Dervio onora il Giorno del Ricordo, 'data senza colore politico'
E’ iniziata con l’alzabandiera di fronte alla sede degli alpini la serata per il Giorno del Ricordo a Dervio.
Sotto una pioggia che non ha certo fermato i presenti, le penne nere locali, con il presidente della sezione Alto Lario Stefano Foschini, il primo cittadino Stefano Cassinelli, i suoi omologhi di Casargo, Antonio Pasquini e di Dorio, Massimo Vergani, l’europarlamentare Piertro Fiocchi, il consigliere regionale Giacomo Zamperini, le rappresentanze dei carabinieri di Colico e dell'ANC, dopo gli onori al tricolore, si sono diretti in corteo, fino al parco comunale. Qui, proprio all’entrata dello stesso, sotto la targa con la dedica a Norma Cossetto, è stato deposto un omaggio floreale, per poi fare ritorno in municipio.
A prendere la parola il sindaco Cassinelli che ha ringraziato “l’organizzatore della serata, l’assessore Michael Bonazzola con il consigliere Annamaria Buzzella” oltre le autorità presenti e le forze dell’ordine.
Durante il mattino la sala consiliare ha visto la visita alla mostra allestita da Jadran Savarin, presidente dell’associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, delegazione di Lecco, sulle foibe, delle classi terze, della scuola secondaria di primo grado, dell’IC Monsignor Vitali di Bellano, plesso di Dervio. Una breve considerazione quella di Cassinelli “i morti dovrebbero essere tutti uguali, invece negli anni questa giornata era classificata come una giornata di destra, così come il 25 aprile era considerata una giornata di sinistra. Sbagliata sia una cosa che l’altra, è chiaro che la storia la scrivono quelli che hanno vinto, la scrivono come vogliono. Ma bisogna aver la capacità di metter da parte le emozioni e analizzare la storia, questo è un fatto che ha colpito l’Italia. Mi fa piacere vedere la partecipazione di altri comuni perché fa si che sia percepita davvero come giornata del ricordo, senza ‘colore’".
Il microfono poi è passato a Giacomo Zamperini, che ha sposato l’idea del primo cittadino riguardo la mancanza per molti anni del riconoscimento della Giornata del Ricordo. “Migliaia di persone sono state costrette a lasciare la propria terra e le loro case, mentre chi non se n’è andato, è stato infoibato, per un’unica colpa, quella di essere italiani" ha detto. “Sono passati 80 anni ma sono passati decenni senza che nessuno ricordasse la loro storia ed è giusto rendere merito a chi ha riportato questa storia e la memoria ai giorni nostri, come l’onorevole Megna che ha partecipato insieme ad altri per istituire questa giornata con la legge dello stato che restituisce memoria e dignità a queste persone. Nostro compito è quello di portare avanti questo ricordo e nostro compito è quello di difendere la memoria storica di queste persone che hanno abbandonato la loro casa”.
Pietro Fiocchi ha ricordato come fosse venuto a conoscenza della storia delle foibe all’età di 8 anni mentre era in vacanza con la famiglia nella ex Iugoslavia e al ritorno a casa cercò su un libro di scuola qualcosa che spiegasse tale capitolo della storia, senza trovarlo. Si è dunque detto “felice del fatto che tutto ciò sia riemerso e gli sia stato dato il giusto riconoscimento. Per non dimenticare la storia e non ripeterla”.
Al delegato dell’ANVGD Savarin, è toccato il compito di spiegare quanto viene fatto dall’associazione stessa con “l’invito a rivolgere un doloroso ricordo a quegli eventi che colpirono gravemente una parte dell'Italia e degli italiani tutti. La Venezia Giulia e la Dalmazia furono cedute alla Jugoslavia per decisione dei vincitori (tra i quali non c'era la Jugoslavia) e la popolazione fu lasciata al terribile destino. Per forzare tale sciagurata decisione, da parte del governo di Tito, furono intraprese terribili azioni intimidatorie. Ci furono violenze, minacce, eccidi, attentati e infoibamenti- ha raccontato con la voce rotta a tratti dall’emozione - E ci fu l'esodo di quasi tutta la popolazione della Venezia Giulia e della Dalmazia".
“L'ANVGD - ha aggiunto in un altro passaggio del suo intervento - vive per mantenere tale ricordo e per testimoniare la verità storica di tali eventi specialmente per quanto viene dolosamente ignorato e nei confronti di quanto viene falsamente diffuso al riguardo, con l'intento di dare legittimità alle violenze e alle atrocità quali punizioni per la non appartenenza alle ideologie di certi regimi. A nome nostro e di tutti gli Esuli della Venezia Giulia e Dalmazia vi saremo grati per l'attenzione rivolta a tale evento storico così tragico e cosi meritevole di non essere dimenticato”
Presente alla commemorazione anche una famiglia di discendenti di esuli fiumani, Guido, Franco e Matilde Plazzotta, che all’intitolazione del giardino a Norma Cossetto avevano letto dei passaggi del libro del loro padre e nonno sulla storia di quel periodo.
In conclusione della serata il sindaco Stefano Cassinelli ha invitato tutti a partecipare sabato 17 febbraio a Casargo allo spettacolo teatrale “Il sentiero del Padre”, presso la sala civica alle ore 18.
Sotto una pioggia che non ha certo fermato i presenti, le penne nere locali, con il presidente della sezione Alto Lario Stefano Foschini, il primo cittadino Stefano Cassinelli, i suoi omologhi di Casargo, Antonio Pasquini e di Dorio, Massimo Vergani, l’europarlamentare Piertro Fiocchi, il consigliere regionale Giacomo Zamperini, le rappresentanze dei carabinieri di Colico e dell'ANC, dopo gli onori al tricolore, si sono diretti in corteo, fino al parco comunale. Qui, proprio all’entrata dello stesso, sotto la targa con la dedica a Norma Cossetto, è stato deposto un omaggio floreale, per poi fare ritorno in municipio.
A prendere la parola il sindaco Cassinelli che ha ringraziato “l’organizzatore della serata, l’assessore Michael Bonazzola con il consigliere Annamaria Buzzella” oltre le autorità presenti e le forze dell’ordine.
Durante il mattino la sala consiliare ha visto la visita alla mostra allestita da Jadran Savarin, presidente dell’associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, delegazione di Lecco, sulle foibe, delle classi terze, della scuola secondaria di primo grado, dell’IC Monsignor Vitali di Bellano, plesso di Dervio. Una breve considerazione quella di Cassinelli “i morti dovrebbero essere tutti uguali, invece negli anni questa giornata era classificata come una giornata di destra, così come il 25 aprile era considerata una giornata di sinistra. Sbagliata sia una cosa che l’altra, è chiaro che la storia la scrivono quelli che hanno vinto, la scrivono come vogliono. Ma bisogna aver la capacità di metter da parte le emozioni e analizzare la storia, questo è un fatto che ha colpito l’Italia. Mi fa piacere vedere la partecipazione di altri comuni perché fa si che sia percepita davvero come giornata del ricordo, senza ‘colore’".
Il microfono poi è passato a Giacomo Zamperini, che ha sposato l’idea del primo cittadino riguardo la mancanza per molti anni del riconoscimento della Giornata del Ricordo. “Migliaia di persone sono state costrette a lasciare la propria terra e le loro case, mentre chi non se n’è andato, è stato infoibato, per un’unica colpa, quella di essere italiani" ha detto. “Sono passati 80 anni ma sono passati decenni senza che nessuno ricordasse la loro storia ed è giusto rendere merito a chi ha riportato questa storia e la memoria ai giorni nostri, come l’onorevole Megna che ha partecipato insieme ad altri per istituire questa giornata con la legge dello stato che restituisce memoria e dignità a queste persone. Nostro compito è quello di portare avanti questo ricordo e nostro compito è quello di difendere la memoria storica di queste persone che hanno abbandonato la loro casa”.
Pietro Fiocchi ha ricordato come fosse venuto a conoscenza della storia delle foibe all’età di 8 anni mentre era in vacanza con la famiglia nella ex Iugoslavia e al ritorno a casa cercò su un libro di scuola qualcosa che spiegasse tale capitolo della storia, senza trovarlo. Si è dunque detto “felice del fatto che tutto ciò sia riemerso e gli sia stato dato il giusto riconoscimento. Per non dimenticare la storia e non ripeterla”.
Al delegato dell’ANVGD Savarin, è toccato il compito di spiegare quanto viene fatto dall’associazione stessa con “l’invito a rivolgere un doloroso ricordo a quegli eventi che colpirono gravemente una parte dell'Italia e degli italiani tutti. La Venezia Giulia e la Dalmazia furono cedute alla Jugoslavia per decisione dei vincitori (tra i quali non c'era la Jugoslavia) e la popolazione fu lasciata al terribile destino. Per forzare tale sciagurata decisione, da parte del governo di Tito, furono intraprese terribili azioni intimidatorie. Ci furono violenze, minacce, eccidi, attentati e infoibamenti- ha raccontato con la voce rotta a tratti dall’emozione - E ci fu l'esodo di quasi tutta la popolazione della Venezia Giulia e della Dalmazia".
“L'ANVGD - ha aggiunto in un altro passaggio del suo intervento - vive per mantenere tale ricordo e per testimoniare la verità storica di tali eventi specialmente per quanto viene dolosamente ignorato e nei confronti di quanto viene falsamente diffuso al riguardo, con l'intento di dare legittimità alle violenze e alle atrocità quali punizioni per la non appartenenza alle ideologie di certi regimi. A nome nostro e di tutti gli Esuli della Venezia Giulia e Dalmazia vi saremo grati per l'attenzione rivolta a tale evento storico così tragico e cosi meritevole di non essere dimenticato”
Presente alla commemorazione anche una famiglia di discendenti di esuli fiumani, Guido, Franco e Matilde Plazzotta, che all’intitolazione del giardino a Norma Cossetto avevano letto dei passaggi del libro del loro padre e nonno sulla storia di quel periodo.
In conclusione della serata il sindaco Stefano Cassinelli ha invitato tutti a partecipare sabato 17 febbraio a Casargo allo spettacolo teatrale “Il sentiero del Padre”, presso la sala civica alle ore 18.
M.A.