Lecco perduta/415: sui passi dell’abate Stoppani
Antonio Stoppani ed Antonio Ghislanzoni, nati entrambi a Lecco, oltre al nome comune, erano anche coscritti della classe 1824. Sono passati 200 anni dalla nascita.
Nella precedente puntata abbiamo fornito indicazioni sulle tracce e sui passi di Antonio Ghislanzoni, questa volta ricordiamo i lunghi soggiorni di studio dell’ancora giovanissimo Stoppani tra il 1850 ed il 1860, a Cortenova in Valsassina. E’ stata la tranquillità del luogo e le caratteristiche geologiche del gruppo montuoso alle spalle, a far divenire Cortenova il soggiorno ideale per gli studi de “Il Bel Paese”. Non v’è Comune della Valsassina, ma anche del territorio lecchese, dove la memoria non balzi evidente al turista ed all’abitante come Cortenova.
Sulla piccola piazza vicino alla parrocchiale, osservatorio belvedere sul Pioverna, si trova la stele (anno 1920) con busto bronzeo a ricordo del geologo. La vicina facciata di un ristorante vede una lapide che ricorda i lunghi soggiorni di studio dell’ancora giovanissimo Antonio Stoppani, tra il 1850 ed il 1860. Una via del nucleo più antico di Cortenova è dedicata a Stoppani. L’abate non si limitò ai soggiorni in paese, che aveva dato i natali al prevosto di Lecco Antonio Mascari, protagonista del Risorgimento e ricordato con una via nel vecchio nucleo della città adiacente alla basilica prepositurale di San Nicolò. Potrebbe essere stato proprio Mascari ad aver consigliato al giovane prete, nativo dell’allora piazza del Mercato (oggi XX Settembre) l’isola di silenzio e di pace del Comune valsassinese e le sue vicine “placche” di richiamo geologico. Stoppani camminò sui monti e sui sentieri sopra Cortenova ed arrivò a quella “Marmitta dei Dardani” citata abbondantemente nel capitolo 34 del Bel Paese.
E’ un esempio dell’azione “escavatrice” delle cascate, ha scritto Stoppani, quella marmitta, laghetto in miniatura che si è formata nella Valle dei Mulini. Si arriva partendo dalla località Prato San Pietro, lungo il vecchio sentiero dei taglialegna e dei carbonai. Il sentiero della Valle dei Mulini si imbocca presso la chiesetta di Prato San Pietro, quella della seconda metà del Novecento, sempre dedicata a Santa Maria Maddalena, che ha fatto demolire la vecchia cappella.
Di quest’ultima è, però, rimasto il campanile tutto solo al centro della piazza; rimane per volere di popolo perchè il Comune di Cortenova, in un referendum municipale promosso nel 1981, con il compianto sindaco Antonio Melesi, votò il mantenimento del campanile senza la chiesa. E’, quest’ultimo, un angolo sperduto di mondo, fatto conoscere nella serate del Bel Paese, il libro più famoso dell’abate, un autentico best seller, che dedica anche pagine lecchesi con il grosso incendio della primavera 1878 sul monte San Martino, poi le gole dell’Adda dopo Paderno, il laghetto provvisorio di Neguggio, sopra Germanedo di Lecco, la passeggiata alla Madonna della Rovinata, alle prime falde tra Resegone e Magnodeno, lungo il corso del torrente Bione.
Lecco dedica all’abate geologo il monumento del lungolago alla punta del Brick, denominata una volta il piazzale dei Mille, in omaggio alla vicina casa natale dei cinque fratelli garibaldini Torri Tarelli. Il monumento è opera di Michele Vedani nel 1927. Un busto di bronzo dello Stoppani, donato nel 1952 a nome della città di Lecco dal sindaco Ugo Bartesaghi, si trova nel seminario teologico maggiore Pio XI di Venegono.
Un altro busto del geologo c’è presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. E’ opera del lecchese Giuseppe Mozzanica ed è stato donato dal Comune di Lecco in occasione del 4° Congresso Nazionale di Studi Manzoniani svoltosi a Lecco nel settembre 1959. Il busto alla Biblioteca Ambrosiana fu donato con apposita cerimonia dall’allora sindaco di Lecco Angelo Bonaiti.
Antonio Stoppani (1824-1891) è sepolto nel cimitero Monumentale di Lecco in apposita cappella detta dell’Angelo che indica alle donne il sepolcro vuoto di Cristo risorto nelle adiacenze della cappella centrale. Da segnalare, con particolare risalto, la pubblicazione “Sulle tracce di Antonio Stoppani; percorsi fra montagna, scienza ed arte in Lombardia e Canton Ticino” a cura di Adriana Baruffini. E’ stato edito nel febbraio 2014 per iniziativa degli Amici dei Musei del territorio lecchese, con la collaborazione del CAI, sezione di Lecco “Riccardo Cassin”.
Nella precedente puntata abbiamo fornito indicazioni sulle tracce e sui passi di Antonio Ghislanzoni, questa volta ricordiamo i lunghi soggiorni di studio dell’ancora giovanissimo Stoppani tra il 1850 ed il 1860, a Cortenova in Valsassina. E’ stata la tranquillità del luogo e le caratteristiche geologiche del gruppo montuoso alle spalle, a far divenire Cortenova il soggiorno ideale per gli studi de “Il Bel Paese”. Non v’è Comune della Valsassina, ma anche del territorio lecchese, dove la memoria non balzi evidente al turista ed all’abitante come Cortenova.
Sulla piccola piazza vicino alla parrocchiale, osservatorio belvedere sul Pioverna, si trova la stele (anno 1920) con busto bronzeo a ricordo del geologo. La vicina facciata di un ristorante vede una lapide che ricorda i lunghi soggiorni di studio dell’ancora giovanissimo Antonio Stoppani, tra il 1850 ed il 1860. Una via del nucleo più antico di Cortenova è dedicata a Stoppani. L’abate non si limitò ai soggiorni in paese, che aveva dato i natali al prevosto di Lecco Antonio Mascari, protagonista del Risorgimento e ricordato con una via nel vecchio nucleo della città adiacente alla basilica prepositurale di San Nicolò. Potrebbe essere stato proprio Mascari ad aver consigliato al giovane prete, nativo dell’allora piazza del Mercato (oggi XX Settembre) l’isola di silenzio e di pace del Comune valsassinese e le sue vicine “placche” di richiamo geologico. Stoppani camminò sui monti e sui sentieri sopra Cortenova ed arrivò a quella “Marmitta dei Dardani” citata abbondantemente nel capitolo 34 del Bel Paese.
E’ un esempio dell’azione “escavatrice” delle cascate, ha scritto Stoppani, quella marmitta, laghetto in miniatura che si è formata nella Valle dei Mulini. Si arriva partendo dalla località Prato San Pietro, lungo il vecchio sentiero dei taglialegna e dei carbonai. Il sentiero della Valle dei Mulini si imbocca presso la chiesetta di Prato San Pietro, quella della seconda metà del Novecento, sempre dedicata a Santa Maria Maddalena, che ha fatto demolire la vecchia cappella.
Di quest’ultima è, però, rimasto il campanile tutto solo al centro della piazza; rimane per volere di popolo perchè il Comune di Cortenova, in un referendum municipale promosso nel 1981, con il compianto sindaco Antonio Melesi, votò il mantenimento del campanile senza la chiesa. E’, quest’ultimo, un angolo sperduto di mondo, fatto conoscere nella serate del Bel Paese, il libro più famoso dell’abate, un autentico best seller, che dedica anche pagine lecchesi con il grosso incendio della primavera 1878 sul monte San Martino, poi le gole dell’Adda dopo Paderno, il laghetto provvisorio di Neguggio, sopra Germanedo di Lecco, la passeggiata alla Madonna della Rovinata, alle prime falde tra Resegone e Magnodeno, lungo il corso del torrente Bione.
Lecco dedica all’abate geologo il monumento del lungolago alla punta del Brick, denominata una volta il piazzale dei Mille, in omaggio alla vicina casa natale dei cinque fratelli garibaldini Torri Tarelli. Il monumento è opera di Michele Vedani nel 1927. Un busto di bronzo dello Stoppani, donato nel 1952 a nome della città di Lecco dal sindaco Ugo Bartesaghi, si trova nel seminario teologico maggiore Pio XI di Venegono.
Un altro busto del geologo c’è presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. E’ opera del lecchese Giuseppe Mozzanica ed è stato donato dal Comune di Lecco in occasione del 4° Congresso Nazionale di Studi Manzoniani svoltosi a Lecco nel settembre 1959. Il busto alla Biblioteca Ambrosiana fu donato con apposita cerimonia dall’allora sindaco di Lecco Angelo Bonaiti.
Antonio Stoppani (1824-1891) è sepolto nel cimitero Monumentale di Lecco in apposita cappella detta dell’Angelo che indica alle donne il sepolcro vuoto di Cristo risorto nelle adiacenze della cappella centrale. Da segnalare, con particolare risalto, la pubblicazione “Sulle tracce di Antonio Stoppani; percorsi fra montagna, scienza ed arte in Lombardia e Canton Ticino” a cura di Adriana Baruffini. E’ stato edito nel febbraio 2014 per iniziativa degli Amici dei Musei del territorio lecchese, con la collaborazione del CAI, sezione di Lecco “Riccardo Cassin”.
A.B.