In viaggio a tempo indeterminato/317: una vita in pigiama e altri buoni motivi per scegliere il Vietnam

Se ti dicessero che esiste un Paese dove le persone escono di giorno in pigiama, lavorano in pigiama, guidano in pigiama, fanno shopping in pigiama...tu ci crederesti?
Lo so, sembra una di quelle notizie inventate o una tendenza esplosa durante la fashion week a Milano.
Ma i piagiami in questione non sono griffati, non li indossano delle modelle e non è una qualche campagna pubblicitaria.
Il Paese dove è possibile uscire di casa indossando dei comodi e morbidi pantaloni con gli orsacchiotti stampati sopra, esiste davvero.
È il Vietnam!
Ok, ora i casi sono due. O stai pensando di trasferiti qui per vivere una vita in pigiama, o stai mentendo.
È una delle idee di moda più belle di sempre che ha anche una storia antica dietro.
Il nome vietnamita del "pigiama da giorno" è ao ba ba. Nato come abito tradizionale utilizzato prevalentemente nelle campagne del sud del Paese, era di colore nero e si componeva di pantaloni di seta e una camicia abbinata a maniche lunghe. Veniva indossato sia dagli uomini che dalle donne che lavoravano nelle risaie.  Era facile da lavare dopo aver lavorato nel fango, si asciugava in fretta e permetteva di rimanere freschi anche nelle giornate più calde.
Durante la guerra del Vietnam, le forze americane associarono il pigiama nero ai Viet Cong, anche se a indossarlo erano tutti i coltivatori di riso del delta del Mekong.
Oggi sono soprattutto le donne, di qualunque età, ad utilizzare il pigiama di giorno, ma non si tratta più di completi neri.
In un Paese in cui l'abbigliamento è generalmente sobrio e poco avventuroso, i pigiami sono un tripudio di tinte e design.  Più sgargiante è, meglio è.
Orsacchiotti, Hellokitty, cuori, fiocchi, fiori... ogni fantasia è lecita.
Il motivo della popolarità di questi capi di abbigliamento è facile da capire.  Sono leggeri, facili da lavare e indossare, freschi ed economici... e poi vuoi mettere la sensazione di libertà ad uscire di casa in pigiama (oltre che il tempo risparmiato a scegliere che abbinamento fare!)?
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Lo so, la moda del pigiama fa salire di parecchie posizioni il Vietnam nella classifica "Paesi dove vivere" ma c'è anche qualcos'altro che in questi mesi ci ha fatto sentire a casa.
No, questa volta non voglio parlare della pizza, che tra l'altro qui sanno fare divinamente.
Mi riferisco a una cosa così banale, ma così utile e non scontata: l'acqua calda.
Abbiamo ormai visitato quasi tutto il Paese da sud a nord e in ogni sistemazione, dalla più rustica alla più elegante, abbiamo sempre trovato la doccia con l'acqua calda.
Un piccolo boiler elettrico, posizionato generalmente sopra il lavandino, da azionare 10 minuti prima ed ecco la magia che solo una doccia calda è in grado di fare.
Ma la cosa più strana è che il marchio di questi boiler è sempre un nome italiano.
"Rossi", "Piacenza", "Ferroli" sono solo alcuni esempi. Sinceramente, non avevo idea del fatto che l'Italia fosse sinonimo di acqua calda. So che siamo famosi per il cibo, per le moto, per il calcio, per la moda... ma non immaginavo anche per lo scaldabagno!
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Scaldabagno e pigiama mi sembrano già due ottimi punti per rendere "appetibile" un Paese, ma ce n'è un terzo da considerare.
Non tocca noi direttamente, ma credo possa essere interessante per chi fuma.
In Vietnam si può fumare gratis ai tavolini dei bar che vendono tè oppure nei ristoranti.
Non sto parlando di sigarette ma di "điếu cày" (letteralmente “pipa del contadino”).
Si tratta di grandi pipe di bambù che vengono fumate dopo i pasti con lo scopo di favorire la digestione.  I ristoranti, soprattutto nel nord del Paese, hanno spesso una di queste pipe e i clienti possono servirsi da soli.  All'interno della pipa ad acqua, viene messo a bruciare un tipo di tabacco molto potente che fa girare la testa, aumenta il battito cardiaco e fa tremare le mani anche al fumatore abituale di sigarette più accanito.  L'elevata quantità di nicotina pompata nel flusso sanguigno può addirittura provocare vomito nei fumatori alle prime armi, quindi forse meglio evitare! In compenso, il tè verde gratuito di cui puoi servirti, non ha effetti collaterali.
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Se stai ancora leggendo questo testo e non sei già corsa/o a prenotare un volo per Hanoi, ecco l'ultima chicca che ti convincerà.
In questo caso, però, devo fare una distinzione tra uomini e donne.
Torniamo nel campo fashion e glamour dell'inizio ma questa volta per parlare di parrucchieri, o per usare un termine più trendy, direi "hair stylist".
Ecco, se sei una donna e vai dal parrucchiere in Vietnam, ti si aprirà un nuovo mondo.
La cosa che ho sempre trovato scomoda dal parrucchiere in Italia è la sedia per lavare i capelli con lavandino incorporato. A me personalmente ha sempre fatto venire il mal di collo. In Vietnam questo problema non esiste perché i capelli te li lavano da sdraiata. Sì, hai capito bene. Ti fanno sdraiare su un comodo lettino morbido che termina con un lavandino. Un sogno!
Per gli uomini il lettino-lavandino non è una consuetudine ma in compenso i barbieri sono letteralmente a ogni angolo di strada, spesso anche per strada, sui marciapiedi, nelle viette laterali. Trovarli è facilissimo e le postazioni sono dotate di comode poltrone reclinabili che aiutano anche in un'altra operazione: l'accurata pulizia delle orecchie.

Ok, basta, questa era l'ultima stranezza/genialata vietnamita che poi sembra io stia facendo uno spot per l'ente del turismo.
È solo che l'idea di poter uscire di casa con il mio pigiama rosa con gli orsacchiotti per andare a sdraiarmi dalla parrucchiera mi sembra così meravigliosa che quasi mi scende una lacrima.
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Angela (e Paolo)
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