Lecco ribadisce il concetto: 'stop al genocidio del popolo palestinese'
Come in diverse città italiane anche a Lecco, nel pomeriggio odierno, si è tornati a invocare il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
A chiamare nuovamente a raccolta diverse centinaia di persone, incluse intere famiglie, è stato, come già nel dicembre scorso, il Coordinamento “Stop al genocidio del popolo palestinese”, realtà che riunisce un sempre più lungo elenco di associazioni, sodalizi, comitati e partiti.
Da piazza Cermenati, dopo la lettura delle motivazioni della manifestazione, si è snodato per il centro cittadino un lungo, variopinto e chiassoso serpentone, nella convinzione che "Bisogna stare in silenzio quando i bambini dormono non quando muoiono”, come scritto su uno degli striscioni srotolati dai partecipanti.
Oltre alle bandiere Palestinesi, numerosi anche i cartelloni esposti per rimarcare i numeri della mattanza in corso: 25.900 i morti di cui, 11.500 i minori ricordati dai loro stessi coetanei.
In testa al corteo presente infatti un gruppetto di ragazzini giovanissimi, con tanto di bara per rendere omaggio ad altri bambini, assassinati nei raid israeliani, colpevoli solo di essere palestinesi, in una guerra che ha già fatto anche 64.110 feriti di cui moltissimi mutilati e 2 milioni di sfollati.
Immancabili, poi, i cori contro il primo ministro israeliano Netanyahu ma anche contro l'impresa lecchese che esporta munizioni in tutto il mondo, per la quale il Coordinamento chiede la riconversione.
"Free Palestine", "Palestina libera" il coro ripetuto di passo in passo, fino al ritorno in piazza Cermenati dove sono stati disposti una serie di fagotti bianchi sporchi di rosso sangue, invitando a pregare per tutte le vittime.
A chiamare nuovamente a raccolta diverse centinaia di persone, incluse intere famiglie, è stato, come già nel dicembre scorso, il Coordinamento “Stop al genocidio del popolo palestinese”, realtà che riunisce un sempre più lungo elenco di associazioni, sodalizi, comitati e partiti.
Da piazza Cermenati, dopo la lettura delle motivazioni della manifestazione, si è snodato per il centro cittadino un lungo, variopinto e chiassoso serpentone, nella convinzione che "Bisogna stare in silenzio quando i bambini dormono non quando muoiono”, come scritto su uno degli striscioni srotolati dai partecipanti.
Oltre alle bandiere Palestinesi, numerosi anche i cartelloni esposti per rimarcare i numeri della mattanza in corso: 25.900 i morti di cui, 11.500 i minori ricordati dai loro stessi coetanei.
In testa al corteo presente infatti un gruppetto di ragazzini giovanissimi, con tanto di bara per rendere omaggio ad altri bambini, assassinati nei raid israeliani, colpevoli solo di essere palestinesi, in una guerra che ha già fatto anche 64.110 feriti di cui moltissimi mutilati e 2 milioni di sfollati.
Immancabili, poi, i cori contro il primo ministro israeliano Netanyahu ma anche contro l'impresa lecchese che esporta munizioni in tutto il mondo, per la quale il Coordinamento chiede la riconversione.
Fotoservizio Alessio Orlando