Spaccio in viale Turati: 'Senior' non riesce a salvare 'Junior', 1 anno e 9 mesi al minore dei due fratelli Gapea

Ancora una condanna per il giro di spaccio in viale Turati eradicato, nell'aprile 2022, dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco. Il giudice monocratico Martina Beggio ha irrogato nel primo pomeriggio odierno una pena pari a un anno e 9 mesi in capo a Lehito David Gapea, classe 1999, fratello minore di Fabio Carter Gapea e cugino di Alan Christopher Momo, entrambi già giudicati con rito abbreviato ed entrambi ora in attesa del processo d'appello, calendarizzato per la prossima primavera. 
spacciturati.jpg (50 KB)
Parte di quanto posto in sequestro durante l'attività investigativa
L'udienza odierna è stata dedicata, prima di dichiarare chiuso il dibattimento, proprio all'escussione dei due Gapea. L'imputato - assistito dall'avvocato Marilena Guglielmana - ha optato per rendere esame, sostenendo di non conoscere due dei tre acquirenti che, in Aula, lo avrebbero indicato come il ragazzo da cui, in almeno un'occasione, avrebbero acquistato della cocaina. Circa il suo terzo "accusatore" - individuato nel corso delle indagini dei poliziotti della divisione antidroga della Mobile - il 25enne ha sostenuto di essersi approvvigionato con lui di "polvere bianca", negando però di avergliene poi ceduta. Ipotizzo dunque, a giustificazione del fatto di essere stato individuato come un presunto spacciatore, uno scambio di persona, vista anche la somiglianza fisica, con il fratello. E proprio Fabio, nell'accomodarsi al banco dei testimoni, citato dalla difesa del fratello, si è assunto ogni responsabilità, come del resto già fatto nell'ambito del processo che lo ha visto imputato, esitato - in primo grado - con una condanna a quattro anni. "David sta perdendo tempo per un reato che non ha commesso, non centra nulla" ha così fatto verbalizzare il 27enne, sostenendo di aver voluto lui stesso tenerlo lontano da quel "giro", conoscendo anche il suo "vizietto" e dunque l'abitudine di far uso egli stesso di cocaina. 
Non ci hanno creduto né il viceprocuratore onorario Caterina Scarselli né, poi, il giudice Martina Beggio. La prima ha chiesto 9 mesi di condanna, riqualificando il reato ascritto al giovanotto all'ipotesi - meno grave - prevista dal quinto comma dell'art. 73 del d.P.R. n. 309 del 1990 e dunque contestando allo stesso lo spaccio di lieve entità. La seconda - nonostante l'appassionata arringa dell'avvocato Guglielmana, incentrata sullo screditare i soggetti sfilati in Aula come testimoni e a valorizzare la tesi dello scambio di persona tra i due Gapea, anche sulla base delle risultanze del lavoro degli inquirenti - ha invece alzato (e non di poco) l'asticella, riconoscendo sì il così detto "piccolo spaccio" ma innalzando poi di ben un anno la proposta del PM. Provato, a suo giudizio, come sostenuto dando lettura dell'ordinanza per l'alleggerimento della misura cautelare, l'inserimento del 25enne in una rete di pusher, con figure intercambiabili tra loro. Concessa comunque allo stesso la scarcerazione - era finito di nuovo in cella, dopo aver violato i domiciliari - con l'obbligo in ogni caso di presentarsi alla polizia giudiziaria quattro volte a settimana. 
Assolti, invece, gli altri due soggetti a processo e dunque Augustin Ameyibor e Lamin Conteh, assistiti rispettivamente dagli avvocati Sara Mantegazza e Alberto Cattaneo. Dopo la condanna irrogata anche a Jhosef Eze (a un anno e otto mesi) in abbreviato, degli originali indagati resterebbe ora da giudicare solo Ahmed El Yazidi, risultato però irreperibile.
banner ramobannercentromela-62580.gif
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.