatti, erano terrorizzati all'idea che il gruppo criminale venisse a saperlo poiché alcuni di loro avevano fama di girare armati e di usarle per recuperare i propri crediti dai debitori più reticenti.
La competente Autorità Giudiziaria, sulla base degli elementi raccolti, ha emesso complessive cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti dei componenti del gruppo criminale, che sono state eseguite dagli agenti della Polizia di Stato di Lecco -Squadra Mobile nella giornata ieri, mercoledì 13 marzo.