Carpi, Frisia, Gola. Memorie di un territorio: presentato il catalogo della mostra
Quattro mesi dopo, ecco il catalogo della “mostra diffusa” dedicata ad Aldo Carpi, Donato Frisia ed Emilio Gola, tenutasi lo scorso mese di settembre tra Merate, Olgiate Molgora e Varenna. Non si tratta, però, di un ritardo: il catalogo vuole essere infatti un coronamento della mostra, il documento lasciato a chi verrà per approfondimenti ulteriori volti a riscoprire e valorizzare tre artisti dai destini differenti ma legati dall’aver vissuto o frequentato la Brianza.
La mostra si è tenuta lo scorso mese di settembre, allestita nei municipi di Merate e di Olgiate Molgora con un’appendice a Villa Monastero di Varenna. L’occasione è stata data da una serie di anniversari: il centenario della morte di Emilio Gola, il settantesimo di Donato Frisia e il cinquantesimo di Aldo Carpi. Gola è ritenuto uno dei principali esponenti della pittura lombarda a cavallo tra Ottocento e Novecento, interprete di quella linea indicata proprio come “naturalismo lombardo”: milanese, aveva una villa al Buttero di Olgiate; Frisia è il pittore meratese per eccellenza, mentre Aldo Carpi è artista milanese che a Olgiate veniva a villeggiare e a Mondonico venne arrestato dai fascisti e deportato nel campo di concentramento di Gusen raccontando la propria esperienza in un diario.
Nel particolare della mostra – e dei contenuti del catalogo – se Merate ha dedicato a Frisia una corposa antologica, Olgiate ha esposto, tra le altre cose “L’arresto degli Arlecchini”, il quadro che Carpi dipinse alla vigilia della propria cattura quasi presagisse il destino che lo attendeva.
Il catalogo della mostra è stato presentato alla lecchese Villa Locatelli dalla consigliere provinciale e assessore comunale meratese Fiorenza Albani, dal vicesindaco olgiatese Matteo Fratangeli, dalla direttrice di Villa Monastero Anna Ranzi, dal curatore della mostra Lorenzo Paolo Messina, dal presidente di Acinque Energia, sponsor dell’iniziativa, Giuseppe Borgonovo.
Proprio Albani ha spiegato come il catalogo sia il coronamento del progetto della mostra. Del resto, la pubblicazione non è in vendita ma sarà distribuita alle biblioteche civiche della provincia, mentre ciascuna delle due amministrazioni coinvolte deciderà eventuali altre vie di diffusione.
Da parte sua, Messina ha spiegato come la mostra e il catalogo siano un’opportunità non soltanto per ricordare i tre artisti, ma anche per rivederne l’opera e il messaggio. Per esempio, a proposito di Carpi, Messina ha sottolineato come il “Diario di Gusen” fino a oggi letto in chiave politica, vada riletto anche in chiave artistica: tornato a Milano dopo il lager, Carpi si è infatti interrogato sul proprio lavoro, rendendosi conto che l’arte non poteva limitarsi a denunciare, ma dare anche speranze per il futuro. Per Frisia e Gola, invece, la riflessione e sul rapporto tra uomo e natura: Gola appare pacificato, lui che è ingegnere e quindi un tecnico ma non vede contraddizione nell’emozionarsi davanti a un paesaggio; Frisia invece ha un carattere più contradditorio ed è ciò che lo rende interessanti.
Infine, Borgonovo a rilevato l’importanza dell’aiuto a progetti che consentono di fare comunità e in questo caso il valore aggiunto dell’iniziativa è proprio la collaborazione tra enti pubblici differenti.
La mostra si è tenuta lo scorso mese di settembre, allestita nei municipi di Merate e di Olgiate Molgora con un’appendice a Villa Monastero di Varenna. L’occasione è stata data da una serie di anniversari: il centenario della morte di Emilio Gola, il settantesimo di Donato Frisia e il cinquantesimo di Aldo Carpi. Gola è ritenuto uno dei principali esponenti della pittura lombarda a cavallo tra Ottocento e Novecento, interprete di quella linea indicata proprio come “naturalismo lombardo”: milanese, aveva una villa al Buttero di Olgiate; Frisia è il pittore meratese per eccellenza, mentre Aldo Carpi è artista milanese che a Olgiate veniva a villeggiare e a Mondonico venne arrestato dai fascisti e deportato nel campo di concentramento di Gusen raccontando la propria esperienza in un diario.
Nel particolare della mostra – e dei contenuti del catalogo – se Merate ha dedicato a Frisia una corposa antologica, Olgiate ha esposto, tra le altre cose “L’arresto degli Arlecchini”, il quadro che Carpi dipinse alla vigilia della propria cattura quasi presagisse il destino che lo attendeva.
Proprio Albani ha spiegato come il catalogo sia il coronamento del progetto della mostra. Del resto, la pubblicazione non è in vendita ma sarà distribuita alle biblioteche civiche della provincia, mentre ciascuna delle due amministrazioni coinvolte deciderà eventuali altre vie di diffusione.
Da parte sua, Messina ha spiegato come la mostra e il catalogo siano un’opportunità non soltanto per ricordare i tre artisti, ma anche per rivederne l’opera e il messaggio. Per esempio, a proposito di Carpi, Messina ha sottolineato come il “Diario di Gusen” fino a oggi letto in chiave politica, vada riletto anche in chiave artistica: tornato a Milano dopo il lager, Carpi si è infatti interrogato sul proprio lavoro, rendendosi conto che l’arte non poteva limitarsi a denunciare, ma dare anche speranze per il futuro. Per Frisia e Gola, invece, la riflessione e sul rapporto tra uomo e natura: Gola appare pacificato, lui che è ingegnere e quindi un tecnico ma non vede contraddizione nell’emozionarsi davanti a un paesaggio; Frisia invece ha un carattere più contradditorio ed è ciò che lo rende interessanti.
Infine, Borgonovo a rilevato l’importanza dell’aiuto a progetti che consentono di fare comunità e in questo caso il valore aggiunto dell’iniziativa è proprio la collaborazione tra enti pubblici differenti.
D.C.