Provincia: sì alla CER. Anche i comuni potranno entrarci. Il PEF prevede 111 milioni di €

Un altro importante passo per la realizzazione di una comunità energetica provinciale è stato fatto. Nella serata di lunedì 19 febbraio il consiglio provinciale si è riunito per approvare la proposta di partenariato pubblico privato in project financing per la realizzazione di impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili e della comunità energetica. 
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“È un argomento di cui parliamo da tempo” ha detto la presidente Alessandra Hofmann, facendo sapere che lo scorso 15 agosto è arrivata una proposta da parte di Greenwolf, la società che si era presentata proponendo una finanza di progetto a iniziativa privata. “È uno degli obbiettivi più importanti che stiamo sviluppando in questo mandato amministrativo” ha continuato, spiegando che la gara che verrà indetta sarà di livello europeo. I comuni della provincia avranno possibilità di entrare a fare parte della comunità, anche quelli che ne hanno già creata una propria. L’importo complessivo previsto dal PEF è di 111milioni.
Per la presidente Hofmann si tratta di un passo importante per il “vero avvio della transizione ecologica”. “Abbiamo fatto la proposta pensando di utilizzare immobili di proprietà provinciale per la creazione, come le scuole, che verranno date in diritto di superficie”. Per mettere in piedi il progetto l’ingegner Dario Strambini è stato affiancato da figure esterne di tipo giuridico, tecnico ed economico-finanziario.
L’intenzione è anche quella di creare un fondo per la povertà energetica. La parte eccedente della tariffa incentivante derivante dalla condivisione dell’energia infatti sarà proprio destinata a consumatori diversi rispetto alle aziende, e quindi per finalità sociali. “Ci saranno diverse tipologie di contribuzione grazie alla comunità: il risparmio legato all’autoconsumo, l’energia in eccesso che verrà rinviata alla rete e da cui si ricaverà una remunerazione dal GSE e una quota di corrispettivo di restituzione delle componenti tariffarie sia di trasporto che di distribuzione”.
Perplessi i consiglieri di “Bene comune”. Il capogruppo Paolo Lanfranchi, pur riconoscendo la bontà del progetto, ha posto l’attenzione sul fatto che numerosi comuni della provincia si sono già organizzati da un anno circa per arrivare a creare la propria comunità energetica.  “Sul fatto che si dica che si troverà il modo di far rientrare nella comunità anche i comuni già ‘attrezzati’… non è così automatica la cosa. Ci sono di mezzo anche fondi del Pnrr”. Secondo Lanfranchi rimane anche la necessità di capire meglio come verrà ripartito il fondo per gli scopi sociali, anche se è poi stato chiarito che verrà costituita una fondazione che prenderà queste decisioni. “Non è chiaro poi i fondi Pnrr della fase 2 che verrano distribuiti ai comuni che fine faranno, e neppure la suddivisione degli incentivi della parte economica rispetto ai comuni che entreranno” ha proseguito Lanfranchi, concludendo che “l’idea è meritevole, ma i comuni ci sono arrivati prima della provincia”.
“Vero” ha risposto la presidente Hofmann “ma qui si tratta della prima comunità provinciale creata a livello nazionale. Non è stato semplice perché deve nascere da una cabina primaria, inoltre è stata trovata tutta la parte normativa e ci è voluto tempo”. Sul tema è intervenuto anche il consigliere Felice Rocca, curioso di sapere come sia stato possibile superare il problema della cabina primaria e quindi poter coinvolgere i comuni. “A noi risulta sia ancora un limite poter coinvolgere enti che stanno sotto una cabina primaria diversa”.  A rispondere è stato l’ingegner Strambini, che ha fatto sapere che il territorio della provincia conta 22 cabine primarie, di cui 2 solo a Lecco città. “Il tecnicismo sta nella costituzione di una CER (Comunità Energetica Rinnovabile) articolata in sub-ambiti. Questa operazione è stata valutata possibile dal supporto legale. Ci sarà una fondazione che gestirà anche i fondi a sostegno dei soggetti svantaggiati. La ripartizione non sarà gestita dal gestore, ma dalla fondazione. La contabilizzazione dei consumi e di produzione sarà definita a livello di cabina primaria”.
Il gruppo guidato dal consigliere Lanfranchi ha annunciato la sua astensione. Favorevole invece il parere del consigliere Giovanni Ghislandi. “Condivido le considerazioni fatte dai colleghi, ma qui trovo che si tratti di cogliere un’opportunità. Il mio sarà un voto favorevole con riserva di vedere come si procederà” ha detto, condividendo poi due citazioni: “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale” e “occorre analizzare la realtà, scommettere sulle comunità, investire in un’alternativa concreta al carbone e alle fonti fossili”. “Lo strumento che abbiamo qui questa sera può avere limiti, ma sembra la strada che bisogna avere coraggio di percorrere”.
Soddisfatto di queste dichiarazioni il capogruppo di maggioranza Fabio Pio Mastroberardino, che tuttavia non ha gradito l’annunciata astensione dei consiglieri di “Bene comune”. “Personalmente sono allibito come una formazione che si riconosce nella sinistra, di fronte a risparmio economico, energia a km 0 e finalità sociali si ponga in posizione di astensione.Come ha detto Ghislandi, in certi momenti bisogna scegliere se avere coraggio o no e capire se cogliere opportunità o meno”.
A replicare è stato Lanfranchi, ribadendo che non è stata messa in discussione l’opportunità, ma secondo loro ci siano troppi punti non chiariti.
Messo in votazione, il punto ha visto l’astensione dei consiglieri del gruppo “Bene comune”.
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E.Ma.
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