Lecco: botte al chiosco, un albanese a processo
Era il 18 giugno 2021 quando a Lecco, nei pressi del chiosco sul lungolago - accanto a Piazza Cermenati - la tensione divenne palpabile nel giro di pochi minuti. Il tutto a causa di una lite, inizialmente solo verbale, fra alcuni giovanissimi che stavano stazionando attorno alle'esercizio commerciale. Ad avere la peggio un civatese classe 2001 che da Malgrate, dove aveva trascorso la prima parte di serata in compagnia di amici, si era poi spostato a piedi insieme al gruppo verso il capoluogo. Colpito al volto con calci e pugni, al termine di quelle ore si era dovuto recare al pronto soccorso per essere sottoposto alle cure del caso. Fatti di cui si è discusso stamani in tribunale a Lecco, nell'ambito del procedimento penale che vede coinvolto C.M., giovane di origine albanese ma all'epoca dei fatti residente in città. Difeso dall'avvocato Graziana Gatti, l'imputato deve rispondere del reato di lesioni personali colpose (secondo l'articolo 582 cp). Sarebbe lui, secondo le risultanze investigative alle quali erano giunti i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Lecco (occupatisi delle indagini) uno degli aggressori di quella sera. Da una prima fase della lite, scoppiata al chiosco - con il civatese aggredito verbalmente e strattonato per la maglietta - gli animi si erano ulteriormente scaldati nei pressi del ristorante Larius, sempre sul lungolago, dove la vittima sarebbe stata raggiunta e colpita, con calci e pugni che l'avevano fatta stramazzare al suolo. Circondato da una quindicina di soggetti, grazie all'aiuto di un amico il civatese era poi riuscito a mettersi in salvo, dirigendosi verso Malgrate dove il gruppo aveva lasciato le autovetture. Da lì poi, dopo i primi soccorsi prestati dal personale di un bar, il trasferimento in ospedale a Lecco per le cure del caso (con punti di sutura posti in un paio di punti del suo volto) dove era stato poi dimesso il giorno successivo.
Stamani al cospetto del giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore l'istruttoria dibattimentale è entrata nel vivo, con l'escussione della parte offesa e di alcuni amici che quella sera si trovavano in sua compagnia e che avevano assistito in maniera parziale alle scene di violenza nei suoi confronti, oltre ad un paio di operanti dell'Arma.
Stando a quanto è emerso a far scattare la miccia della lite, la richiesta di 50 centesimi per l'acquisto di un drink, da parte della vittima. Una parola tira l'altra e presto la tensione è salita alle stelle, come appunto hanno riferito i giovani escussi stamani in aula, rispondendo anche alle domande del vpo Caterina Scarselli, in rappresentanza della Procura.
Esauriti i testi sfilati quest'oggi, il giudice ha disposto l'audizione di uno degli operanti che si erano occupati dell'indagine e di un altro amico della vittima, oltre all'esame dell'imputato. Si torna in aula il prossimo 15 maggio per il completamento dell'istruttoria.
Stamani al cospetto del giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore l'istruttoria dibattimentale è entrata nel vivo, con l'escussione della parte offesa e di alcuni amici che quella sera si trovavano in sua compagnia e che avevano assistito in maniera parziale alle scene di violenza nei suoi confronti, oltre ad un paio di operanti dell'Arma.
Stando a quanto è emerso a far scattare la miccia della lite, la richiesta di 50 centesimi per l'acquisto di un drink, da parte della vittima. Una parola tira l'altra e presto la tensione è salita alle stelle, come appunto hanno riferito i giovani escussi stamani in aula, rispondendo anche alle domande del vpo Caterina Scarselli, in rappresentanza della Procura.
Esauriti i testi sfilati quest'oggi, il giudice ha disposto l'audizione di uno degli operanti che si erano occupati dell'indagine e di un altro amico della vittima, oltre all'esame dell'imputato. Si torna in aula il prossimo 15 maggio per il completamento dell'istruttoria.
G.C.