Lecco perduta/417: 1962, c'era il Club Culturale di Belledo
L’edizione di fine anno 1962 di “Pagine di vita lecchese”, edita a cura dell’indimenticabile Ettore Bartolozzi, pubblicava un ampio servizio sul Club Culturale di Belledo. A tale proposito si scriveva: “Belledo, piccolissima frazione di una piccola città: così può essere definito il rione che si trova ai piedi del Resegone. Anche qui, però, si trovano persone intelligenti, attive e generose, che non si accontentano di guardare cosa succede nei grossi centri e di lamentarsi di vivere in un paesino senza troppe risorse, bensì cercano di adeguarsi ai tempi e di aiutare anche i loro compaesani ad avvicinarsi a quella cultura che, quando non suscita ilarità, lascia intimiditi i più sprovveduti”.
L’articolo proseguiva sottolineando che si era deciso di costituire anche a Belledo un Club Culturale per iniziativa di un gruppo di giovani capeggiati da Costante Gheza. La prima riunione aveva avuto luogo alla presenza di una trentina di partecipanti il 31 gennaio 1962.
Il compito di “tenere a battesimo” la nuova associazione toccò ad Antonio Balbiani di Mandello del Lario, ispettore alle antichità di Lecco e circondario che tenne una conferenza sull’archeologia. Il successo della prima serata aumentò ancora l’entusiasmo fra i soci del club, che cercarono di rendere utili in tutti i modi le iniziative previste. Il programma del primo anno sociale si proponeva di organizzare iniziative in varie materie, dalla letteratura all’arte, dal cinema al teatro, dalla sociologia alla musica.
Sempre “Pagine di vita lecchese” 1962 scriveva che “nel corso dell’anno si erano alternati al tavolo degli oratori in diverse materie, da Giacomo De Santis per la musica classica al dottor Mario Sforza di Mandello del Lario, per la sociologia, allo stesso editore Ettore Bartolozzi che tenne una brillante conferenza sul Manzoni inedito. Altre interessanti serate furono quelle dedicate al cinema, con l’intervento dell’avvocato Leopoldo Rigoli e al teatro con Costante Gheza”.
Alla chiusura del calendario degli incontri, prima delle vacanze estive, venne invitato il maestro Alfredo Mandelli, critico musicale del settimanale Oggi che nell’autunno 1960 aveva lanciato un appello sul “Giornale di Lecco”: “Attenzione lecchesi, salvate lo storico teatro della Società di Piazza Garibaldi”. La struttura era infatti chiusa per inagibilità, dal 1951, era costruzione privata di un gruppo di palchettisti dalla fondazione nel 1844 e rischiava, senza un intervento di restauro, la demolizione nei nuovi lavori di ristrutturazione del centro cittadino previsti dal nuovo piano regolatore.
Con l’appello di Mandelli venne quindi costituito per iniziativa di Giacomo De Santis, presso la redazione del “Giornale di Lecco”, un comitato per salvarlo. L’iniziativa scaturì la provvidenziale decisione dei soci di donare i palchi al Comune, con l’impegno di un intervento di radicale restauro. Il che avvenne, e il teatro venne riaperto con solenne cerimonia nell’autunno 1969, quando era sindaco della città Alessandro Rusconi e presidente del teatro per nomina civica Gianni Discacciati, già alla guida dell’Azienda Turismo.
L’attività del Club Culturale di Belledo riprese dopo la pausa estiva con un intervento del primo cittadino di Lecco Angelo Bonaiti, introdotto dal "numero uno" del centro stesso, Luigi Corti, che era anche consigliere comunale. La nomina di Corti a presidente era accompagnata dall’elezione di un Direttivo che vedeva Cosante Gheza vice, Vincenzo Solari segretario e, a completare la squadra, Gianna Colombo, Alberto Consonni, Wanda Panzeri, Emilio Corti, Nini Milani e Osvaldo Agostani. Per alcuni anni l’attività del centro fu intensa, con l’intervento di diverse personalità della città e del territorio.
C’è una nota da sottolineare che merita particolare citazione: nell’elenco dei consiglieri del Club Culturale di Belledo 1962 c’è Osvaldo Agostani. Ebbene, proprio recentemente il giovane consigliere di allora, oggi all’età di 78 anni, ha avuto un esordio letterario pubblicando il romanzo storico di uno scudiero del conte Bartolomeo Della Torre, feudatario guelfo, che stava con Venezia e poi con Milano, nell’epoca in cui il meneghino Filippo Maria Visconti tentò di riprendere la Val Camonica alla Serenissima.
Chi avrebbe detto che il Club Culturale di Belledo del 1962 si sarebbe proiettato così lontano nel tempo e nella storia sino ad oltre i primi vent’anni del Duemila.
L’articolo proseguiva sottolineando che si era deciso di costituire anche a Belledo un Club Culturale per iniziativa di un gruppo di giovani capeggiati da Costante Gheza. La prima riunione aveva avuto luogo alla presenza di una trentina di partecipanti il 31 gennaio 1962.
Il compito di “tenere a battesimo” la nuova associazione toccò ad Antonio Balbiani di Mandello del Lario, ispettore alle antichità di Lecco e circondario che tenne una conferenza sull’archeologia. Il successo della prima serata aumentò ancora l’entusiasmo fra i soci del club, che cercarono di rendere utili in tutti i modi le iniziative previste. Il programma del primo anno sociale si proponeva di organizzare iniziative in varie materie, dalla letteratura all’arte, dal cinema al teatro, dalla sociologia alla musica.
Sempre “Pagine di vita lecchese” 1962 scriveva che “nel corso dell’anno si erano alternati al tavolo degli oratori in diverse materie, da Giacomo De Santis per la musica classica al dottor Mario Sforza di Mandello del Lario, per la sociologia, allo stesso editore Ettore Bartolozzi che tenne una brillante conferenza sul Manzoni inedito. Altre interessanti serate furono quelle dedicate al cinema, con l’intervento dell’avvocato Leopoldo Rigoli e al teatro con Costante Gheza”.
Alla chiusura del calendario degli incontri, prima delle vacanze estive, venne invitato il maestro Alfredo Mandelli, critico musicale del settimanale Oggi che nell’autunno 1960 aveva lanciato un appello sul “Giornale di Lecco”: “Attenzione lecchesi, salvate lo storico teatro della Società di Piazza Garibaldi”. La struttura era infatti chiusa per inagibilità, dal 1951, era costruzione privata di un gruppo di palchettisti dalla fondazione nel 1844 e rischiava, senza un intervento di restauro, la demolizione nei nuovi lavori di ristrutturazione del centro cittadino previsti dal nuovo piano regolatore.
Con l’appello di Mandelli venne quindi costituito per iniziativa di Giacomo De Santis, presso la redazione del “Giornale di Lecco”, un comitato per salvarlo. L’iniziativa scaturì la provvidenziale decisione dei soci di donare i palchi al Comune, con l’impegno di un intervento di radicale restauro. Il che avvenne, e il teatro venne riaperto con solenne cerimonia nell’autunno 1969, quando era sindaco della città Alessandro Rusconi e presidente del teatro per nomina civica Gianni Discacciati, già alla guida dell’Azienda Turismo.
L’attività del Club Culturale di Belledo riprese dopo la pausa estiva con un intervento del primo cittadino di Lecco Angelo Bonaiti, introdotto dal "numero uno" del centro stesso, Luigi Corti, che era anche consigliere comunale. La nomina di Corti a presidente era accompagnata dall’elezione di un Direttivo che vedeva Cosante Gheza vice, Vincenzo Solari segretario e, a completare la squadra, Gianna Colombo, Alberto Consonni, Wanda Panzeri, Emilio Corti, Nini Milani e Osvaldo Agostani. Per alcuni anni l’attività del centro fu intensa, con l’intervento di diverse personalità della città e del territorio.
C’è una nota da sottolineare che merita particolare citazione: nell’elenco dei consiglieri del Club Culturale di Belledo 1962 c’è Osvaldo Agostani. Ebbene, proprio recentemente il giovane consigliere di allora, oggi all’età di 78 anni, ha avuto un esordio letterario pubblicando il romanzo storico di uno scudiero del conte Bartolomeo Della Torre, feudatario guelfo, che stava con Venezia e poi con Milano, nell’epoca in cui il meneghino Filippo Maria Visconti tentò di riprendere la Val Camonica alla Serenissima.
Chi avrebbe detto che il Club Culturale di Belledo del 1962 si sarebbe proiettato così lontano nel tempo e nella storia sino ad oltre i primi vent’anni del Duemila.
A.B.