Lecco: manifestazione per Cospito non autorizzata, in tre assolti in Aula

Il giudice si è allineato a precedenti sentenze adottate per casi analoghi - una delle quali, prodotta da uno dei difensori, firmata a Bergamo... da sua moglie - ed ha assolto tre "compagni" che, lo scorso 28 gennaio 2023, hanno partecipato al presidio inscenato in piazza Cermenati in solidarietà all'anarchico Alfredo Cospito, contro il 41 bis e dunque il così detto "carcere duro". 
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Uno degli striscioni appesi il giorno del presidio in piazza Cermenati

A Daniela L.M., Michael P. e Roberto R., veniva contestata la violazione dell'articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e dunque l'aver organizzato una riunione in luogo pubblico senza aver preventivamente notiziato il Questore. Un ruolo, quello di "promotori" desunto evidentemente dagli inquirenti dal loro aver avuto un ruolo attivo nel corso del "picchetto", distribuendo volantini ai passanti e prendendo poi la parola, per dar lettura a messaggi oggi riproposti in Tribunale, rendendo spontanee dichiarazioni, da due degli imputati.
Entrambi si sono detti non interessati a difendersi dell'accusa mossa nei loro confronti - con il fascicolo comunque arrivato in Aula a seguito di opposizione al decreto penale di condanna già notificato al terzetto - optando invece per ribadire le ragioni che, un anno fa, gli avevano portati a scendere in piazza, come del resto fatto anche in altre occasioni. 
Quel 28 gennaio 2023, con loro, all'ombra della Basilica, c'erano una sessantina di altri manifestati, alcuni dei quali ad un certo punto hanno poi dato vita a un breve corteo fino al Monumento ai Caduti.
E c'era, in forze, anche la Polizia, come confermato dagli operanti escussi in apertura di udienza e dunque il Capo di Gabinetto - responsabile di quel servizio - e un sovrintendente della DIGOS, la Divisione che "monitorando" determinati contesti cittadini già il 26 aveva avuto contezza del presidio, pubblicizzato sul blog di riferimento del locale centro di documentazione anarchica. Ma non solo, "l'invito" all'evento era poi stato reiterato anche attraverso volantini affissi in città.
Insomma, come hanno concluso i difensori, pur non formalmente, la comunicazione al Questore era comunque arrivata (con tanto di predisposizione del servizio d'ordine). Rimarcato altresì  - nelle arringhe - che, come già chiarito in altre situazioni, la posizione di chi partecipa attivamente ad una manifestazione non autorizzata non è equiparabile a quella dei promotori della riunione stessa, "bersaglio" dall'articolo del testo unico contestato ai tre imputati. Da qui, le tre richieste di assoluzione, in contrapposizione alle conclusioni del PM – condanna a un mese e 105 euro di multa - sottolineando come il preavviso - richiesto a tutela dell'ordine pubblico e dunque della collettività - innegabilmente mancasse. 
Ed assoluzione effettivamente è stata (per non aver commesso il fatto), salutata dall'applauso di una quindicina di "sostenitori" intervenuti tra il pubblico in Aula.
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A.M.
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