La fotografa del cielo: gli scatti stellari di Federica
Probabilmente non c'è modo migliore che alzare gli occhi e guardare il cielo - di giorno ma soprattutto di notte - per rendersi conto della nostra piccolezza in quanto esseri umani e, allo stesso tempo, della grandezza del mondo che ci circonda.
Il suo scenario di "lavoro" prediletto? Costa Valle Imagna, località a cui è particolarmente affezionata, dove ha anche una piccola casa, ma che soprattutto risulta lo scenario ideale nel nostro circondario per l'assenza (o quasi) di inquinamento luminoso. "In città non c'è mai un buio vero" ci ha raccontato Federica, tornando alle origini della sua passione. "Inizialmente avevo una semplice macchina fotografica con cui scattavo durante il giorno, concentrandomi su semplici dettagli naturali e scorci di paesaggi. Poi ho cominciato a immortalare il cielo, quasi per gioco, e mi sono innamorata, nonostante alcuni miei amici mi avessero detto di non farlo perché sapevano come sarebbe andata a finire (ride, ndr.)".
L'astrofotografia, in effetti, è un hobby abbastanza costoso. "Tra le prime attrezzature che ho acquistato figurava una cosiddetta montatura equatoriale, necessaria per seguire il moto terrestre" ha proseguito l'olgiatese, che oggi nella vita quotidiana presta servizio come guardia giurata. "Poi sono arrivate varie "camere" per pose lunghe, un sensore raffreddato e alcuni telescopi, che alla fine ho venduto per prendere un telescopio più leggero e performante. Verso Natale, poi, ho fatto di nuovo "piazza pulita" per dotarmi di una strumentazione adatta ad ambienti caldi, perché stare al freddo è più impegnativo sotto vari punti di vista".
Federica, poi, ci ha svelato alcune curiosità: "Gli elementi si distinguono in base ai colori: l'ossigeno è blu, lo zolfo giallo e l'idrogeno rosso, tutte "sfumature" che si ottengono posizionando appositi filtri davanti all'obiettivo. In sintesi si finiscono per osservare nebulose - a emissione, a riflessione o planetarie - nonchè ammassi stellari. Per esempio la nebulosa denominata "Proboscide di elefante", o semplicemente VDB 142, è contenuta all'interno della nebulosa ad emissione IC 1396 situata nella costellazione di Cefeo, e con il suo aspetto scuro e opaco sembra suggerire che questa regione è vuota e povera di stelle; in realtà è il contrario, perché si tratta di sacche di gas freddo e polvere densa che lasciano passare solo poca luce sullo sfondo. Chiaramente ogni scatto richiede tantissime ore (e una grande pazienza): al termine dell'osservazione ogni posa viene "sommata" per ottenere l'immagine finale, su cui si interviene poi in post produzione".
Iscritta in passato al gruppo del Planetario di Lecco, ora Federica coltiva la sua passione sostanzialmente in solitaria. "Per me è un modo per rilassarmi e connettermi con il mondo. Tra l'altro non può che essere un semplice hobby, perché in Italia praticamente nessuno si occupa di astrofotografia per lavoro" ha concluso. "Osservare bolidi o strisciate di stelle cadenti nel cielo mi fa sempre capire quanto siamo piccoli e quanto invece, per contrasto, sia grande quello che abbiamo intorno a noi. Per me è una sensazione straordinaria, che mi ripaga di ogni fatica quotidiana".
Per seguire Federica Ardigò è possibile anche visitare la sua pagina Instagram.
Lo sa bene Federica Ardigò, giovane di Olgiate Molgora ma residente fino a qualche tempo fa a Calolziocorte, che per passione si occupa di astrofotografia scattando spettacolari immagini del firmamento: dietro al suo obiettivo, dunque, Luna, Sole, pianeti, galassie, nebulose, ammassi stellari e i più svariati corpi celesti, immortalati chiaramente in notturna e con l'utilizzo di apposite attrezzature e tecniche.
Il suo scenario di "lavoro" prediletto? Costa Valle Imagna, località a cui è particolarmente affezionata, dove ha anche una piccola casa, ma che soprattutto risulta lo scenario ideale nel nostro circondario per l'assenza (o quasi) di inquinamento luminoso. "In città non c'è mai un buio vero" ci ha raccontato Federica, tornando alle origini della sua passione. "Inizialmente avevo una semplice macchina fotografica con cui scattavo durante il giorno, concentrandomi su semplici dettagli naturali e scorci di paesaggi. Poi ho cominciato a immortalare il cielo, quasi per gioco, e mi sono innamorata, nonostante alcuni miei amici mi avessero detto di non farlo perché sapevano come sarebbe andata a finire (ride, ndr.)".
L'astrofotografia, in effetti, è un hobby abbastanza costoso. "Tra le prime attrezzature che ho acquistato figurava una cosiddetta montatura equatoriale, necessaria per seguire il moto terrestre" ha proseguito l'olgiatese, che oggi nella vita quotidiana presta servizio come guardia giurata. "Poi sono arrivate varie "camere" per pose lunghe, un sensore raffreddato e alcuni telescopi, che alla fine ho venduto per prendere un telescopio più leggero e performante. Verso Natale, poi, ho fatto di nuovo "piazza pulita" per dotarmi di una strumentazione adatta ad ambienti caldi, perché stare al freddo è più impegnativo sotto vari punti di vista".
Federica, poi, ci ha svelato alcune curiosità: "Gli elementi si distinguono in base ai colori: l'ossigeno è blu, lo zolfo giallo e l'idrogeno rosso, tutte "sfumature" che si ottengono posizionando appositi filtri davanti all'obiettivo. In sintesi si finiscono per osservare nebulose - a emissione, a riflessione o planetarie - nonchè ammassi stellari. Per esempio la nebulosa denominata "Proboscide di elefante", o semplicemente VDB 142, è contenuta all'interno della nebulosa ad emissione IC 1396 situata nella costellazione di Cefeo, e con il suo aspetto scuro e opaco sembra suggerire che questa regione è vuota e povera di stelle; in realtà è il contrario, perché si tratta di sacche di gas freddo e polvere densa che lasciano passare solo poca luce sullo sfondo. Chiaramente ogni scatto richiede tantissime ore (e una grande pazienza): al termine dell'osservazione ogni posa viene "sommata" per ottenere l'immagine finale, su cui si interviene poi in post produzione".
Iscritta in passato al gruppo del Planetario di Lecco, ora Federica coltiva la sua passione sostanzialmente in solitaria. "Per me è un modo per rilassarmi e connettermi con il mondo. Tra l'altro non può che essere un semplice hobby, perché in Italia praticamente nessuno si occupa di astrofotografia per lavoro" ha concluso. "Osservare bolidi o strisciate di stelle cadenti nel cielo mi fa sempre capire quanto siamo piccoli e quanto invece, per contrasto, sia grande quello che abbiamo intorno a noi. Per me è una sensazione straordinaria, che mi ripaga di ogni fatica quotidiana".
Per seguire Federica Ardigò è possibile anche visitare la sua pagina Instagram.
B.P.