25 anni di Fondazione Comunitaria del Lecchese. A settembre apre l'Officina Badoni

La "nuova" Officina Badoni sarà inaugurata il prossimo 13 settembre. L'impresa Paolo Valassi sta lavorando di buon ritmo per rispettare tale scadenza e dare corso così alla volontà, ben chiara, di restituire alla città un pezzo della storia industriale locale.
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Con il taglio del nastro prenderà simbolicamente avvio la terza fase di vita della Fondazione Comunitaria del Lecchese che quest'oggi ha festeggiato - con qualche giorno d'anticipo rispetto alla data del 18 febbraio - il suo venticinquesimo compleanno.  Ha l'età dunque di "un giovane adulto", come sottolineato, nel porgere i propri auguri, dalla Presidente della Provincia Alessandra Hofmann, dopo aver rimarcato come l'ente bambino abbia mosso i primi passi con entusiasmo, acquisendo poi consapevolezza, diventando "contenitore" e "veicolo di azioni positive". Un cammino, questo, ripercorso oggi a più voci, nel corso della cerimonia ufficiale voluta per celebrare il primo quarto di secolo della Fondazione e annunciare per l'appunto, dall'open space all'ultimo piano, a cantiere ancora aperto, l'attesa apertura di quella che non sarà solo la sede di rappresentanza.
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Giovanni Azzoni

Giovanni Azzoni, vertice di Fondazione Cariplo, ha ricordato come Lecco abbia fatto da apripista, dando per prima concretezza ad una "decisione forte" presa - senza ottenere l'unanimità in consiglio - dall'allora Presidente Guzzetti che, tra l'aprire uffici territoriali e l'avviare fondazioni di comunità, optò per percorrere la seconda strada, risultata poi, nel tempo, vincente, rendendo davvero la stessa Fondazione Cariplo "enzima" che aiuta le realtà locali a svilupparsi, rispettandone e valorizzandone le peculiarità. Perché - ha rimarcato Azzoni - "le ricette che servono per Lecco non vanno bene per Mantova. Prentendere di avere ricette uguali per tutti significa essere fuori dalla realtà".
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Mario Romano Negri

"L'esperienza è partita subito con il piede giusto" ha affermato, da parte sua, il primo Presidente della Fondazione Comunitaria del Lecco Mario Romano Negri, protagonista con i primi sostenitori e i collaboratori che si sono avvicendati nel tempo - a cominciare dal Segretario Emilio Amigoni, "giovane pensionato che, a sorpresa, ha trascinato con sé anche dieci volontari, risolvendo in un attimo tutta la parte relativa alla gestione organizzativa" - degli anni d'avvio, intensi e vivaci e dunque della fase più sfidante, non avendo modelli davanti, come detto da Paolo Dell'Oro, oggi braccio destro della numero uno Maria Grazia Nasazzi, trovatasi a governare, dopo che già si era ben delineato il ruolo di intermediario filantropico dell'ente, lo step due, raccogliendo le nuove sfide che si sono affacciate all'orizzonte del territorio lecchese e del Paese.
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Maria Grazia Nasazzi

"Le crisi economiche e la pandemia - ha argomentato la Presidente, citando le diverse iniziative intraprese da "Aiutiamoci" in poi - hanno imposto una rinnovata attenzione a nuove forme di fragilità sociale, guidando la Fondazione stessa a un ruolo fondamentale di aggregatore di soggetti". Non un mero "erogatore" ma stimolo del senso costruttivo, attore per "rimettere al centro la persona e la comunità", soggetto impegnato "nell'investire in relazioni" e dunque a "costruire reti", per "ricomporre il tessuto comunitario".

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Un "lavoro molto prezioso", quest'ultimo, come riconosciuto anche dal vicario episcopale Monsignor Gianni Cesena, intervenuto alla cerimonia quale membro del Comitato di nomina, come anche la già citata Presidente della Provincia, il sindaco di Lecco Mauro Gattoni - che ha parlato della Fondazione come di un "capitale importante per il territorio" - ed il Prefetto Sergio Pomponio.
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Qualche numero, dunque, per "quantificare" 25 anni d'attività: la Fondazione in un quarto di secolo ha erogato risorse pari a 62.676.000 euro, sostenendo 3.056 progetti e raccogliendo 44.718.340 euro di donazioni, di cui 6.081.000 euro a patrimonio. 24.397 le singole donazioni, provenienti dal territorio lecchese. "La cifra finale però, quella che dà senso il senso dell'opera compiuta dalla Fondazione - sono le parole della Presidente Nasazzi - è racchiusa nel numero di Comuni oggetto di erogazioni e progettualità durante gli ultimi cinque lustri. Tutti, nessuno escluso". 
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Ed dunque che il 25° compleanno, diventa momento per il rilancio dei temi propri della Fondazione, condividendoli con la città e il territorio attraverso anche l'inaugurazione dell'Officina Badoni, "un luogo non da riempire, ma da vivere". Dai giovani in primis. Se gli uffici occuperanno infatti buona parte del primo piano, allo "zero" verrà inserita una caffetteria - gestita da Einap con il Grigio di Calolziocorte - immaginata quale luogo a libero accesso (ma presidiato) per gli studenti delle scuole superiori che cercano un loro spazio, coinvolgendo poi per proposte e contenuti un'aggregazione di associazioni - 10 quelle già interessate - andando a animare anche l'open space all'ultimo piano, a disposizione per attività e iniziative. E se per qualcuno "il futuro è un'ipotesi", per la Fondazione è solo tutto da scrivere. 
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A.M.
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