ASST Lecco: quando la lista d'attesa è per... lavorare in reparto. Il 'caso' della Cardiologia, attrattiva per pazienti e specializzandi
Non è un reparto universitario. Ma poco ci manca. La Cardiologia dell'Ospedale Manzoni è attrattiva non solo in termini di prestazioni erogate – nel 2023, giusto per quantificare con un paio di dati la mole di lavoro, sono state eseguite 1.300 coronarografie e 620 angioplastiche coronariche – ma anche quale struttura in cui “formarsi”.
Una decina, infatti, al momento, gli specializzandi in corsia, con le attività “didattiche” come i corsi organizzati a Lecco e il passaparola ad alimentare poi il continuo flusso di richieste per approdare su quel ramo del lago di Como. E non solo dagli Atenei lombardi e dunque dalla Bicocca, in primis, quale università “in rete”, dalla Statale e da Pavia. Le giovani leve arrivano anche da ben più lontano, con rapporti ormai stabili con Napoli giusto per scendere un (bel) po' più giù lungo la Stivale, fino alla domanda avanzata da uno studente di Messina, migrato così (provvisoriamente?) dal mar di Sicilia al Lario per entrare nell'équipe del dottor Andrea Farina, primario (prima facente funzioni, ora a tutti gli effetti) dal pensionamento, nel novembre 2022, del dottor Stefano Savonitto.
Proprio quest'ultimo aveva dato all'unità operativa l'impostazione “aperta” agli studenti che il suo successore – tra i “papà” del Master in Terapia Intensiva Cardiovascolare per la cui seconda edizione proprio in questi giorni si terranno le prove di ammissione, con 33 aspiranti corsisti - ha mantenuto, ritenendola evidentemente un “plus”. Nonché – conferma il diretto interessato - una ricchezza anche per i colleghi strutturati, le venti spalle “ufficiali” su cui poggia una Cardiologia che, nel 2023, come da richiesta dell'ASST ha incrementato l'attività ambulatoriale, ampliando ulteriormente, al contempo, lo spettro di procedure, insistendo dunque sul progressivo potenziamento anche della gestione dell'emergenza, in un contesto dove all'incirca 8 pazienti su 10 entrano in reparto direttamente dal Pronto Soccorso.
Il tutto potendo offrire quella “completezza” - da leggersi anche come “sicurezza” per l'utente - dal punto di vista delle specialità (dall'Intensiva all'Emodinamica all'Elettrofisiologia) all'interno di un quadro d'insieme, quello del Dipartimento diretto dal dottor Giovanni Rossi, in cui la Cardiologia fa squadra con la Cardiochirugia e la Chirurgia Vascolare, oltre, poi, alla Riabilitazione cardiologica, che la rende – da tempo ormai - fulcro di una rete per l'urgenza ben più ampia del bacino provinciale, ricevendo quotidianamente pazienti anche da Como o dalla Valtellina.
Un “hub” per il cuore, insomma. Che ha però ancora voglia di migliorarsi. Da qualche mese, per esempio, racconta il dottor Farina, c'è un collega che si sta occupando più specificatamente alla Cardioncologia, nuova branca dedicata alle conseguenze cardiologiche dei trattamenti antitumorali, in stretta sinergia dunque con l'Oncologia del dottor Antonio Ardizzoia che da tempo si confronta con un allungamento delle prospettive di vita e dunque con una popolazione di riferimento “più adulta”. Dall'altro capo, per i pazienti in età pediatrica è invece stato sottoscritto un accordo con Bergamo, sempre nell'ottica di garantire una presa in carico senza soluzione di continuità.
Ma il “nuovo” primario punta anche a rendere più efficace, sempre nell'interesse dell'utenza, il rapporto con il territorio e dunque in particolare con i medici di medicina generale per estendere ulteriormente la telemedicina, oggi già utilizzata, per esempio, per il controllo dei pacemaker degli ospiti delle diverse RSA, ma con potenzialità ancora da sviluppare in prima battuta in tema di prevenzione dello scompenso. Da qui i corsi e i protocolli con i medici di famiglia, elemento cardine per strutturare una novità che si prospetta tutta a vantaggio dei pazienti. Prossimamente si potrà – sottolinea ancora Farina guardando avanti - far sì che un anziano, residente in Valsassina, non “scenda” al Manzoni solo per rinnovare il piano terapeutico come, lavorando in sinergia, utilizzando strumenti come le televisite e i teleconsulti, prevenire accessi in Pronto Soccorso di quei soggetti a cui, sempre per esemplificare, basterebbe prescrivere per tempo un diuretico per scongiurare situazioni poi al limite.
Chiudendo un cerchio, infine, tra le linee di sviluppo non poteva mancare un capitolo anche per la formazione. E qui si vola – al momento a livello teorico, nel senso che il tutto è ancora da definire – in mondi come la stampa 3D per le simulazioni e dunque per “prendere la mano” e verso le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale. Per stare al passo con un futuro che è già qui e per continuare a coltivare “quel vivaio di persone che vorrebbe venire a lavorare a Lecco”.
14, per dare un ultimo numero a riprova della capacità “magnetica” della struttura, gli iscritti al concorso espletato la settimana scorsa per un posto a tempo determinato. Alla faccia dei bandi che – per altre specialità, qui come in tutte le realtà ospedaliere – vanno sostanzialmente a vuoto.
Una decina, infatti, al momento, gli specializzandi in corsia, con le attività “didattiche” come i corsi organizzati a Lecco e il passaparola ad alimentare poi il continuo flusso di richieste per approdare su quel ramo del lago di Como. E non solo dagli Atenei lombardi e dunque dalla Bicocca, in primis, quale università “in rete”, dalla Statale e da Pavia. Le giovani leve arrivano anche da ben più lontano, con rapporti ormai stabili con Napoli giusto per scendere un (bel) po' più giù lungo la Stivale, fino alla domanda avanzata da uno studente di Messina, migrato così (provvisoriamente?) dal mar di Sicilia al Lario per entrare nell'équipe del dottor Andrea Farina, primario (prima facente funzioni, ora a tutti gli effetti) dal pensionamento, nel novembre 2022, del dottor Stefano Savonitto.
Proprio quest'ultimo aveva dato all'unità operativa l'impostazione “aperta” agli studenti che il suo successore – tra i “papà” del Master in Terapia Intensiva Cardiovascolare per la cui seconda edizione proprio in questi giorni si terranno le prove di ammissione, con 33 aspiranti corsisti - ha mantenuto, ritenendola evidentemente un “plus”. Nonché – conferma il diretto interessato - una ricchezza anche per i colleghi strutturati, le venti spalle “ufficiali” su cui poggia una Cardiologia che, nel 2023, come da richiesta dell'ASST ha incrementato l'attività ambulatoriale, ampliando ulteriormente, al contempo, lo spettro di procedure, insistendo dunque sul progressivo potenziamento anche della gestione dell'emergenza, in un contesto dove all'incirca 8 pazienti su 10 entrano in reparto direttamente dal Pronto Soccorso.
Il tutto potendo offrire quella “completezza” - da leggersi anche come “sicurezza” per l'utente - dal punto di vista delle specialità (dall'Intensiva all'Emodinamica all'Elettrofisiologia) all'interno di un quadro d'insieme, quello del Dipartimento diretto dal dottor Giovanni Rossi, in cui la Cardiologia fa squadra con la Cardiochirugia e la Chirurgia Vascolare, oltre, poi, alla Riabilitazione cardiologica, che la rende – da tempo ormai - fulcro di una rete per l'urgenza ben più ampia del bacino provinciale, ricevendo quotidianamente pazienti anche da Como o dalla Valtellina.
Un “hub” per il cuore, insomma. Che ha però ancora voglia di migliorarsi. Da qualche mese, per esempio, racconta il dottor Farina, c'è un collega che si sta occupando più specificatamente alla Cardioncologia, nuova branca dedicata alle conseguenze cardiologiche dei trattamenti antitumorali, in stretta sinergia dunque con l'Oncologia del dottor Antonio Ardizzoia che da tempo si confronta con un allungamento delle prospettive di vita e dunque con una popolazione di riferimento “più adulta”. Dall'altro capo, per i pazienti in età pediatrica è invece stato sottoscritto un accordo con Bergamo, sempre nell'ottica di garantire una presa in carico senza soluzione di continuità.
Ma il “nuovo” primario punta anche a rendere più efficace, sempre nell'interesse dell'utenza, il rapporto con il territorio e dunque in particolare con i medici di medicina generale per estendere ulteriormente la telemedicina, oggi già utilizzata, per esempio, per il controllo dei pacemaker degli ospiti delle diverse RSA, ma con potenzialità ancora da sviluppare in prima battuta in tema di prevenzione dello scompenso. Da qui i corsi e i protocolli con i medici di famiglia, elemento cardine per strutturare una novità che si prospetta tutta a vantaggio dei pazienti. Prossimamente si potrà – sottolinea ancora Farina guardando avanti - far sì che un anziano, residente in Valsassina, non “scenda” al Manzoni solo per rinnovare il piano terapeutico come, lavorando in sinergia, utilizzando strumenti come le televisite e i teleconsulti, prevenire accessi in Pronto Soccorso di quei soggetti a cui, sempre per esemplificare, basterebbe prescrivere per tempo un diuretico per scongiurare situazioni poi al limite.
Chiudendo un cerchio, infine, tra le linee di sviluppo non poteva mancare un capitolo anche per la formazione. E qui si vola – al momento a livello teorico, nel senso che il tutto è ancora da definire – in mondi come la stampa 3D per le simulazioni e dunque per “prendere la mano” e verso le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale. Per stare al passo con un futuro che è già qui e per continuare a coltivare “quel vivaio di persone che vorrebbe venire a lavorare a Lecco”.
14, per dare un ultimo numero a riprova della capacità “magnetica” della struttura, gli iscritti al concorso espletato la settimana scorsa per un posto a tempo determinato. Alla faccia dei bandi che – per altre specialità, qui come in tutte le realtà ospedaliere – vanno sostanzialmente a vuoto.
A.M.