“Cena”, le turbolenze di una famiglia borghese nel nuovo testo teatrale del dr. Magni
Da una decina di giorni il testo teatrale “Cena” - Il Convivio Editore – si può acquistare in internet o ordinarlo in qualsiasi libreria. Il testo fa parte di una trilogia. I tre drammi – scritti dallo psichiatra Enrico Magni - sono stati premiati in vari concorsi letterari.“Cena” - affronta le contraddizioni, le turbolenze di una famiglia borghese e imprenditoriale. Al centro c’è lo scontro generazionale, economico e l’incomunicabilità.
La famiglia, spesso, è il campo minimo di piccole guerre quotidiane. Ne emergono frustrazioni, desideri, accomodamenti, sacrifici, rinunce e mille altre classifiche possibili. “Cena” s'immerge in questo meccanismo ed evidenzia una polarizzazione di punti di vista che, in linea di massima, conducono alle due figure principali dell'opera teatrale: l'anziano padre e l'anziana madre. Nelle dinamiche di tali personaggi, e dei loro figli, però, la riflessione più importante, ma anche il punto di maggiore incomunicabilità, è costituita dalla mancanza di libertà. E niente vieta che il suo desiderio possa, in certo qual modo, essere esaudito dall'immaginazione o dalla follia.
“Incontro, tre voci, tre attori” - Il Convivio Editore, 2023 – affronta la complessità del sé multiplo. Enigma, Ombra e Anonimo, affrontano la complessità dell’identità indefinita del soggetto. “Enigma non è solo lo spettro delle regole. È anche lo spettro della tentazione". Anonimo, il personaggio umano, Ombra ed Enigma, che rappresentano ulteriori parti di Sé, sono tre voci in continuo e serrato dialogo. Intorno a queste figure si realizza l'opera, che scandaglia l'inconscio e la percezione che hanno gli altri di ogni singolo uomo nonché ciò che emerge guardando se stessi. Un viaggio nei meandri della psiche che rivela tutta la difficoltà di comprendersi e di comprendere, ma al contempo si sonda la percezione del limite entro il quale coscienza e conoscenza sono ingabbiate: "Desidero conoscere l'infinito universo, conoscere le leggi che governano le stelle, conoscere l'invisibilità del visibile...".
“La discarica oltre la collina” - Primo premio Autori Italiani 2019, pubblicato dalla rivista Sipario (Speciale autori italiani per l’Europa) - , affronta il profondo disagio sociale degli esclusi, degli scarti. La discarica oltre la collina è posta ai bordi della civiltà urbana. Sono voci oniriche che anticipano un presente fatto di fuoco e distruzione.
Oltre la collina c'è una discarica ove vivono uomini e donne, lì per scelta e per destino. La discarica è anche una metafora della vita di questi "rottami", fuggiti da un mondo dominato da rumori, da rapporti rapidi che impediscono il dialogo, da tensioni che limano le fibre dei corpi, delle menti, che poi si "rompono".
E oltre la collina, ossia oltre la cittàciviltà questi esseri viventi ritrovano un po' di serenità, una ragione per continuare a vivere. E a chi si accosta per conoscere le ragioni di una vita interrotta, cominciano a parlare, a dare un ordine a frammenti di ricordi, attribuendo un senso alle loro dolorose vicende personali, aprendo così un filo di speranza.
Nel momento in cui psicologi e psichiatri pubblicano le loro esperienze con i "matti", descrivendo le loro angosce, le loro psicosi, le terapie adottate, l'autore fornisce, in presa, diretta, una testimonianza di "vinti" che hanno scelto di vivere oltre la collina, nella discarica come ultima oasi di pace.
La famiglia, spesso, è il campo minimo di piccole guerre quotidiane. Ne emergono frustrazioni, desideri, accomodamenti, sacrifici, rinunce e mille altre classifiche possibili. “Cena” s'immerge in questo meccanismo ed evidenzia una polarizzazione di punti di vista che, in linea di massima, conducono alle due figure principali dell'opera teatrale: l'anziano padre e l'anziana madre. Nelle dinamiche di tali personaggi, e dei loro figli, però, la riflessione più importante, ma anche il punto di maggiore incomunicabilità, è costituita dalla mancanza di libertà. E niente vieta che il suo desiderio possa, in certo qual modo, essere esaudito dall'immaginazione o dalla follia.
“Incontro, tre voci, tre attori” - Il Convivio Editore, 2023 – affronta la complessità del sé multiplo. Enigma, Ombra e Anonimo, affrontano la complessità dell’identità indefinita del soggetto. “Enigma non è solo lo spettro delle regole. È anche lo spettro della tentazione". Anonimo, il personaggio umano, Ombra ed Enigma, che rappresentano ulteriori parti di Sé, sono tre voci in continuo e serrato dialogo. Intorno a queste figure si realizza l'opera, che scandaglia l'inconscio e la percezione che hanno gli altri di ogni singolo uomo nonché ciò che emerge guardando se stessi. Un viaggio nei meandri della psiche che rivela tutta la difficoltà di comprendersi e di comprendere, ma al contempo si sonda la percezione del limite entro il quale coscienza e conoscenza sono ingabbiate: "Desidero conoscere l'infinito universo, conoscere le leggi che governano le stelle, conoscere l'invisibilità del visibile...".
“La discarica oltre la collina” - Primo premio Autori Italiani 2019, pubblicato dalla rivista Sipario (Speciale autori italiani per l’Europa) - , affronta il profondo disagio sociale degli esclusi, degli scarti. La discarica oltre la collina è posta ai bordi della civiltà urbana. Sono voci oniriche che anticipano un presente fatto di fuoco e distruzione.
Oltre la collina c'è una discarica ove vivono uomini e donne, lì per scelta e per destino. La discarica è anche una metafora della vita di questi "rottami", fuggiti da un mondo dominato da rumori, da rapporti rapidi che impediscono il dialogo, da tensioni che limano le fibre dei corpi, delle menti, che poi si "rompono".
E oltre la collina, ossia oltre la cittàciviltà questi esseri viventi ritrovano un po' di serenità, una ragione per continuare a vivere. E a chi si accosta per conoscere le ragioni di una vita interrotta, cominciano a parlare, a dare un ordine a frammenti di ricordi, attribuendo un senso alle loro dolorose vicende personali, aprendo così un filo di speranza.
Nel momento in cui psicologi e psichiatri pubblicano le loro esperienze con i "matti", descrivendo le loro angosce, le loro psicosi, le terapie adottate, l'autore fornisce, in presa, diretta, una testimonianza di "vinti" che hanno scelto di vivere oltre la collina, nella discarica come ultima oasi di pace.