Lecco piange Dino Piazza, veterano dei Ragni della Grignetta
Verrà celebrato martedì 27 febbraio, alle 10.45, nella parrocchiale del quartiere Castello in Lecco, il funerale di Dino Piazza, deceduto all’età di 91 anni. E’ stato un veterano dei Ragni della Grignetta, assumendone la presidenza dal 1964 al 1970, quando venne anche celebrato, nel 1966, il ventennale del gruppo maglioni rossi. Giunsero per la celebrazione a Lecco i migliori rocciatori di fama mondiale e la RAI TV seguì con trasmissioni particolari l’anniversario, inviando a Lecco una colonna di mezzi mobili per registrazioni e trasmissioni dalla città ai Piani Resinelli.Durante la sua lunga carriera alpinistica Dino Piazza ha aperto diverse nuove vie, anche sulle pareti di casa. Aveva, infatti, esordito giovanissimo sul San Martino, il monte che si alza sopra il quartiere Rancio e dove Dino Piazza è stato il principale promotore del “sasso dei Ragni” inaugurato sul piazzale della vecchia scuola elementare Cadorna di Rancio, ora cancellata per nuovi insediamenti edilizi. L’inaugurazione avvenne nel 2012, ricorda i 14 Ragni di Rancio.
Durante la presidenza di Dino Piazza il gruppo Ragni venne insignito, nel 1964, del riconoscimento di atleta dell’anno, promosso dal Comune di Lecco, con il sindaco Alessandro Rusconi e con l’assessore allo sport Renato Corbetta.
Piazza era da sempre un attivo socio del Circolo Pio X di Rancio, dove trascorreva volentieri i pomeriggi liberi da impegni, con amici di vecchia data, ricordando gli anni giovanili e le belle imprese sulle pareti di tanti continenti.
Nel 1967 aveva guidato una delegazione dei Ragni che era stata ospite di rocciatori della Cecoslovacchia: vennero a Lecco l’anno seguente. L’iniziativa era patrocinata dall’Azienda Turismo, con la presidenza di Giacomo De Santis.
Dino Piazza, con il giornalista Carlo Caccia, ha scritto il libro “Dilettante per professione”, pubblicato con il patrocinio della Comunità Montana del Lario orientale, nella collana “Natura e Storia”. La prefazione è di Mirella Tenderini; collaborarono per il coordinamento tecnico ed artistico Renato Corti e Paolo Tentori. Nella prefazione Dino Piazza scrive “Era il 1942, quando cominciavo a frequentare i sentieri del San Martino, impervia montagna che domina Lecco da nord e che precipita sulla città con larga parete strapiombante. Sempre solo, con i miei 10 anni che mi facevano sentire un ometto, raggiungevo mio padre per aiutarlo a portare fino a casa la legna che aveva tagliato. La guerra imperversava, si mangiava poco, ero magrissimo. Il papà mi diceva ‘Vendiamo la legna, così avremo i soldi per comprare da mangiare’”.
Durante la presidenza di Dino Piazza il gruppo Ragni venne insignito, nel 1964, del riconoscimento di atleta dell’anno, promosso dal Comune di Lecco, con il sindaco Alessandro Rusconi e con l’assessore allo sport Renato Corbetta.
Piazza era da sempre un attivo socio del Circolo Pio X di Rancio, dove trascorreva volentieri i pomeriggi liberi da impegni, con amici di vecchia data, ricordando gli anni giovanili e le belle imprese sulle pareti di tanti continenti.
Nel 1967 aveva guidato una delegazione dei Ragni che era stata ospite di rocciatori della Cecoslovacchia: vennero a Lecco l’anno seguente. L’iniziativa era patrocinata dall’Azienda Turismo, con la presidenza di Giacomo De Santis.
Dino Piazza, con il giornalista Carlo Caccia, ha scritto il libro “Dilettante per professione”, pubblicato con il patrocinio della Comunità Montana del Lario orientale, nella collana “Natura e Storia”. La prefazione è di Mirella Tenderini; collaborarono per il coordinamento tecnico ed artistico Renato Corti e Paolo Tentori. Nella prefazione Dino Piazza scrive “Era il 1942, quando cominciavo a frequentare i sentieri del San Martino, impervia montagna che domina Lecco da nord e che precipita sulla città con larga parete strapiombante. Sempre solo, con i miei 10 anni che mi facevano sentire un ometto, raggiungevo mio padre per aiutarlo a portare fino a casa la legna che aveva tagliato. La guerra imperversava, si mangiava poco, ero magrissimo. Il papà mi diceva ‘Vendiamo la legna, così avremo i soldi per comprare da mangiare’”.
A.B.